Sostenibilità

Rifiuti, il WWF parte civile al maxi-processo

I giudici hanno accolto la richiesta dell'associazione

di Redazione

Il WWF schierata a fianco della società civile nel maxi-processo sui rifiuti che si è aperto il 19 gennaio presso l?aula bunker del Tribunale di Napoli: i giudici hanno accolto la richiesta dell?Associazione di costituirsi parte civile in proprio ed in sostituzione delle 5 province Campane incredibilmente assenti in quello che potrebbe essere uno dei più grandi processi per reati contro la salute e l?ambiente.
Nel maxi processo rifiuti in Campania figurano tra i 28 imputati nomi di spicco del panorama politico-economico italiano i quali, se rinviati a giudizio, dovranno rispondere della gestione illecita ed inefficace in materia di rifiuti, che ha condotto al collasso delle istituzioni preposte alla gestione dei rifiuti e alla conseguente crisi cronica in questa regione. I PM della Procura della Repubblica di Napoli hanno chiesto il rinvio a giudizio per abuso in atti ufficio, recupero illegale dei rifiuti, gestione illecita degli impianti, stoccaggio illegale ed altri reati ancora imprenditori come Paolo e Pier Giorgio Romiti e amministratori come il Governatore della Regione Campania, Antonio Bassolino, in qualità di commissario straordinario per l?emergenza rifiuti dal 2000 al 2004.

?La coincidenza di questa buona notizia con quella dell?apertura dell?Anno giudiziario, inaugurato oggi in Corte di Cassazione, ci costringe a riflettere sul fatto che sul sistema giustizia grava spesso l?onere di tutelare la salute dei cittadini e dell?ambiente in sostituzione di una pubblica amministrazione troppe volte colpevolmente assente ? ha dichiarato Michele Candotti, direttore generale del WWF Italia.

?Non bisognerebbe mai arrivare a questo punto, creare cioè le condizioni per le quali debba essere la Magistratura ad assumersi le responsabilità di chi ha portato la regione Campania alla gravissima situazione sanitaria, ambientale e sociale a causa di una pessima gestione dei rifiuti – ha continuato Candotti – Se da una parte questo processo rappresenta un momento importantissimo, dall?altra il WWF fa appello alle istituzioni, affinché scatti un campanello di allarme per le altre situazioni critiche presenti nel territorio italiano. Non vogliamo che si ripropongano esperienze simili nelle altre Regioni, perché il nostro obiettivo è quello di non dover discutere più della tutela dei cittadini e dell?ambiente in sede giudiziaria.?

L?accoglimento della richiesta del WWF è già avvenuto molte volte in passato in altre simili occasioni: fin dalla sua costituzione l?associazione si è sempre schierata a fianco delle inchieste prima e nei processi poi come oggetto portatore di interessi collettivi quali il diritto alla tutela ambientale e alla salute dei cittadini. Processi importanti quali quelli a carico dei gestori ed amministratori degli impianti presenti nei diversi Petrolchimici italiani o a carico dei gestori delle cave e discariche abusive che devastano ormai da decenni l?intero territorio del Casertano.

ANNO GIUDIZIARIO: LA RIFLESSIONE
Il numero delle violazioni in materia di tutela ambientale, salute e sicurezza dei lavoratori e dei cittadini è altissimo ed enorme è il quotidiano impegno di contrasto delle Forze dell?Ordine e della Magistratura. Il momento di riflessione dedicato ai reati in materia ambientale ed alle violazioni edilizie ed urbanistiche nelle relazioni inaugurali degli ultimi anni giudiziari conferma la rilevanza che hanno assunto tali violazioni nello scenario della criminalità nazionale. Già nel 2007 nel discorso inaugurale dell?anno giudiziario tenuto presso la Corte di Appello di Napoli, il Procuratore Generale Vincenzo Galgano chiedeva : ?che cos?altro rappresenta l?inquinamento ambientale da rifiuti tossici, urbani, speciali, se non l?esteriorizzazione dell?inquinamento civico e sociale??. ?E come non vedere – prosegue Galgano – nella mancata adozione di soluzioni idonee a eliminare i rifiuti e ad impedire il ripetersi di situazioni indegne di una civile convivenza l?unico e più significativo esempio della mancanza di una lucida volontà politica diretta a ripristinare la legalità sostanziale?».
Un discorso premonitore rispetto al caso rifiuti della Campania.
Dobbiamo purtroppo constatare che da un anno a questa parte ben poco è cambiato. Le richieste che il WWF Italia aveva fatto al mondo politico all?inizio del 2007, durante la presentazione presso la Corte di Appello di Roma del dossier Giustizia e Ambiente : 20 anni di esperienza WWF, sono rimaste lettera morta.
Solo per citare alcuni eclatanti esempi: ancora oggi non sono stati inseriti nel codice penale italiano i delitti ambientali richiesti anche dalla stessa Magistratura che necessita, oggi più che mai, di efficaci strumenti normativi per combattere i reati ambientali; ancora oggi associazioni no profit che, come il WWF, svolgono nelle aule dei tribunali attività di valenza sociale, non hanno garantito l?accesso gratuito alla giustizia per il quale sarebbe sufficiente una piccola modifica legislativa in tema di versamento del contributo unificato.


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