Non profit

Rimesse: il 25% agli intermediari

I migranti mandano a casa 40 miliardi

di Emanuela Citterio

Quaranta miliardi di dollari. Sono i soldi che l’Africa riceve dalla diaspora, dai suoi quasi 30 milioni di emigrati sparsi nel mondo. Leggi restrittive e tariffe alte, tuttavia, sminuiscono il potenziale che queste rimesse avrebbero di risollevare i poveri dalla loro condizione di indigenza. Per i trasferimenti all’interno del continente i costi possono arrivare al 25% della somma inviata. A focalizzare “lo spreco” è un rapporto presentato dall’Ifad a Tunisi (scarica a sinistra l’allegato), dove si sta svolgendo il Forum mondiale sulle rimesse.

La crisi economica globale sta mettendo a rischio il flusso delle rimesse degli immigrati nei propri Paesi d’origine. La Banca mondiale calcola una contrazione tra l’1 e il 6% per il 2009 rispetto al 2008.

“In tempi di recessione, favorire i trasferimenti di queste rimesse alle famiglie nelle aree rurali dell’Africa è più vitale che mai” ha affermato il Presidente Aggiunto dell’IFAD, Kevin Cleaver, prima di partire per Tunisi. “Il potere delle rimesse può essere stimolato abbattendo le barriere e rendendo meno costoso per le famiglie africane prelevare il proprio denaro,” ha aggiunto.

A livello globale, i flussi delle rimesse superano i trecento miliardi di dollari l’anno, eccedendo l’ammontare degli Investimenti Stranieri Diretti e dell’Assistenza Ufficiale allo Sviluppo messi insieme. Mentre i costi per i trasferimenti di denaro sono diminuiti in modo significativo in America Latina e in Asia, mandare i soldi a casa in Africa è ancora molto costoso.

Al vertice del G8 a L’Aquila lo scorso luglio, i leader mondiali hanno riconosciuto l’impatto che i flussi delle rimesse hanno sullo sviluppo e si sono prefissi l’obiettivo di dimezzare il costo dei trasferimenti nei prossimi cinque anni attraverso la creazione di un ambiente competitivo e senza barriere per i trasferimenti.

Tra il 30-40% delle rimesse inviate in Africa è diretto alle zone rurali, dove i poveri non hanno accesso a servizi finanziari e dove le famiglie degli emigrati devono percorrere grandi distanze per poter prelevare il denaro inviatogli dai loro cari. L’intero continente africano ha lo stesso numero di punti dove le famiglie degli emigrati possono prelevare le rimesse che il Messico.

Il rapporto dimostra che semplicemente aprendo ad altre strutture la possibilità di offrire servizi di trasferimento delle rimesse, per esempio istituzioni di microfinanza e uffici postali, il numero dei punti di prelievo delle rimesse raddoppierebbe.

La Banca Mondiale ha calcoiato che la crisi finanziaria ridurrà le rimesse verso i Paesi in via di sviluppo di circa il 5% nel 2009 portandole a 290 miliardi di dollari.

«In un contesto globale di crisi e diminuzione del flusso di capitali, le rimesse diventano ancora più importanti nei Paesi in via di sviluppo» dice a vita.it Dilip Ratha capo del dipartimento della Bm che studia l’impatto economico delle rimesse degli immigrati. «Per questo bisogna favorirle e ridurre i costi di trasferimento».


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