Welfare

Rifugiati, il Secours catholique propone di superare Dublino

Sei associazioni francesi lanciano una serie di raccomandazioni per un'Europa solidale. In primo piano il tema dei richiedenti asilo e le conseguenze del trattato di Dublino. L'idea creare una rete e fare lobbying per cambiare le cose

di Antonietta Nembri

Alla vigilia delle elezioni europee, nel corso di un incontro a Parigi il Secours Catholique – Caritas Francia ha presentato le sue raccomandazioni per un’Europa più solidale con un chiaro riferimento alla situazione dei richiedenti asilo.
I rappresentati di sei associazioni caritative (Secours catholique, Atd Quart Monde, Ccfd Terre solidale, la Cimade, Emmaus Francia e Médecins du monde) che si raggruppano sotto la sigla “Vivere insieme” hanno presentato le proprie  proposte per vivere meglio in Europa. I temi hanno spaziato dall’accesso alle cure per i più poveri, alla lotta alle diseguaglianze, dalla necessità di sradicare la povertà estrema per arrivare all’accoglienza dei richiedenti asilo e dei rifugiati.

«È insopportabile dover sentire che ci sono stranieri “indesiderabili”. Dobbiamo lottare contro la diffidenza e la paura che circolano in Europa» ha detto François Soulage, presidente del Secours catholique.
Come si può leggere in un articolo su La Croix.com per il presidente dell’associazione è necessaria una revisione della politica europea per i richiedenti asilo. Il Secours catholique ha a Calais circa 150 volontari che aiutano i migranti mettendo a disposizione docce, pasti e vestiti. La maggior parte di questi in attesa di ottenere i diritto d’asilo in Francia o sognano di raggiunger la Gran Bretagna. Tra loro anche molti con le dita bruciate per poter evitare l’identificazione attraverso le impronte digitali. E la ragione di questa pratica nasce dagli accordi di Dublino del 1990 e aggiornati nel 2013.
Un richiedente asilo, infatti, può fare richiesta di asilo solo nel paese attraverso il quale è entrato in Unione Europea. «Si sa che la maggior parte dei migranti arrivano attraverso la Grecia, Malta, o l’Italia, un paese già sovraccarico, si capisce come essi non abbiano alcuna intenzione di restarci e questa è un’aberrazione» sottolinea Soulage. Per il quale è da questo punto di vista che si comprende come molti arrivino a bruciarsi le impronte per render impossibile capire da quale paese sono entrati in Europa.

Secondo il Secours Catholique le disposizioni del trattato di Dublino hanno anche un effetto perverso nell’impedire qualsiasi raggruppamento di tipo culturale. «Gli accordi di Dublino rendono impossibile a ciascun rifugiato di scegliere il paese nel quale vivere. E questo accresce le difficoltà di persone già fragili. Un curdo, per esempio, non può chiedere di raggiungere una comunità curda in Germania», prosegue François Soulage.
Per attirare l’attenzione dei deputati europei sulla necessità di una revisione degli accordi di Dublino l’organizzazioni francese conta su una rete internazionale «con le altre associazioni vogliamo fare lobbying nei confronti dei deputati. E questo è l’unico modo per farci ascoltare» annuncia il presidente del Secours catholique.
Le associazioni protagoniste dell’incontro parigino hanno già deciso una nuova riunione il 28 maggio per valutare il voto europeo e decidere i prossimi passi
 


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA