Riflessioni (in)attuali. L’inaspettato al museo: innestare cambiamenti

di Noemi Satta

Nel libro per i volontari già citato, al capitolo sulla comunicazione riprendevo Bennet, Una visita guidata, Adelphi, Milano, 2008 e con le sue parole descrivevo l’esperienza di visita al museo come un’esperienza di caratterizzata da “un certo dolor di gambe e da quel freddo demone della spossatezza che infesta i grandi musei”. Interessante far emergere subito il corpo dell’interlocutore, bisognoso di attenzioni e cure, spossato proprio dalla cultura. Eppure, concludeva Bennet, “la verità è che si la gente viene al museo per le ragioni più varie: per rilassarsi un po’ per ripararsi dalla pioggia, o per guardare i quadri o magari per guardare le persone che guardano i quadri. C’è da sperare, anzi da contarci, che queste opere riescano in qualche modo a emozionarli, e che, uscendo portino con sé qualcosa di inaspettato e imprevedibile”.

È imprevedibile anche il processo che porta un’istituzione o una organizzazione ad aprirsi, a cercare nuovi pubblici, a mettere in atto nuove relazioni, a costruire nuove comunità.

Un’esperienza, che porta con sé passione (radice etimologica pateo, patire soffrire e sentire), ma anche l’inaspettato, l’imprevisto. Proprio l’innesto del cambiamento, vero atto sorprendente, vero atto di innovazione sociale (che non deve cercare genialità, ma talvolta anche solo il cambiamento di qualche elemento di processo per innescare miglioramenti e innovazioni), può essere il nuovo scenario di riferimento per il mondo museale.

Se riscrivessi oggi quel contributo ci terrei a non definirlo una mappa operativa, ma quasi più un “calendario lunare”, di quelli per coltivatori e geek culturali, persone che sanno mischiare i saperi e occuparsi della crescita delle competenze e del livello di coinvolgimento in una causa, anche quella di una buona istituzione culturale. Sarebbe da riscrivere quel libricino del 2009, pensando ad un antimanuale, a un canovaccio di azioni, per tappe, per costruire esperienze, per tracciare percorsi comuni, stimolare la condivisione e la co-progettazione. Per museali lunari, che il viaggio sulla luna lo vogliono far fare ai loro visitatori, stakeholder, dipendenti, al loro territorio.

Anche di questo si è parlato il 17 e 18 giugno 2014, a SpaceInvaders a Ivrea, organizzato dall’associazione Pubblico 08:  il racconto di quello che si è detto seguendo #SpaceInvaders o su tw @noemisatta


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