Sostenibilità
Rifiuti: raccolta differenziata ancora in alto mare
Nel Nord siamo al 27%, nel Sud neppure al 5
C’e’ una linea netta che divide in due l’Italia e che segna un Nord dove la raccolta differenziata dei rifiuti raggiunge il 27% e un Sud dove la percentuale e’ appena del 4,7%. Un’Italia a due velocita’ con regioni come Lombardia e Veneto dove vengono avviati al riciclo rispettivamente il 36,7% e il 31,4% dei rifiuti e un’Italia con regioni come la Sardegna e la Calabria dove solo una parte minima dei rifiuti prodotti – rispettivamente l’1,7% e il 2,4% – viene smaltita in modo differenziato.
Un dato che pone in drammatica evidenza come sia ancora lontano e praticamente irraggiungibile per la stragrande maggioranza nelle regioni – ben nove non arrivano neanche al 10% – il traguardo del 35% previsto dalla Legge Ronchi per il prossimo anno. Infatti, sebbene si sia assistito ad un trend positivo in questi ultimi cinque anni, la media nazionale e’ ancora insoddisfacente e raggiunge appena il16,9%. Il quadro approfondito sulla situazione rifiuti nel nostro paese e’ stato presentato oggi da Legambiente e Osservatorio Nazionale dei Rifiuti, nel corso del Convegno ”Raccolta differenziata: obiettivo 35%”. ”Piu’ dell’83% della spazzatura prodotta nel nostro paese, pari a oltre 24milioni di tonnellate finisce tuttora nelle discariche,” ha dichiarato Ermete Realacci, presidente nazionale di Legambiente.
”Una realta’ che pesa soprattutto e vergognosamente nel Mezzogiorno, dove nonostante il commissariamento, la situazione e’ addirittura drammatica con numerose citta’ dove la raccolta differenziata e’ quasi inesistente, molte discariche scoppiano e il problema dei rifiuti rappresenta un gravissima emergenza, oltre che ambientale, anche in termini di igiene e di legalita’. Va poi sottolineato che a parte pochi esempi virtuosi, la gran parte dei Comuni italiani, non solo e’ lontana dalla quota del 25% prevista per il 2001 dalla Legge Ronchi, ma e’ ancora ben lontana da quella soglia minima del 15% di raccolta differenziata che doveva essere raggiunta in tutto il Paese entro il 1999”. Per invertire la tendenza servono amministrazioni piu’ attente, piu’ impianti di riciclaggio, scelte capaci di ridurre la quantita’ di rifiuti prodotti che invece continua ad aumentare”.
”Negli ultimi cinque anni l’Italia,” ha dichiarato Gianni Squitieri, Presidente Osservatorio nazionale dei rifiuti, ”non solo ha quasi triplicato le quantita’ di rifiuti raccolti separatamente (passando da 1.870.000 di tonnellate del 1996 a 4.950.000 nel 2001), ma ha visto svilupparsi un vero e proprio nuovo comparto industriale che vale intorno agli 11.000 miliardi e genera ulteriori risorse per il Paese. Basti pensare che, se oggi venissero raccolte separatamente 500.000 tonnellate di carta in piu’, non solo l’industria sarebbe in grado di assorbirle (riducendo la quota di macero importata dall’estero), ma i Comuni interessati avrebbero un risparmio di oltre 100 miliardi per il mancato invio in discarica, vedrebbero ridursi la tassa per la discarica e riceverebbero dal Consorzio per il riciclo della carta, il Comieco, oltre 50 miliardi come corrispettivo per il materiale raccolto”.
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