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Riforma cooperazione: dalle ong un coro di dissensi contro l’agenzia “leggera”

Non c'è l'appoggio sul testo unico in discussione alla Commissione Affari Esteri del Senato. Si teme il ridimensionamento dell'agenzia e del fondo unico

di Chiara Sirna

Manca l’accordo. Così com’è il testo unificato all’esame della commissione Esteri del Senato sulla riforma della coooperazione rischia di fare un buco nell’acqua. Dalle ong continua a sollevarsi un coro di dissensi.
L’ultimo in ordine di tempo è quello dell’Associazione Ong Italiane, che proprio oggi alle 14 si è riunita a Bologna per discutere della proposta bypartisan. Alla riunione a porte chiuse erano presenti rappresentanti delle tre federazioni Focsiv. Cocis e Cipsi, ma anche le ong Imal e Avsi.

Netta è stata, al termine dell’incontro, la bocciatura del progetto di riforma ancora in discussione, ma che all’inizio del 2008 passerà al voto definitivo in aula, al Senato. ?Sembra un rimpasto della legge 49 (quella approvata nell’87 ndr) ? dice senza mezzi termini Sergio Marelli, presidente dell’associazione ong italiane ? Non è quello che auspicavamo dopo vent’anni di attesa?. ?C’è bisogno ? continua ? di una riforma che sia più snella e asciutta possibile, questa invece è prolissa, non fa altro che imbrigliare i necessari aggiustamenti che si dovranno fare dopo. Sarebbe stato molto meglio un testo semplice, regolato poi da una sere di decreti attuativi successivi?.

Ma nel mirino dell’associazione delle ong italiane ci sono punti ben precisi del testo. Marelli li percorre uno ad uno. ?Intanto sarebbe indispensabile un fondo unico reale e non indebolito come quello che emerge dal progetto licenziato dal comitato ristretto?. ?Il fondo unico ? incalza ? è l’unico strumento possibile per garantire la coerenza delle politiche di cooperazione, ora viene fortemente limitato?.

Il testo in discussione alla Commissione Affari Esteri del Senato, infatti, apporta alcune modifiche sostanziali al ddl di riforma presentato ad aprile, soprattutto sul fronte Agenzia e Fondo Unico.
L’Agenzia, che era stata originariamente pensata come unico organo esecutivo e gestionale di settore, viene ridimensionata nella sue funzioni dall’introduzione di un comitato interministeriale per la cooperazione allo sviluppo (Cics), sotto la guida della Farnesina.
Al Fondo Unico invece verranno convogliati solo una parte dei fondi destinati alla cooperazione: il resto rimane sotto la vigilanza del ministro dell’Economia e della Finanze.

?Il progetto di Agenzia delineato dal testo unico ? continua Marelli ? è assolutamente debole, così facendo l’agenzia diventa un mero organo esecutivo. Noi invece vogliamo che sia un organo di gestione delle politiche di cooperazione, ovviamente sotto gli indirizzi del ministro degli Esteri, vogliamo che sia un organo in grado di fare e agire, quello che emerge dalla proposta ora in esame non lo è?.

E sulla stessa linea si pronuncia anche il portavoce del Cini, il coordinamento italiano dei network internazionali, che proprio giovedì scorso ha organizzato un incontro con i senatori a Palazzo Madama per fare chiarezza sul testo unificato presentato da maggioranza e opposizione. ?Apprezziamo lo sforzo di trovare una soluzione bypartisan che garatisca quindi continuità, anche dopo un ipotetico cambio di governo ? dice Raffaele Salinari ? ma non è giusto che proprio in nome di questo compromesso si arrivi ad annacquare la riforma su due punti qualificanti?. Appunto Agenzia e Fondo Unico, su cui anche la posizione del Cini, che in sé raccoglie Action Aid, WWF, Amref, Save The Children, Terre des Hommes e Vis, è ferma e inflessibile. ?L’Agenzia dev’essere dotata di autonomia gestionale a tutti i livelli ? spiega Salinari ? quella del testo unico invece è debole, non ha sedi all’estero e non può fare affidamento sul fondo unico, almeno non per intero?. ?Viene sottoposta ? continua Salinari ? a due livelli politici di decisione, uno è quello del ministro degli esteri e l’altro invece del Cics (comitato interministeriale per la cooperazione allo sviluppo ndr) , che raccoglie diversi ministeri?.
Giudizi, questi, ripresi anche dalla neonata rete di ong Link 2007, che lega insieme Avsi, Cesvi, Cisp, Coopi, Cosv, Medici con l’Africa Cuamm, Gvc, Icu, Intersos, Lvia, Movimondo. ?Per di più ? aggiunge Salinari ? una parte del fondo unico viene ripartito al Cics, che diventa di fatto organo di indirizzo e di gestione?. ?Ci trovamo di fronte al solito rimpasto all’italiana ? conclude ? tipico di chi per accontentare tutti vuole spalmare il potere e la gestione su diversi organismi?.

Ma un margine di trattativa potrebbe aprirsi proprio nell’audizione, prevista per gennaio, delle Ong in Commissione, prima del passaggio definitivo del testo in aula. ?Lì siamo chiamati a dire la nostra ancora una volta ? spiega Salinari ? e lo faremo, sperando di poter migliorare e correggere le anomalie?. ?Aspettiamo di essere convocati così come dovevamo esserlo a settembre e poi a novembre per il testo unico, ma nessuno ci ha mai chiamato?, commenta più sarcasticamente Sergio Marelli.
Che pure critica aspramente anche gli articoli 15 e 16 del testo, quelli relativi agli organismi della società civile chiamati a partecipare agli interventi di cooperazione. ?Vanno interamente riscritti ? sentenzia ? sono assolutamente confusi, generici e giuridicamente scorretti. Nella società civile si fanno rientrare anche gli enti pubblici, le province e i comuni, che non mi risulta ne facciano parte. E poi si fa una totale confusione di piani anche tra volontari di servizio civile all’estero e cooperanti, che sono due cose distinte e separate?.


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