Rifugiato è un aggettivo, non un sostantivo

di Antonio Amendola

Oggi si ‘celebra’  la Giornata Mondiale del Rifugiato.

Un titolo altisonante che ci ricorda che, nel mondo, tanta, tantissima, troppa gente abbandona il proprio Paese per un ‘altrove’ che spesso riserva delle sorprese anche peggiori.

E’ una giornata – sicuramente importante – in cui tutti, ciascuno per la sua parte, siamo impegnati in acute riflessioni sul perchè, sul come, sui percorsi, sulle condizioni di vita e sugli interventi a favore di chi fugge e si rifugia. Perchè alla fine, di questo si tratta: si fugge e ci si rifugia.

‘Rifugiato’ è una parola che funziona meglio in italiano che in inglese (refugee). Rende meglio l’idea, perchè contiene il significato di protezione.

(tra qualche giorno vi parlò approfonditamente di Binario15 e dei suoi laboratori e attività in favore dei migranti in transito a Roma. Restate nei paraggi, sono bravissimi!!!)

Anche noi di S4C ovviamente non ci tiriamo indietro. Noi i rifugiati li frequentiamo ogni giorno. Li raccontiamo e li includiamo nelle nostre attività. Alcuni di loro raccontano le nostre storie con noi; altri li formiamo; altri ancora diventano ‘semplicemente’ amici.

Cosa abbiamo imparato?

La cosa più banale: rifugiato non è un sostantivo. E’ un aggettivo.

Ci dimentichiamo facilmente che prima di essere rifugiati, erano altro. E non ci chiediamo mai cosa sia questo altro. Magari erano medici, avvocati, giornalisti, fotografi (eh! se ne conosciamo…), imprenditori, artigiani, creativi. Eppure arrivano qui…e li scansiamo con fastidio quando al semaforo, magari, cercano di lavarci il vetro sporco dell’auto.

Oggi parteciperemo a tanti eventi e ne leggeremo di tutti i colori (il nero dominerà). Spargeremo buonismo e le dita resteranno appiccicose della melassa retorica cui siamo purtroppo abituati.

Poi usciremo e, al semaforo rosso, avanzeremo di un metro per segnalare il ‘fastidio’ di chi chiede giusto di non essere considerato invisibile.

Nel corso della giornata vi mostrerò dei video che abbiamo prodotto nelle ultime settimane. Storie di rifugiati che ce la stanno facendo e storie di chi li aiuta a rimettersi in carreggiata.

E nei prossimi giorni vi parlerò di un grande progetto di S4C…ma proprio grande grande questa volta.

Dove avremo bisogno di tutti voi.

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