Sostenibilità
Rifiuti: scoperto traffico illegale da Nord a Sud
Circa 1 milione di tonnellate di sostanze nocive sono state riversate per anni da un'organizzazione che aveva esteso i suoi traffici in tutta Italia
di Paolo Manzo
Rifiuti pericolosi che dalle industrie del Nord venivano smaltiti illegalmente al Mezzogiorno. Circa 1 milione di tonnellate di sostanze nocive sono state riversate per anni da un’organizzazione che aveva esteso i suoi traffici in tutta Italia. Una maxioperazione, denominata ”Cassiopea”, contro la gestione illecita dei rifiuti pericolosi, cominiciata alla fine del ’99 e portata a termine oggi, dai Carabinieri per la tutela dell’ambiente, Reparto operativo e Noe di Caserta, che hanno smascherato la truffa. Sono 97 i rinvii a giudizio chiesti dal pm della Procura di Santa Maria Capua Vetere (Ce), Donato Ceglie. Le imputazioni vanno dall’associazione a delinquere al disastro ambientale, realizzazione e gestione di discariche abusive. Nel blitz sono stati sottoposti a sequestro 18 siti, tra cui cave e aziende agricole, ma anche impianti di recupero adibiti a discariche abusive. Eseguite inoltre, nel corso delle indagini, piu’ 100 perquisizioni locali presso aziende dislocate in 27 province del Paese. ”Un fenomeno drammatico”, ha commentato all’AdnKronos, Paolo Russo, presidente della commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e le attivita’ illecite ad esso connesse, invocando l’introduzione nel codice del reato di delitto all’ambiente.
” Si disvela purtroppo -prosegue Russo- un sistema di smaltimento illecito di rifiuti speciali che e’ stato oggetto di attenzione delle precenti commissioni parlamentari d’inchiesta e lo e’ oggi con l’organismo da me presieduto, e cheregistra un elemento di straordinaria criticita’: troppo spesso accade che le regioni meridionali siano teatro di occultamento e smaltimenti illeciti di rifiuti”. Per il responsabile della bicamerale d’inchiesta sulle ecomafie di Palazzo San Macuto, ”Questo e’ avvenuto grazie alla complicita’ di imprenditori senza scrupoli, smaltitori d’arrembaggio, conniventi e legati a centri di stoccaggio troppe volte rivelatisi veri centri di manipolazione burocratico-cartacea del rifiuto”.
”Era gia’ stato registrato l’inquinamento dei laghetti artificiali del casertano -spiega Russo- o ancora dell’area del giuglianese o di quella aceranna, in provincia di Napoli e piu’ di recente della Murgia, ma oggi grazie a una positiva attivita’ inquirente -sottolinea l’esponente azzurro- e alla professionalita’ del nucleo di tutela ambientale, viene fuori in tutta la sua drammaticita’ quanto avevamo gia’ denunciato”.
Per il presidente della commissione d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, Paolo Russo, ”dinanzi a scenari di questo tipo, che purtroppo stanno assumendo cadenze quotidiane -spiega- derivano due conseguenze prioritarie”. ”La prima -spiega il responsabile della bicamerale di Palazzo San Macuto- e’ la necessita’ di considerare la questione non piu’ un fatto meridionale, considerando che il recapito finale e’ troppe volte localizzato nel Mezzogiorno del Paese, ma piuttosto, come deve essere, un problema di carattere nazionale, dato che la gran parte dei rifiuti pericolosi provengono dal Nord dello Stivale”.
”La seconda urgenza -fa sapere Russo- e’ il bisogno di giungere a una rimodulazione della normativa, insistendo sulla prioritaria ridefinizione della nozione di rifiuto, per evitare scorciatoie e pericolose semplificazioni, le quali non solo non valorizzano la ‘risorsa’ rifiuto, ma ne consentono illeciti smaltimenti”. Il parlamentare di via dell’Umilta’ sottolinea che ”il Parlamento dovra’ presto introdurre nel nostro codice il delitto ambientale”. ”Intanto, conclude Russo- complimenti a quanti, tutori dell’ordine e investigatori, lavorano con competenza e passione su questo fronte di lotta agli smaltimenti illeciti di sostanze davvero nocive alla salute e all’ambiente”.
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