Welfare

Rigenerare le istituzioni con l’economia civile

Al via questa mattina la tredicesima edizione delle Giornate di Bertinoro per l’Economia Civile con la sessione dedicata al contributo dell’Economia Civile alla riforma delle Istituzioni economiche e sociali

di Redazione

Con la sessione di apertura dedicata a “Il contributo dell’Economia Civile alla riforma delle Istituzioni economiche e sociali” si è aperta oggi la tredicesima edizione delle Giornate di Bertinoro per l’Economia Civile, tradizionale appuntamento promosso da Aiccon (Associazione Italiana per la promozione della Cultura della Cooperazione e del Non Profit) che riunisce annualmente i maggiori rappresentanti del mondo del Terzo settore, dell’Università, delle Istituzioni e delle imprese.
Il dibattito, articolato in quattro sessioni, vedrà oltre 200 partecipanti affrontare temi importanti dedicati alle tendenze più rilevanti del settore non profit e dello scenario economico in Italia, con focus sul tema “Ri-generare le Istituzioni. Il contributo dell’Economia Civile all’Innovazione Istituzionale”.

Il dibattito di apertura “Il contributo dell’Economia Civile alla riforma delle Istituzioni economiche e sociali” ha visto la partecipazione di Claudio Gagliardi, (Segretario Generale Unioncamere), Elisabetta Gualmini (presidente Istituto Cattaneo), Stefano Zamagni (Università di Bologna) e Andrea Mancini (Istat).

Nel primo intervento Claudio Gagliardi, Segreterio Generale di Unioncamere, ha evidenziato come nonostante la crisi e la stretta dipendenza dalla committenza pubblica, le imprese sociali riescono comunque a mostrare una tenuta occupazionale ancora migliore rispetto al resto dell’economia italiana. «Stimiamo che le quasi 15mila imprese sociali con almeno un dipendente (composte soprattutto da cooperative sociali) presenti nei Registri delle Camere di commercio impieghino, nel complesso, 435mila lavoratori. Sia per l’affacciarsi sul mercato di nuove imprese sociali, sia per l’aumento occupazionale di quelle già esistenti, dal 2008 al 2012 i dipendenti nel mondo delle imprese non profit sono aumentati di quasi il 6% l’anno, ben più di quanto hanno messo a segno tutte le altre aziende italiane»  ha aggiunto Gagliardi . «Una crescita legata alla diffusa esternalizzazione di servizi da parte della pubblica amministrazione, non accompagnata però da un credito capace di accompagnare la crescita di questo settore e in uno scenario caratterizzato dalla continua riduzione di finanziamenti pubblici. È per questi motivi, e non solo per le difficoltà dello scenario economico, che nel 2013 le imprese sociali prevedono una flessione occupazionale di -5.400 lavoratori dipendenti   (-1,2%). Un dato negativo certo, ma molto inferiore a quello prospettato dall’insieme delle imprese italiane, i cui dipendenti quest’anno caleranno del -2,2%».
Gagliardi ha poi concluso «Le Camere di commercio sono il soggetto in grado di rafforzare l’indispensabile triangolazione tra chi produce beni economici e chi produce beni sociali: fra imprese profit, mondo del non profit e istituzioni. La Camera può rappresentare la casa che sostiene lo sviluppo delle imprese sociali e del non profit, un indispensabile tassello nel nuovo modello di sviluppo dell’Italia basato sulla qualità, sulla sostenibilità, sulla cultura dei territori: perché la coesione e il benessere sociale non sono ininfluenti rispetto alla creazione di ricchezza, come dimostra l’esperienza dei nostri distretti produttivi, dell’imprenditorialità diffusa, delle aziende familiari».

Andrea Mancini dell'Istat nel suo intervento focalizzato sui dati del Censimento 2011 ha evidenizato come il settore non profit sia sempre più ortientato al market presentando alcuni nuovi dati ancora provvisori: oltre alle cooperative sociali 87,2%, circa un terzo delle associazioni (29,6%), delle associazioni non riconosciute (30,3%)  e delle fondazioni (34,1%) ricavano in prevalenza risorse dal mercato.
Secondo Paolo Venturi direttore di Aiccon: «Alla luce dei nuovi dati dell'Istat è sempre più evidente come il settore non profit rappresenti un asset produttivo del nostro Paese. Si evidenziano delle polarizzazioni tra nord e sud e aumenta la distanza fra i “big player” dell'impresa sociale e il fenomeno di polverizzazione che rigurada le istituzioni non profit associative».

L'evento prosegue con due sessioni pomeridiane: la prima “Innovazione istituzionale e modelli di ibridazione organizzativa“che sarà introdotta da un focus con i dati Istat sull'imprenditorialità sociale a cura di Massimo Lori del'Istat e vedrà la partecipazione di Leonardo Becchetti (Università di Roma Tor Vergata), Paola Menetti (presidente Legacoopsociali), Giuseppe Guerini (presidente Federsolidarietà Confcooperative), Francesco Gallucci (Direttore scientifico Laboratorio di Neuroscienze Applicate – Fondazione Gtechnology | Aism- Coordinatore del Dipartimento di Neuromarketing), Massimo Tuzzato (Responsabile ricerca e sviluppo Cooperativa Sociale Itaca) e Flaviano Zandonai (Segretario generale Iris Network).
La seconda sessione pomeridiana tratterà il tema dell' “Associazionismo: dall’advocacy alla Governance” e si aprirà con un altro focus con i dati Istat su associazionismo e volontariato a cura di Sabrina Stoppiello dell'Istat, seguiranno gli interventi di Marco Frey (Scuola Superiore Sant’Anna, Pisa – Presidente CittadinanzAttiva), Ivo Colozzi (Università di Bologna), Gregorio Arena (Università di Trento – Presidente Labsus), Stefano Tabò (Presidente CSVnet) e Pietro Barbieri (Portavoce Forum Nazionale del Terzo Settore).

Diretta twitter delle Giornate di Bertinoro #gdb2013
 

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.