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Riforma, le proposte del Forum del Terzo settore
Il portavoce Pietro Barbieri ha presentato il documento al sottosegretario Luigi Bobba. Che ha detto: «Sono contento di questa convocazione, ma attenzione a non inseguire fantasmi»
Si è svolta questo pomeriggio in un affollatissima (presenti oltre 150 persone) sala Capranichetta di fronte a Montecitorio la presentazione da parte del Forum Terzo settore di un documento (che trovate in allegato) sulla nuova legge quadro sul Terzo settore in discussione in Parlamento intitolato “La riforma che vorremmo”.
«Siamo arrivati ad un momento cruciale della riforma che sta per avviare la discussione in Senato e auspicabilmente crediamo che sia la conclusiva perché crediamo che sia infausta la condizione che si possa sovrapporre alla campagna per il referendum costituzionale se si protraggono i tempi», ha esordito il portavoce del Forum, Pietro Barbieri. Che poi ha aggiunto: «L'attuale discussione in Senato diventa allora fondamentale. Speriamo che sia migliorato e contenga quegli emendamenti che da tempo proponiamo per promuovere il Terzo settore e favorire la partecipazione dei cittadini. Viviamo una situazione caotica: sul tavolo ci sono più seicento emendamenti, molti di più di quelli che erano stati presentati alla Camera».
Una sottolineatura particolare è stata data al passaggio sulla revisione del Codice civile. In questo senso il documento del Forum parla di un punto su cui «occorre prestare molta attenzione: le attività accessorie a contenuto economico. All’articolo 3, comma 1, lett. d) del testo approvato alla Camera è presente la previsione di applicazione tout court ad associazioni e fondazioni – in caso di esercizio in pianta stabile e prevalente di attività di impresa – delle disposizioni in materia di società di capitali. Questo, a nostro avviso, snatura completamente il ruolo delle associazioni, che, per principio, non hanno (e non devono avere) le finalità e nemmeno l'organizzazione di un'impresa».
L'attuale discussione in Senato diventa allora fondamentale. Speriamo che sia migliorato e contenga quegli emendamenti che da tempo proponiamo
Una sottolineatura su cui non ha mancato di rispondere il sottosegretario al Welfare Luigi Bobba, che ha esordito con il sorriso dicendosi «felice di un’iniziativa forte del Forum» e ricordando che una manifestazione di questo sarebbe stato utile farla di fronte a palazzo Madama («dove il provvedimento è finito in un limbo da cui occorre tirarlo fuori al più presto) piuttosto che di fronte alla Camera dei deputati : «Non inseguiamo fantasmi: il testo licenziato dalla Camera prevede che solo “che alle associazioni e alle fondazioni che esercitano stabilmente e prevalentemente attività d’impresa si applichino le norme previste dai titoli V e VI del libro quinto del codice civile”. “Stabilmente e prevalentemente” significa che queste realtà già fanno un altro mestiere. Ci sono un numero rilevante di associazioni market oriented, quasi 90mila che hanno più dei due terzi del bilancio in produzione di beni e servizi: che queste realtà vadano incoraggiate a prendere la forma “sociale”».
La riforma del Terzo settore è finita in un limbo da cui occorre tirarla fuori al più presto
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