Cultura

Riforma Onu: non aiuta mostrarsi subalterni a Usa

In un'intervista al Corriere della Sera lo afferma il responsabile economico della Margherita, Enrico Letta, bocciando la lettera scritta da Berlusconi a Bush

di Paolo Manzo

Un maggiore coinvolgimento del nostro Paese nel Consiglio di Sicurezza dell’Onu e’ ”un interesse nazionale, un pilastro, uno dei cardini della nostra politica estera su cui si lavora proficuamente da dieci anni”, ma ”appellarsi alla dignita’ dell’Italia e mostrarsi subalterni a Bush non ci aiutera’ ad ottenere risultati”. In un’intervista al ‘Corriere della Sera’ lo afferma il responsabile economico della Margherita, Enrico Letta, bocciando cosi’ la lettera scritta dal premier Silvio Berlusconi al presidente degli Stati Uniti e rilevando che ”la battaglia la vinciamo solo se facciamo combaciare il nostro interesse con una riforma che abbia il consenso di molti altri Paesi, se ci facciamo paladini di soluzioni che rafforzano sia l’Europa che l’Onu stesso”. Secondo Letta, Berlusconi ”ha dato un’impressione di subalternita’ rivolgendosi a Bush come a un papa”’ e ”non si puo’ pensare – dice – che tutto si risolva con inviti a cena in ville e gente al mare, bisogna spersonalizzare certe questioni, cosi’ hanno fatto negli ultimi dieci anni tutti i governi e tutti i premier che si sono succeduti a partire da Ciampi, ed abbiamo sempre avuto ottimi risultati”. ”Agli altri 200 paesi che dovranno votare, delle nostre aspirazioni nazionali non importa nulla” avverte poi Letta, convinto che la direzione giusta sia quella dell’istituzione di 7-8 seggi semi-permanenti nel Consiglio di Sicurezza. ”E’ la riforma a cui lavoro’ Andreatta – sottolinea – ed e’ la strada che deve essere seguita perche’ e’ quella in grado di ottenere i consensi delle medie e grandi potenze oggi escluse dal Consiglio come Argentina, Sudafrica, India e anche Paesi europei come la Spagna”.


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