Sostenibilità

Rifiuti: per gli agricoltori è allarme plastica

Montagne di rifiuti nelle campagne, con cataste di teloni usati per le serre, sacchi e buste che non vengono smaltiti e riciclati. L' allarme della Conf. italiana agricoltori

di Redazione

Montagne di rifiuti nelle campagne, con cataste di teloni usati per le serre, sacchi e buste che non vengono smaltiti e riciclati. A lanciare l’ allarme e’ la Confederazione italiana agricoltori (Cia) che rivela come gli agricoltori investano mediamente, ogni anno, centinaia di milioni di euro in attrezzature di plastica (polietilene), e al momento dell’ acquisto, tra l’altro, paghino una percentuale (pari a 35 milioni di euro) destinata al riciclaggio e allo smaltimento di questi prodotti che, di fatto, non avverra’. Questo perche’, spiega la Cia, un ‘pericoloso’ e specifico articolo, nel quadro piu’ ampio del cosiddetto decreto legge ‘mille proroghe’, di prossima approvazione al Parlamento, rinvia l’ obbligo di pagamento del contributo obbligatorio, dovuto dalle aziende produttrici di polietilene al preposto Consorzio di smaltimento e riciclo che, senza tali fondi, non puo’ piu’ svolgere il proprio servizio. E i rifiuti rimangono cosi’ parcheggiati in azienda con la prospettiva di possibili multe. Quindi, lo smaltimento viene affidato a privati con costi elevatissimi per gli agricoltori. Da qui il rischio di smaltimenti abusivi, con falo’ improvvisati e conseguente inquinamento ambientale e inevitabili ripercussioni sulla qualita’ delle produzioni. ”E’ necessario intervenire – continua la Cia – in modo tempestivo e responsabile, prima che cataste di rifiuti di plastica deturpino il paesaggio rurale, evitando contestualmente smaltimenti fai da te”. Il prossimo 27 gennaio il Senato votera’ in merito all’ articolo del provvedimento ‘mille proroghe’ che spostera’ di un ulteriore anno l’ obbligo del pagamento della tassa, condonando altresi’ le pendenze pregresse di molte industrie nei confronti del Consorzio di smaltimento ‘Polieco’, che venne creato con una legge ad hoc per trattare e riciclare i rifiuti di polietilene. Fino allo scorso anno in Italia erano 300.000 le tonnellate di plastica che venivano regolarmente raccolte e riciclate dal Consorzio, il 59% al Nord, il 24% al Centro e il 17% nel Sud. Senza la raccolta organizzata dei rifiuti, l’impatto ambientale, sostiene la Cia, ”come emerge da questi dati sara’ notevole; i comuni cittadini pagheranno dazio vivendo in un ambiente meno pulito e sano e gli agricoltori, rispettosi delle regole, rischiano ancora una volta la beffa, con possibili danni qualitativi alle loro produzioni”. In Italia il 30% del polietilene commercializzato viene utilizzato in agricoltura e ogni anno si creano circa 30 miliardi di chili di rifiuti. Plastica, alluminio e carta costituiscono il 90% dei rifiuti e il riciclo dovrebbe coprire il 35% del totale. A Milano, per ogni abitante, vengono riciclati 13 chili di rifiuti di plastica, a Napoli circa 2 e a Roma 1,7.


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