Mondo

Rifugiati sudanesi: Intersos lancia un appello dal Ciad

"E' una lotta contro il tempo. Occorre un intervento umanitario immediato", spiega dal Ciad Lucio Melandri, a capo della Emergency Response Unit di Intersos

di Paolo Manzo

“E’ una lotta contro il tempo. Occorre un intervento umanitario immediato. La situazione si sta deteriorando ed è necessario che la comunità internazionale porti subito la sua attenzione alla tragedia dei rifugiati sudanesi”. Queste parole arrivano dal Ciad, dove Lucio Melandri, a capo della Emergency Response Unit di Intersos, sta pianificando sul campo l’intervento di Intersos nell’area, in coordinamento con Unhcr. La popolazione in fuga dal Sudan, dalla regione del Darfur, è arrivata in Ciad dopo uno stremante viaggio a piedi e ha perso tutto. Hanno lasciato le scorte di cibo ma soprattutto la terra e il bestiame, gli unici mezzi di sostentamento. Non hanno nulla e possono solo contare sulla solidarietà delle popolazione del Ciad, che pur nella difficoltà tenta di aiutarli nei limiti dei loro ridotti mezzi. Ma la recente escalation del conflitto nel Sudan ha ora aumentato il flusso di profughi. Occorre intervenire subito per installare e attrezzare nuovi campi di accoglienza prima che la stagione delle piogge inizi e lasci i rifugiati sudanesi al loro destino. La Emergency Response Unit di Intersos, la nostra unità di intervento immediato per le emergenze umanitarie, ha già iniziato a lavorare per questo obiettivo, e dall’Italia Intersos sta attivandosi per fare partire i primi aiuti. “Oltre ad occuparci dei rifugiati sudanesi riteniamo doveroso avviare una serie di interventi a favore della popolazione locale che ha accolto e sostenuto ormai da mesi i rifugiati e che, il più delle volte, vive in condizioni eguali o peggiori degli stessi rifugiati”, aggiunge Lucio Melandri, “L’impatto di una così grande, e repentinamente comparsa, massa di rifugiati sulle già scarse risorse a disposizione delle popolazioni locali è preoccupante. Le riserve di cibo per affrontare la stagione delle piogge si stanno consumando”. E l’emergenza riguarda anche l’aspetto sanitario. L’unico ospedale della zona sud del Ciad, a Goz Beida, sarà inaccessibile per i profughi durante la stagione umida, e le medicine nella zona stanno scarseggiando. Nelle ultime settimane poi sembra che le milizie sudanesi stiano impedendo la fuga verso il Ciad. Negli ultimi giorni infatti solo persone fisicamente in salute, che riescono ad affrontare una difficile fuga, stanno riuscendo a passare il confine. Vecchi, donne e bambini pare non riescano più a scappare con facilità ma che siano costretti a tentare la fuga nella notte sotto il pericolo incombente della milizia sudanese.


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