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Riforma Terzo Settore, come frenano i grillini
Settimana di pausa in vista della legge di Stabilità. Si riparte dalla prossima con le audizioni (si parla di 40). Ecco intanto un primo bilancio del dibattito: le maggiori obiezioni arrivano dai 5 Stelle
di Redazione
Una settimana di stop per lasciare spazio alla legge di Stabilità, quindi due settimane (dal giorno 11 al 20) in cui smaltire le circa 40 audizioni che saranno ammesse («per lo più enti di secondo livello, alcune di gruppo in modo da accorciare i tempi», precisa la relatrice Donata Lenzi). Se non ci saranno intoppi la legge delega di riforma del Terzo settore potrebbe venir licenziata dalla commissione affari sociali entro la fine del mese per poi approdare in aula a Montecitorio. Prima del rush finale vale la pena quindi fare un bilancio di questa prima fase di discussione.
LA RELATRICE
«Una riforma come questa», è sempre la Lenzi che parla, «non può essere una legge di parte, deve necessariamente essere un provvedimento condiviso». E, in questo senso, a giudicare dagli interventi in Commissione l’ostacolo maggiore pare essere quello dei 5 Stelle (malgrado due componenti della Affari Sociali grillini provengano dal mondo della cooperazione sociale: Giulia Di Vita e Massimo Enrico Baroni).
I GRILLINIALL’ATTACCO
Nella seduta del lo scorso 22 ottobre è proprio la Di Vita a tirare il freno manifestando apertamente la sua contrarietà allo strumento della delega e invitando il Governo e la maggioranza a evitare di esercitare pressioni al fine di procedere ad un esame rapido del provvedimento alla luce della complessità della materia e dei diversi interessi in gioco. Entrando nel merito del provvedimento, Di Vita rileva l'assenza di norme efficaci per prevenire illeciti e forme di corruzione. Richiamando l'esperienza della sua regione di provenienza, osserva poiché in Sicilia l'associazionismo ha in molti casi legami impropri con il mondo politico mentre realtà che potrebbero rappresentare un esempio da seguire incontrano molte difficoltà nella loro attività, invitando a considerare l'estensione della normativa anticorruzione al terzo settore (sic) e ad immaginare forme innovative di intervento.
La pentastellata Marialucia Lorefice fa eco alla sua collega manifestando sempre nel corso della stessa seduta «forti perplessità sull'efficacia del riordino normativo che si vorrebbe introdurre e critica quella che appare un'eccessiva apertura del terzo settore alle logiche di mercato». Sulla stessa lunghezza d’onda i grillini Giulia Grillo (che critica la riforma partendo dal rapporto redatto dalla G8 Taskforce sui Social impact investments) e Baroni (che calca molto la mano sui comportamenti illegali connessi alle attività del Terzo settore). La sensazione che se ne ricava è quella di una conoscenza superficiale del testo e del lungo dibattito che ha preceduto la formulazione della delega (e che ha largamente coinvolto rappresentanze e soggetti del terzo settore e dell’economia civile).
LA REPLICA DEL SOTTOSEGRETARIO
Da qui la risposta del sottosegretario Luigi Bobba che in queste settimane ha sempre seguito molto da vicino il dibattito parlamentare.
Bobba fra le altre cose osserva che la delega non rappresenta uno stravolgimento delle regole ma costituisce un modo ordinario di legiferare sulla base di criteri certi e definiti. Ricorda, inoltre, che il provvedimento è stato elaborato sulla base di un'ampia consultazione anche di soggetti collettivi.
Il testo in esame mira, continua il sottosegretario, in primo luogo a definire il perimetro dei soggetti coinvolti per favorire, anche sulla base del principio di sussidiarietà indicato dall'articolo 118 della Costituzione, i soggetti realmente meritevoli. Occorre, a suo avviso, armonizzare le diverse forme associative, senza cancellarle, per poter giungere ad un registro unico che aiuti anche a comprendere le dimensioni e le caratteristiche attuali del terzo settore. Ritiene che la normativa fiscale sia strettamente correlata all'individuazione dei soggetti e che vada in ogni caso armonizzata con il diritto europeo.
Rispetto all’impresa sociale Bobba sottolinea, in ogni caso, che la distribuzione degli utili potrà avvenire solo in maniera parziale e che una buona parte di essi dovrà costituire riserva indivisibile, prima di precisare che, oltre alle risorse previste con il provvedimento in esame, il Governo sta lavorando per individuare in anticipo una dotazione finanziaria aggiuntiva per il settore.
In tema di servizio civile, infine il sottosegretario sostiene che vi sono le condizioni per assicurare il suo svolgimento da parte di tutti i soggetti interessati, pur riconoscendo che la dotazione prevista attualmente dalla tabella C della legge di stabilità appare insufficiente.
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