Sostenibilità

Rifiuti, energia, acqua, caccia. Le nostre (troppe) insufficienze

Nonostante il governo Prodi sia riuscito a ridurre il numero di procedure di infrazione, ci sono ancora una cinquantina di capitoli su cui la Ue ci considera inadempienti (di Sara Fioravanti).

di Redazione

Chi è il vero «cane da guardia» del nostro Paese sul fronte ambientale? È l?Unione europea che, seppure possa sembrare lontana e distante dai cittadini, è invece molto più vicina di quanto si pensi e forse è al momento il vero garante dell?ambiente in Italia per un futuro sostenibile per noi e le prossime generazioni.Al momento l?Italia ha oltre 50 procedure d?infrazione aperte in temi che vanno dalle acque ai rifiuti, dalla protezione della natura alle infrastrutture, dagli appalti all?energia e al clima, praticamente in tutto il comparto ambientale e le procedure aperte all?inizio del governo Prodi, nel 2006, erano ben oltre 80. Numeri incredibili che ci collocano al secondo posto, dietro la Spagna, tra i Paesi che collezionano il maggior numero di infrazioni comunitarie, soprattutto in campo ambientale.Le procedure d?infrazione vengono aperte dalla Commissione Europea quando uno Stato non ha recepito la normativa oppure, pur avendola recepita, non attua politiche di rispetto della normativa stessa. La procedura, che si realizza con uno scambio di richieste della Commissione e risposte dello Stato membro, qualora uno Stato non si adegui o non si metta in regola, porta al trasferimento degli atti davanti alla Corte di giustizia di Lussemburgo. Anche i privati cittadini e le associazioni ambientaliste come il WWF possono sollecitare, se a conoscenza di un caso di violazione, l?intervento dell?Unione Europea: anzi, in certi casi diventa l?unico modo per far sì che lo Stato rispetti le regole. Esempio ne è il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina che, pur essendo ritenuto corretto e fattibile in Italia, è stato giudicato negativamente dalla Commissione Europea, per il mancato rispetto da parte dell?Italia della più importante direttiva europea per la protezione della natura (Direttiva Habitat). Come in numerosi ed importanti casi, questa procedura di infrazione è stata avviata a seguito di approfondita indagine, sollecitata da una denuncia di WWF Italia. Oppure ancora il progetto del Mose a Venezia che, nonostante i richiami comunitari, continua ad essere in via di realizzazione. O la caccia a specie protette a livello europeo, che ogni anno le Regioni continuano ad autorizzare, nonostante diverse condanne della Corte di Lussemburgo e alcune procedure tuttora aperte.Per queste ragioni riteniamo che faccia la differenza a livello politico nazionale un governo che metta tra i suoi obiettivi il rispetto dell?acquis communitaire , ed è dunque riconoscimento di merito ad un governo, come quello appena concluso, che nel giro di poco più di un anno sia riuscito a far cancellare quasi 30 delle procedure aperte in materia ambientale, facendo peraltro risparmiare sanzioni pecuniarie ai contribuenti.Ben 10 procedure erano state aperte per mancata cooperazione con la Commissione e di queste 8 sono state sanate; sui rifiuti, delle oltre 20 aperte 7 sono state sanate e sul tema della natura e del rispetto delle direttive Habitat e Uccelli 4 sono state sanate ma sono ancora pendenti ben 14. In materia di clima ed energia invece il bilancio è più positivo visto che delle 5 infrazioni esistenti al momento dell?arrivo del governo Prodi, solo una è ancora in piedi. Rimangono peraltro gravissime situazioni che la Commissione sta monitorando che riguardano l?esistenza di circa 5mila discariche abusive sul territorio nazionale.
Sara Fioravanti
Ufficio legale – legislativo WWF Italia

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