Welfare

Rimesse e casa, istruzioni per l’uso

di Redazione

Posso acquistare casa o prenderne una in affitto?
La risposta è sì: in entrambi i casi per gli immigrati regolari valgono le stesse regole e prassi che seguono gli italiani. In più, naturalmente, occorre essere in possesso di un permesso di soggiorno regolare. Partiamo dall’affitto (l. 431/98). Oggi, chi decide di concedere o prendere in affitto una casa ha a disposizione varie tipologie di contratti. Due sono i principali:
a) a canone libero; in esso i contraenti possono decidere liberamente l’ammontare del canone e le altre condizioni della locazione con l’unico obbligo di rispettare la durata minima;
b)
a canone concordato; in tal caso il corrispettivo viene pattuito in base ad alcuni criteri stabiliti in accordi stipulati tra le organizzazioni degli inquilini e quelle dei proprietari. Per quest’ultimo tipo di contratto il canone di locazione è inferiore alla misura dei canoni correnti di mercato. Proprio per questo, e per incentivare l’utilizzo di questa forma di contratti, introdotti con lo scopo di contenere i prezzi di mercato e venire incontro alle esigenze di chi è costretto a prendere in locazione un immobile, il legislatore ha pensato di concedere, sia al locatore che all’inquilino, alcuni vantaggi fiscali.Anche per l’acquisto non ci sono sostanziali differenze fra il compratore italiano e quello straniero. Per entrambi valgono alcune regole di buon senso. Occorre innanzitutto accertarsi che l’abitazione sia stata costruita regolarmente (il proprietario deve essere in possesso della concessione edilizia e del certificato di abitabilità). Se l’abitazione è nuova sarà lo stesso costruttore a mostrare la documentazione che dimostra la regolarità dell’edificio. La seconda precauzione consiste nel verificare che non vi siano ipoteche sull’abitazione e che il proprietario non abbia contratto debiti offrendo come garanzia l’immobile.

Come posso inviare denaro al Paese d’origine?
Nella scelta del sistema di invio del denaro nel proprio Paese, oltre che sul fattore sicurezza l’attenzione si basa sul rapporto tra costi e tempi di trasmissione. Questi due parametri variano in base all’operatore del trasferimento e all’entità dell’importo inviato. La componente del costo è estremamente importante perché va ad incidere sul suo importo complessivo. In banca, attualmente, le modalità più utilizzate per inviare soldi nel Paese d’origine sono la rimessa e le carte prepagate. La rimessa (che non è altro che un bonifico bancario) può essere indipendente dall’apertura di un conto bancario e si basa sull’esistenza di una partnership tra la banca in Italia e una banca del Paese di destinazione; l’offerta è quindi variabile, in base alla convenzione stipulata tra le due banche. C’è da dire che numerose banche hanno predisposto delle tipologie di conti correnti specifici per i cittadini stranieri che, tra i servizi offerti, prevedono, ovviamente, l’invio delle rimesse. Anche le carte prepagate (abbinate ai diversi circuiti di pagamento) possono essere richieste senza l’obbligo di aprire un conto corrente bancario. Come faccio ad accendere un mutuo?
Oltre alla documentazione necessaria all’apertura di un conto corrente (carta di identità, codice fiscale, passaporto e permesso di soggiorno) per accendere un mutuo in vista dell’acquisto di un’abitazione generalmente occorre soddisfare altri due parametri. La permanenza minima in Italia e l’anzianità del rapporto di lavoro. La prima deve essere di almeno 3 anni mentre l’anzianità del rapporto, generalmente, varia a seconda della tipologia di mutuo che si vuole acquistare e dal tipo di contratto di lavoro. Per i mutui a tasso fisso occorrono 6 mesi di anzianità per il lavoratore dipendente e 12 mesi per quello autonomo. Per il mutuo a tasso variabile è necessaria invece un’anzianità di 36 mesi per i finanziamenti fino al 70% e 60 mesi per i finanziamenti fino all’80%. Questi dati ovviamente sono indicativi e possono variare a seconda della tipologia del prodotto che si intende acquistare. In molti casi è richiesta anche la presentazione del modello Cud (certificazione unica dei redditi di lavoro dipendente), delle ultime buste paga e/o della dichiarazione del datore di lavoro.

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.