Mondo
Riforma Onu: 4 Paesi africani presentano progetto
Sudafrica, Nigeria, Ghana e Senegal propongono l'aumento dei seggi permanenti, due dei quali dovrebbero andare a Stati africani.
Quattro Paesi africani – Sudafrica, Nigeria, Ghana e Senegal – hanno presentato ieri al segretariato delle Nazioni Unite un progetto di riforma del Consiglio di Sicurezza. Il testo ricalca quello proposto dall’Unione africana lo scorso giugno: sei nuovi membri permanenti con diritto di veto, di cui due africani, e cinque nuovi membri elettivi, dei quali due provenienti dal Continente africano.
Il progetto preoccupa l’Italia, in quanto sembra direttamente ispirato dai quattro grandi pretendenti (Germania, Giappone, India e Brasile) che nello scorso luglio videro incepparsi la loro proposta proprio per la mancanza degli indispensabili voti africani. Se la risoluzione africana venisse sconfitta da un voto dell’Assemblea generale, a quel punto i Paesi dell’Unione africana risulterebbero svincolati dalla disciplina di gruppo, ed e’ probabile che una trentina di essi finirebbe per appoggiare il progetto targato G4.
La presentazione della bozza africana, in ogni caso, non significa che la stessa verra’ messa ai voti. Per votarla serve una richiesta ufficiale, su cui appare difficile che i membri dell’Unione si accordino. Ad impedire che Paesi come Sudafrica e Nigeria – che com’e’ noto ambiscono a un seggio permanente – abbiano campo libero ci pensano le intrecciate rivalita’ regionali. Non e’ del resto un caso che siano stati proprio questi Stati a presentare il progetto, anche se i bene informati assicurano che e’ assolutamente impossibile, qualora passasse la risoluzione, che ad accaparrarsi i due seggi permanenti possano essere due Paesi dell’area anglofona.
Per quanto riguarda il Senegal, che l’anno scorso si era candidato a un seggio permanente, si tratta di un Paese da sempre attivo in questa battaglia. L’adesione del Ghana, invece, a qualcuno ha richiamato l’orientamento di Kofi Annan, ufficiosamente vicino al G4 e appunto ghanese.
In ogni caso, la possibilita’ di una riforma del Consiglio di Sicurezza che stabilisca l’aumento di seggi permanenti rimane remota. Su di essa pesa infatti la dura opposizione di due membri permanenti (Cina e Stati Uniti) e quella di molti altri Paesi di media potenza, come l’Italia, la Spagna, il Messico, l’Argentina, l’Algeria e il Pakistan. Inoltre, la necessita’ di ottenere il voto di due terzi dei membri dell’Onu (128 su 191) rende estremamente difficile una riforma non condivisa da quasi tutta l’organizzazione.
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