Welfare

Rimborsi per adozioni, presentate cinque interrogazioni

La Commissione adozioni nei giorni scorsi ha comunicato che le spese per adozioni sostenute dopo il 2011 non potranno essere rimborsate. Sono cinque le interrogazioni presentate per chiedere al Governo di sbloccare la situazione

di Sara De Carli

È stata presentata giovedì 20 luglio l’interrogazione a risposta in commissione 5-11927 a firma di Lia Quartapelle (Pd) sui rimborsi per le spese sostenute dai genitori adottivi. «Non è difficile immaginare quanto questa informazione [il fatto che non verrà dato seguito ad ogni eventuale istanza di rimborso relativa agli anni successivi al 2011, ndr] abbia suscitato preoccupazioni e timori nel mondo degli enti e delle famiglie adottive che hanno accolto bambini dopo il 2011 e sono forti i timori circa una presunta assenza di risorse da destinare ai rimborsi», scrive l’onorevole, ma «a tale proposito» «da oltre tre anni vengono stanziate risorse nel bilancio statale per sostenere famiglie che hanno concluso procedure di adozioni internazionali». Quartapelle cita tre atti: l’ordine del giorno Patriarca del 30 novembre 2014 con cui si impegnava il Governo a predisporre risorse adeguate per un sostegno economico alle famiglie che intraprendono il percorso adottivo; la legge di stabilità 2015 che all'articolo 1, comma 132, disponeva che «il Fondo per le politiche della famiglia di cui comma 1, del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, è incrementato di 5 milioni di euro dal 2015 al fine di sostenere le adozioni internazionali ai sensi dell'articolo 1, comma 1250, della legge 27 dicembre 2006, n. 296» e la legge di bilancio 2017 che all'articolo 1, comma 590, prevedeva che «al fine di assicurare il sostegno alle famiglie che hanno concluso le procedure di adozione internazionale, il Fondo per le adozioni internazionali, di cui al comma 411 dell'articolo 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208, è incrementato di 5 milioni di euro per l'anno 2017». L’interrogazione chiede quindi, alla luce di ciò, «se trovi conferma quanto sostenuto dalla Commissione per le adozioni internazionali di cui in premessa» e se il Presidente del Consiglio «intenda assumere le iniziative di competenza per garantire i rimborsi alle famiglie adottive per gli anni successivi al 2011».

Il 18 luglio Andrea Causin (Forza Italia) aveva presentato l’interrogazione a risposta scritta 4-17360 che analogamentwe chiede «se il Governo non intenda fare chiarezza circa la decisione assunta in merito ai rimborsi delle spese sostenute per le adozioni conclusesi negli anni successivi al 2011 e se non intenda intraprendere le opportune iniziative al fine di garantire che il fondo per le adozioni internazionali possa mantenere la finalità di rimborsare le spese sostenute dai genitori adottivi per l'espletamento della procedura di adozione del minore straniero». Vi è poi l’ interrogazione a risposta scritta 4-17394 presentata da Emanuele Scagliusi (M5S) il 20 luglio, che chiede al Governo «quali iniziative intenda mettere in atto per garantire i rimborsi per le famiglie che hanno completato l’iter adottivo negli anni successivi al 2011, al fine di ridare fiducia al sistema delle adozioni internazionali, gravemente danneggiato dalla gestione monocratica della passata gestione». Scagliusi ricorda che l'articolo 10, comma 1, lettera l-bis), del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, recante «Approvazione del testo unico sulle imposte dei redditi», prevede la deducibilità del 50% delle spese sostenute dai genitori adottivi per l'espletamento della procedura di adozione disciplinata dalle disposizioni contenute nel capo I del titolo III della legge 4 maggio 1983, n. 184», che l'articolo 1, comma 152, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, prevede la costituzione, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, del «Fondo per il sostegno delleadozioni internazionali», «finalizzato al rimborso delle spese sostenute dai genitori adottivi per l'espletamento della procedura di adozione disciplinata dalle disposizioni contenute nel capo I del titolo III della legge 4 maggio 1983, n. 184» e che l'articolo 1, comma 1250, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria 2007) stabilisce, fra l'altro, che l'incremento del fondo per le politiche della famiglia viene utilizzato per sostenere le adozioni internazionali.

Il Senatore Aldo Di Biagio (Ap) sempre il 18 luglio ha presentato un’interrogazione a risposta scritta (la 4-07836), in cui afferma che – a quanto gli risulta – nel fondo per le adozioni internazionali, dopo aver liquidato i rimborsi alle famiglie che hanno adottato nel 2011, resterebbero circa 10 milioni di euro: tali fondi «benché potenzialmente destinabili in rimborsi dopo il 2011, non potranno essere liquidati, in ragione dell'assenza di un provvedimento legittimante da parte della Presidenza del Consiglio dei ministri» e d’altra parte è evidente che questi 10 milioni di euro «risulteranno esigui per sostenere i rimborsi delle restanti 14.000 famiglie, che hanno adottato in Italia negli ultimi sei anni». Di Biagio chiede quindi «se si intenda fornire adeguato sostegno anche economico alle 14.000 famiglie che dal 2011 ad oggi hanno concluso una procedura di adozione internazionale, e che al momento non sono legittimate a formulare una istanza di rimborso» e «se si intenda procedere con la deliberazione di un nuovo provvedimento, che consenta di liquidare i rimborsi per le famiglie che hanno concluso un iter adottivo dopo il 2011».

Marco Carra (Pd) ha presentato l’interrogazione a risposta orale 3-03172 lo scorso 19 luglio 2017, evidenziando che «occorrerebbero risorse importanti al fine di implementare il fondo e sarebbe necessario un atto della Presidenza del Consiglio dei ministri per sbloccare la quota rimanente a seguito della conclusione dei rimborsi fino al 2011»: chiede quindi al Governo «quali iniziative intenda assumere, con la massima urgenza, al fine di assicurare adeguata copertura finanziaria al fondo per consentire il rimborso delle pratiche dal 2011 ad oggi, evitando di penalizzare le famiglie interessate e dimostrando adeguata attenzione istituzionale e politica al tema delle adozioni internazionali».

Intanto la petizione lanciata dal CARE ha raggiunto le 6.880 adesioni.

Foto Thiago Cerqueira, Unsplash

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