Politica

Riforma e agenzia così l’aiuto allo sviluppo volterà pagina

A breve la delega per una nuova legge che mandi in soffitta la 49/87. E a primavera una norma per istituire un organismo di controllo che gestirà fondi pubblici ma anche privati

di Paolo Manzo

Questa volta la riforma della cooperazione internazionale si farà sul serio. Per due motivi importanti che mai, nei vent?anni passati, si erano verificati. In primis è stata creata istituzionalmente una figura politica, a livello di ministero degli Esteri, che si occupa attivamente di aiuto pubblico allo sviluppo. Si tratta di Patrizia Sentinelli, viceministro con delega alla cooperazione. In secundis, l?iniziativa di riforma questa volta è stata assunta in prima persona dal governo e non, come in passato, da parti più o meno corpose del Parlamento.

Secondo fonti interne della Farnesina, a breve il governo presenterà un suo disegno di legge delega. Quali saranno i contenuti principali della riforma? La cooperazione continuerà ad essere parte integrante della politica estera italiana e, quindi, il controllo e l?indirizzo politico rimarranno in capo al ministro degli Affari esteri, con un ruolo del viceministro di coordinamento non solo delle attività di cooperazione di competenza della Farnesina ma di tutti i ministeri che hanno a che fare con l?aiuto pubblico allo sviluppo. A tal fine potrebbe essere creato un Fondo unico, con l?obiettivo di riportare a coerenza le politiche di cooperazione, oggi disperse in mille rivoli, anche se su questo punto pare siano sorte molte riserve dell?ultima ora… La novità più ?rivoluzionaria?, tuttavia, è che il tutto sarà amministrato da un?agenzia che gestirà fondi pubblici, senza escludere la possibilità di usarne di privati. Una novità, questa, voluta dal ministro degli Esteri, Massimo D?Alema, che ci stava già lavorando da tempo, dai Ds che l?avevano già annunciata un paio di anni fa e dalla Sentinelli. Una novità che dovremmo vedere nero su bianco in un disegno di legge delega entro l?inizio della prossima primavera.

Per la cooperazione internazionale, comunque, i primi provvedimenti presi dalla Sentinelli stanno andando nella direzione voluta dalle ong italiane, non solo per la riforma della legge 49, ma anche per la volontà di perseguire l?unicità delle risorse e della coerenza d?azione. Soprattutto in Finanziaria c?è stato un timido segnale di cambiamento: 600 milioni importanti e, soprattutto, 100 milioni dedicati al ?capitolo ong?.

Restano tuttavia ancora molte spine nella cooperazione italiana che, si spera, la riforma della 49/87 potrà togliere. A cominciare dalla mancanza di un fondo apposito per il finanziamento del Fondo globale per l?Aids, la tbc e la malaria. La Finanziaria è stata votata con un maxiemendamento senza i fondi di 130 milioni per il Global Found che le ong italiane hanno chiesto ripetutamente, «barattando la vita di 40 milioni di persone con un risparmio vergognoso, solo questo termine ci sentiamo di usare», ha tuonato il presidente dell?Associazione ong italiane, Sergio Marelli. Un?assenza che stride con la quantità delle spese militari, che rimangono intatte in Finanziaria. Inoltre, ad oggi, è irrisolto il nodo degli arretrati che lo Stato italiano deve alle ong: 40 milioni di debito risalente a oltre dieci anni fa. Un?altra vergogna da cancellare al più presto.

Info:
www.esteri.it
www.ongitaliane.it


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