Non profit
Riforma terzo settore, i commercialisti la studiano
Oggi a Milano un appuntamento organizzato dall'Ordine di Milano per analizzare le ultime modifiche al testo con un confronto tra professionisti e rappresentanti delle Istituzioni impegnati nel Terzo settore
L’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Milano dedica alla Riforma del Terzo settore, in discussione in questi giorni in Parlamento, il convegno che si apre oggi a Milano all’Auditorium San Fedele, in via Hoepli 3/b.
La Commissione Affari Sociali della Camera ha concluso infatti l’esame degli emendamenti al DDL delega, e il testo della Riforma dovrebbe approdare in Aula nel mese di aprile: si tratta quindi di un momento cruciale per il settore del non profit italiano, che secondo l’ultimo censimento ISTAT del 2011 si compone di 301.191 organizzazioni attive con 681.000 addetti.
Il Convegno – appuntamento conclusivo della 2^ edizione della “Primavera del Non Profit”, ciclo di incontri sulle eccellenze e opportunità del non profit – analizzerà le ultime modifiche al testo con un confronto tra professionisti e rappresentanti delle Istituzioni attivamente impegnati nel Terzo settore.
L’Ordine dei Commercialisti di Milano, tramite la Commissione pubblica utilità, sociale ed enti non profit, ha inviato lo scorso giugno alla Commissione Affari Sociali le proprie analisi e riflessioni. Tra le proposte figura un riesame della terminologia con cui si definiscono gli enti del terzo settore: infatti la definizione attuale di “enti non commerciali” deriva dalla normativa fiscale, mentre secondo i commercialisti il centro propulsivo della riforma deve partire dalla normativa civilistica. L’ente non lucrativo dovrebbe tornare ad essere identificato come una organizzazione privatistica che non distribuisce gli utili e ha scopo altruistico o mutualistico. Un altro contributo alla discussione riguarda la creazione di un sistema di forfettizzazione della tassazione e la riduzione al minimo degli adempimenti, soprattutto per le realtà minori, istituendo al contempo chiare regole di rendicontazione, controllo e revisione degli enti.
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