Politica

Riforma Terzo Settore: rinvio a data da destinarsi

Oggi in Aula è andato in onda un dibattito per certi versi surreale concluso con un nulla di fatto. Fra i protagonisti il senatore Marino che ha estratto dal cilindro un cavallo di battaglia vecchio di 12 anni: l’impresa sociale rappresentata come un centauro, un mostro metà uomo e metà cavallo

di Redazione

«L'impresa sociale è, nel nostro Paese, qualcosa che davvero non si riesce a comprendere, perché è una sorta di centauro, una specie di mostro mitologico». Parole del senatore Luigi Marino (Area Popolare-Udc-Ncd). Parole che questa mattina sono riecheggiate nell’Aula di palazzo Madama dove oggi è andato in onda il sequel del dibattito sulla legge di riforma del Terzo settore concluso con l’ennesimo rinvio a data da destinarsi. L’esponente centrista (teoricamente in maggioranza) è arrivato a proporre la cancellazione dell’articolo 6, quello sull’impresa sociale. Dimostrando una volta di più come tra i veri nemici dell'impresa sociale ci siano anche quelli che su di essa e sulla sua poco rilevanza hanno vissuto per anni di rendita.

Richiesta, prima accantonata e poi bocciata, figlia di una discussione per certi versi surreale che con l’intervento di Marino ha toccato l’apice.

Le memorie più lunghe ricordano come proprio la figura retorica del centauro colorì un intervento dell’oggi senatore all’assemblea di Federsolidarietà. Non l’ultima assemblea ben inteso. Quella del 2004. Dodici anni fa. A quel tempo Marino era saldamente al timone di Confcooperative (un regno durato dal 1991 al 2013). Ma per il senatore emiliano il tempo non è passato. E l’impresa sociale rimane un mostro. Un ibrido metà uomo e metà cavallo da abbattere senza se e senza ma. Peccato che nel frattempo gli ibridi siano nati per davvero. Ibridi di matrice cooperativa, sia chiaro. Chiedere – se interessati – i dettagli a Cgm, il consorzio cooperativo più grande d’Italia. Oppure, per uscire dal solco della cooperazione sociale, Marino potrebbe fare una capatina in qualche Misericordia toscana che ha in carico servizi cimiteriali o la gestione di ambulatori: tutti i casi in cui il confine fra srl e associazioni di volontariato è più che mai sottile.

Ma il centauro di Marino ha continuato a caricare a testa bassa: «Se ho capito bene, il ragionamento sotteso alla normativa contenuta nella delega al Governo al nostro esame è il seguente: l'impresa sociale, così come è oggi, non serve, non fa niente e non funziona e, dunque, dobbiamo renderla più capitalistica. Quindi, nell'ambito del Terzo settore, concediamo una delega al Governo, perché un'impresa, che deve o dovrebbe rimanere collocata solo nell'ambito del sociale, per funzionare ha bisogno di introdurre norme non leggere di stampo capitalistico, come la remunerazione del capitale, prevista alla lettera a) del primo comma, dell'articolo 6, in cui viene citata testualmente una norma europea, prevedendo che l'impresa sociale destina i propri utili prevalentemente al raggiungimento di obbiettivi sociali».

A Marino hanno replicato il relatore Stefano Lepri e il sottosegretario Luigi Bobba spiegando che il fine della delega è rilanciare l’impresa sociale, prevedendo forme miste pubblico-privato ed estendendo i benefici fiscali delle cooperative a mutualità prevalente.

Nonostante l'invito del suo capogruppo Renato Schifani a ritirare l'emendamento, Marino ha mantenuto la proposta di sopprimere l'articolo 6, che alla fine è stata respinta. Cassato anche l'emendamento di Giovanni

Endrizzi (M5S), che puntava a precisare che l'impresa sociale deve impiegare i profitti esclusivamente per perseguire obiettivi sociali.

Nella votazione dell'emendamento 6.202 di Tancredi Galimberti (FI-PdL), volto a distinguere nettamente l'attività sociale dall'attività commerciale, prevedendo che gli utili siano destinati esclusivamente, anziché prioritariamente, alle attività statutarie, è infine mancato il numero legale. Apprezzate le circostante il seguito dell'esame è stato rinviato ad una data che sarà decisa dalla Conferenza dei Capigruppo, convocata mercoledì 30 marzo alle ore 10.

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