Sostenibilità
Rifiuti, Bassolino: “Ho lottato e fallito ma non lascio”
Lettera a Repubblica del Governatore della Campania
di Redazione
Caro direttore, e’ giusto e doveroso chiarire il quadro delle responsabilita’ della drammatica situazione campana. E’ vitale, infatti, per la nostra democrazia che vengano alla luce scelte errate, inadeguatezze, inefficienze e le collusioni tra politica, imprenditoria e criminalita’ organizzata”. Comincia cosi’ la lettera aperta a “La Repubblica” in cui il Presidente della regione Campania, Antonio Bassolino, affronta i problemi legati all’emergenza rifiuti nella regione da lui governata, una lettera nella quale il governatore ammette di aver “lottato e fallito”, ma riferisce anche di essere stato “bloccato da vescovi e eco-fondamentalisti”. “Tale assoluta chiarezza -scrive Bassolino- e’ nell’interesse di tutti i cittadini e di tutti gli uomini impegnati nelle istituzioni. Voglio quindi dare il mio contributo a chiarire le vicende di questi anni. Nell’articolo di ieri, Eugenio Scalfari, scrive che in Campania ‘solo adesso, con dieci anni di ritardo, si e’ deciso di costruire un termovalorizzatore’. In realta’, il piano rifiuti per la nostra regione, definito alla fine degli anni ’90 dall’allora presidente della Regione e commissario governativo Antonio Rastrelli con il ministro Ronchi, prevedeva un ciclo industriale di trattamento dei rifiuti con 7 impianti per il trattamento e la trasformazione in combustibile (Cdr) e due termovalorizzatori”. “La decisione di costruire i termovalorizzatori -ricorda il presidente della Regione Campania- risale quindi a 9 anni fa. Quando diventai presidente e commissario a mia volta, nel 2000, la gara d’appalto per la gestione dei rifiuti era stata gia’ definita e aggiudicata all’Impregilo, che, in base al contratto, aveva la facolta’ di decidere la localizzazione degli impianti”.
“Nei tre anni e mezzo in cui ho fatto il commissario (fino al febbraio 2004, ben quattro anni fa) -scrive ancora Bassolino- ho firmato per l’avvio dei lavori e ho fatto tutto quanto potevo per dotare la mia regione di un moderno ciclo di trattamento dei rifiuti, dalla raccolta differenziata ai termovalorizzatori. In una corsa contro il tempo innescata dalla chiusura di tutte le discariche disposta dal prefetto e da una legge dello Stato”. “Sono riuscito -prosegue- a far costruire, tra mille opposizioni e proteste, i 7 impianti per produrre il Cdr (Combustibile derivato dai rifiuti). Per aprire il cantiere di Acerra ho dovuto fare i conti con ostacoli di ogni tipo e violente contestazioni. C’erano comitati civici, ambientalisti fondamentalisti, vescovi che predicavano contro i rifiuti-demonio, disoccupati organizzati, esponenti del centrodestra e del centrosinistra che si mettevano a capo dei cortei a caccia di consenso. Mentre delinquenti comuni e manovalanza della camorra facevano la loro parte, provando in ogni modo a intimidire e tenere in scacco le istituzioni locali ogni volta che si faceva un passo avanti verso quella chiusura del ciclo che avrebbe fatto terra bruciata intorno al business delle ecomafie”. “In questi anni, nella nostra regione, sull’opposizione ai termovalorizzatori e alle discariche, si sono costruite carriere politiche e fortune elettorali. Io -sottolinea il governatore della Campania- sono stato sempre al mio posto. A favore della costruzione dei termovalorizzatori. Pronto al dialogo con i cittadini e alle giuste compensazioni per le comunita’ locali, ma indisponibile ai ricatti. Nei tre anni e mezzo in cui sono stato commissario non sono riuscito a costruire il termovalorizzatore”.
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