Welfare

Riforma Onu: i diritti umani avranno un nuovo Consiglio

Un minuto di silenzio in onore di Giovanni Paolo II hanno aperto alle Nazioni Unite i lavori dell'Assemblea generale dell'Onu. Alcune le novità per i diritti umani, ma non tutti sono d'accordo

di Giulio Leben

Si è concluso l’incontro della Commissione Diritti Umani del Parlamneto italiano a Ginevra presso la sede dell’Onu, in occasione della sessantunesima sessione dell’alto cammissario del diritti umani. “Si è parlato della riforma dell’Onu e, nello specifico, della riforma che coinvolgerà l’Alto Commissario” ci dice Nuccio Iovene, sendatore Ds e membro della commissione parlamentare italiana. “Ciò che è emerso fra le novità” continua Iovene “è l’intenzione di trasformare l’Alto Commissario da commissione di 53 paesi a Consiglio formato da 24-45 paesi, con un evidente diminizione dei paesi membri, e conseguente riflessione sulle modalità di ammissione”. “Insieme all’Ecosoc (Economic and Social Council) e al Consiglio di Sicurezza, il nuovo Consiglio sui Diritti Umani” ha concluso Iovene “diventerebbe la terza gamba per le Nazioni Unite, con più poteri e, cosa ancora più importante, l’impegno non solo di redigere trattati e normi, ma di monitorare e controllare che tali trattati vengano rispettati”. Positivo fra i i primi commenti quello dei padroni di casa. La Svizzera sostiene il segretario generale dell’ONU Kofi Annan nel suo sforzo di riformare le Nazioni Unite. L’ambasciatore elvetico presso l’organizzazione, Peter Maurer, ha definito le proposte di Annan “importanti, giuste e realiste”. Berna sostiene le idee di Kofi Annan riguardo alla “rivitalizzazione” dell’Assemblea generale e del Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite (ECOSOC). Secondo Maurer, la Svizzera è favorevole anche alla costituzione di un Consiglio dei diritti umani che dovrebbe avere lo stesso peso del Consiglio di sicurezza e dell’ECOSOC. Una nuova Commissione per il Peacebuilding (costruzione pace) dovrebbe permettere di ridurre il fossato fra il mantenimento della pace e l’aiuto allo sviluppo, ha spiegato Maurer. Riguardo al finanziamento di questo aiuto, i paesi industriali devono mantenere le loro promesse. “L’ONU non ha bisogno di nuovi obiettivi in questo campo, ma deve realizzare quelli in vigore”, ha detto il diplomatico. Le proposte di riforma delle Nazioni Unite del segretario generale Kofi Annan hanno ricevuto forti critiche da parte dei paesi in via di sviluppo che hanno denunciato la troppa enfasi posta sulla sicurezza a detrimento dell’attenzione alla povertà e alle disuguaglianze nel sistema finanziario globale. I commenti sono giunti durante un dibattito dell’Assemblea Generale ieri che prosegue anche oggi. Le nazioni hanno parlato per la prima volta pubblicamente del piano di Annan del mese scorso per riformare le Nazioni Unite prima del summit di settembre sullo sviluppo, sicurezza e diritti umani. “L’Onu è malata e necessita delle cure adatte alla sua malattia. Ma le proposte del segretario generale non sono da nessun punto di vista né la cura adatta né una panacea”, ha detto l’ambasciatore all’ONU dell’Algeria Abdallah Baali. La maggior parte delle proposte di riforma, le più estensive dei 60 anni di storia dell’organismo internazionale, enfatizzano l’inasprimento della povertà dei più poveri tra i poveri. E’ prevista una tabella di marcia per le nazioni ricche per aumentare gli aiuti economici per la salute, l’istruzione, le infrastrutture così come per l’alleggerimento del debito e per un sistema di scambi commerciali più aperto. L’ambasciatore cinese all’Onu, Wang Guangya, ha dichiarato che le riforme delle Nazioni Unite devono “efficacemente invertire la tendenza in atto da molto tempo a dare la priorità alla sicurezza a discapito dello sviluppo”. Le nazioni africane, come il Sudafrica e altre, sono state più caute dato che la maggior parte della proposte sono intese a favorire il loro continente. Il gruppo delle otto nazioni sviluppate infatti nella sua sessione di lavori estiva intende promuovere lo sviluppo dell’Africa con diverse proposte di fondi, linee di credito e prestiti.


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