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Riforma Terzo settore, partono i lavori in Senato

Il pd Stefano Lepri nominato relatore della norma incardinata nella Commissione Affari costituzionali: la discussione riparte giovedì 7. Possibili modifiche. Probabile quindi che la delega torni alla Camera. Il sottosegretario Luigi Bobba: «Chiudere entro l'estate»

di Redazione

Ripartirà giovedì 7 maggio al Senato la discussione sulla legge delega di riforma del Terzo settore (http://www.senato.it/leg/17/BGT/Schede/Ddliter/45510.htm). Il testo licenziato dalla Camera lo scorso 9 aprile è stato infatti incardinato pressa la commissione Affari Costituzionali . A raccogliere il testimone da Donata Lenzi, in qualità di relatore, a palazzo Madama sarà il senatore del partito democratico Stefano Lepri. «Una scelta molto opportuna», commenta il sottosegretario al Welfare Luigi Bobba, «Lepri è certamente un parlamentare molto preparato sul tema e ha seguito con grande attenzione il dibattito della Camera». Vale la pena ricordare come già dallo scorso anno Lepri e Bobba abbiamo lavorato fianco a fianco a una proposta di legge di riforma della 155/2006 sull’impresa sociale.

Lepri è stato scelto come relatore dalla presidenza del Senato pur non appartenendo alla prima Commissione, ma alla 11esima (Lavoro e previdenza sociale). Una scelta che ha evitato l’incardinamento congiunto alle due commissioni maggiormente competenti, incardinamento congiunto che avrebbe necessariamente allungato i tempi. «Se non ci saranno intoppi mi auguro che il lavoro parlamentare si concluda entro l’estate», precisa Bobba. Molto probabilmente sarà comunque necessario un nuovo passaggio a Montecitorio. «Credo che siano possibili aggiustamenti, ma non rivoluzioni, il grosso del lavoro già stato fatto», conclude il sottosegretario.

In questo senso sarà importante valutare con attenzione la relazione introduttiva che Lepri presenterà giovedì «in cui indicherò alcuni possibili ritocchi e linee di sviluppo». «Il testo uscito dalla Camera è certamente un buon testo, lavoreremo affinché diventi ottimo», aggiunge il senatore democratico. Che però non si sbilancia sulla tempistica: «L’iter parlamentare è una cosa troppo serie, per fare previsioni, molto dipenderà dagli orientamenti della Commissione». Ci saranno altre audizioni? «Anche qui la risposta spetta alla Commissione, il mio pensiero è che probabilmente non c’è ne è bisogno vista l’ampiezza che il dibattuto ha avuto finora, ma se al contrario se ne sentisse la necessità è una possibilità da valutare».  

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