Sostenibilità

Rifiuti: oltre 30 tonnellate smaltite illegalmente

Appello del presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti: serve una legge più severa

di Paola Mattei

”Ogni anno vengono gestite in maniera illegale circa 30 milioni di tonnellate di rifiuti, anche pericolosi. Di fronte ad una simile aggressione all’ambiente, non esiste un sistema sanzionatorio adeguato, in grado da un lato di consentire l’utilizzo di strumentazioni investigative idonee (quali le intercettazioni) e dall’altro di garantire una funzione deterrente
della pena”. Lo afferma Massimo Scalia presidente della commissione
parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti al forum ”Gli
illeciti nel ciclo dei rifiuti”, organizzato a Roma dalla
commissione e a cui hanno preso parte, tra gli altri, il procuratore
nazionale antimafia Piero Luigi Vigna, il procuratore distrettuale
antimafia di Palermo Pietro Grasso e il sottosegretario alla
Giustizia Franco Corleone.

Secondo Scalia, ”l’Italia e’ sempre piu’ in ritardo rispetto
agli impegni presi in sede di conferenza Onu al Cairo nel 1995 e a
quanto richiesto dal Consiglio d’Europa nel 1998: il nostro codice
penale non prevede le fattispecie di delitto ambientale, figure
invece presenti in Portogallo dal 1982, in Germania dal 1985 ed in
Spagna nel 1995. Traffici illeciti che fatturano migliaia di miliardi
sono puniti, nel migliore dei casi, con sanzioni oblabili, quando il
procedimento non decade per prescrizione dei termini. Non si deve
correre l’errore di delegare la tutela dell’ambiente all’autorita’
giudiziaria, per cui e’ nel contempo indispensabile giungere al
completamento del sistema Anpa/Arpa per garantire una piu’ efficace
prevenzione dei reati ambientali. E sono necessari nuovi strumenti,
tecnologicamente avanzati, quali il sistema Check-Rif predisposto
dall’Anpa, in grado di monitorare in tempo reale la fase del
trasporto e dello smaltimento dei rifiuti. E’ tuttavia urgente
-aggiunge Scalia- introdurre le fattispecie di delitto ambientale nel
codice penale, anche per consentire agli operatori di giustizia di
rispondere con strumenti adeguati all’azione di imprenditori deviati
e soprattutto della criminalita’ organizzata, che sfrutta tale
settore economico per infiltrarsi nelle cosiddette aree non
tradizionali”.

Scalia ricorda come ”la commissione ha approvato un documento
in tal senso nel marzo 1998, e il governo nell’aprile 1999 ha
presentato un proprio disegno di legge, ancora all’esame delle
commissioni Ambiente e Giustsizia del Senato. Ora e’ possibile
introdurre almeno sanzioni penali per i traffici illeciti di rifiuti
pericolosi, grazie ad una norma ad hoc contenuta nel nuovo disegno di
legge (gia’ approvato dal Senato) sugli interventi in campo
ambientale”.

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