Non profit

Ricostruzione: servono 12 miliardi

Confronto sempre più teso sui costi e sulle modalità per trovare fondi.

di Franco Bomprezzi

Dodici miliardi per ricostruire in Abruzzo, questa la prima stima del Governo. Ma come trovarli, a chi chiederli, e come utilizzarli è il tema del giorno sui quotidiani in edicola.

Oggi la rassegna stampa si occupa anche di:

 

 

«Abruzzo servono 12 miliardi», l’annuncio del Viminale è il titolo di prima del CORRIERE DELLA SERA di oggi. Altri aggiornamenti segnalati in grande evidenza: l’associazione bancaria italiana ha disposto la sospensione del pagamento delle rate dei mutui e di quelle del credito al consumo sino alla fine dell’anno. La Cei ha annunciato per bocca del suo presidente Angelo Bagnasco «altri due milioni di euro, oltre ai tre già stanziati». A questa cifra si aggiungerà la colletta di domenica in tutte le parrocchie. Infine lo scontro sul 5 per mille. Il CORRIERE in particolare segnala il no delle ong: «Sono fondi già destinati all’associazionismo, al volontariato, alla ricerca».
Sulle risorse da recuperare si intrattiene anche l’editoriale di Alberto Quadrio Curzio, che fin dal titolo svela l’idea: “Meglio rinviare il ponte di Messina”. L’economista della Cattolica sostiene  che «non potendo aggravare la fiscalità generale (e fatta salva l’opportuna – dice lui – opzione del 5 per mille che potrebbe essere temporaneamente aumentato) i fondi vanno reperiti con la riduzione della spesa pubblica corrente e con la revisione di alcune priorità del Governo fra cui il Ponte sullo Stretto».
Fiorenza Sarzanini segue il fascicolo aperto dai giudici sul crollo della Casa dello studente: «Secondo i primi rilievi lo stabile non rispettava i criteri di sicurezza e soprattutto le norme antisismiche. In particolare sarebbero state riscontrate carenze nella composizione delle colonne portanti, proprio come accaduto all’ospedale San Salvatore. «Nei pilastri non c’era la staffatura», conferma il sindaco Massimo Cialente». Il palazzo costruito nel 1974 è stato di proprietà di due enti pubblici: l’Enel e la Regione.

Apertura sempre dedicata al sisma per LA REPUBBLICA: “Il pm del terremoto: rischio mafia”. Da pagina 4, molto spazio alle vicende aquilane. Cominciando dalla ricostruzione: “Le banche sospendono mutui e rate per i consumi”. Lo ha annunciato ieri l’Abi (azzerando anche le commissioni bancarie per i bonifici e i prelievi dal bancomat). Sempre ieri il cardinale Bagnasco ha visitato gli sfollati promettendo 2 milioni di euro dalla Cei e Maroni ha stimato a 12 miliardi il fabbisogno economico per ricostruire. Intanto però la settimana prossima il governo ne dovrebbe stanziare uno di miliardo ed è già in affanno. L’idea di Tremonti – utilizzare il 5 per mille – continua a incontrare un «fuoco di sbarramento da parte del volontariato e non convince neanche Pd e Udc». Fra le ipotesi il ricorso alla parte statale dell’8 per mille, la lotteria speciale (previsti introiti per 300 milioni) e altri 200 milioni di risparmio. Nelle pagine seguenti LA REPUBBLICA prosegue le inchieste sull’allarme mafia lanciato ieri da Roberto Saviano e ripreso da Aldo Grasso, procuratore nazionale antimafia che dice: «qui arriverà un fiume di soldi» (con il ministro dell’Interno che da parte sua promette: «vigileremo»). C’è spazio anche per il racconto di una evacuazione della casa dello studente: una settimana prima del terremoto, gli studenti spaventati dalle scosse hanno chiesto una verifica della struttura. Venne evacuata e dopo tre ore il tecnico disse loro che potevano rientrare. I giovani si costituiranno parte civile. Adriano Sofri rilancia una polemica promossa da un giovane giornalista di Marsala: “Quelli che non do un euro”. Prosegue a pagina 9: il reporter ha scritto su Facebook che non darà nemmeno una lira. «I soldi ci sono per coprire i pozzi, per gli aiuti ai terremotati e anche per i tribunali che facciano giustizia. Sono i soldi di chi paga le tasse». Una provocazione, scrive Sofri, che si spiega con l’esasperazione ma che si presta a qualche rilievo. Ad esempio non è corretto «ritenere che compassione e solidarietà volontarie siano una complice supplenza alla pubblica inerzia o, peggio, alla corruzione. La legalità, e le tasse pagate per intero, non renderebbero affatto superflua la mobilitazione personale e volontaria, mai, e a maggior ragione in una disgrazia che tocca tutti». Da economista, Tito Boeri affronta il terremoto: “Cogliere l’occasione”. La ricostruzione muoverà l’economia, ma occorre introdurre l’assicurazione obbligatoria contro le catastrofi naturali. Si potrebbe reintrodurre l’Ici, almeno oltre una certa soglia di valore, per finanziare la ricostruzione. L’importante è non procedere dando deroghe che  potrebbero poi andare a scapito delle persone.

Una ruspa in primo piano e il titolo “Casa nostra” è la scelta anche de IL MANIFESTO che punta come REPUBBLICA sul rischio di infiltrazioni mafiose nella ricostruzione in Abruzzo. “Il procuratore capo Alfredo Rossini, titolare dell’inchiesta per disastro colposo, non nasconde la preoccupazione di infiltrazioni mafiose, le cui tracce, precedenti al terremoto arrivano da Palermo e portano al tesoro di Ciancimino. Un rischio reale in vista della ricostruzione. Ma il governatore Chiodi (Pdl) preferisce minimizzare” è il riassunto in prima pagina. Tra i richiami in prima sotto l’occhiello “Fondi per il terremoto” si legge: «14,5 miliardi di euro per i caccia F-35″. Per quanto riguarda la questione del 5 per mille se ne parla in un articolo a piè di pagina 6 dal titolo «È una guerra tra poveri. Tagliate le spese militari». Si riportano le opinioni e le prese di posizione della campagna Sbilanciamoci! che definisce la proposta di Tremonti una misura «demagogica e populista», della onlus La Gabbianella che chiede al ministro di ritirare «immediatamente» la proposta e poi l’Arci «inutile e dannosa». Parla di «trappola» Gianpaolo Concari di Peacereporter, mentre Emergency dice «È solo propaganda». Nell’articolo anche le posizioni politiche: «Contrari Pd, Idv e Udc e, ovviamente, la sinistra (…). Meglio secondo il segretario del Prc “attingere a molti fondi, a partire da quelli per le spese militari”. O aggiunge in una nota Sinistra e libertà “a quelli destinati alla costruzione del Ponte sullo Stretto  di Messina o all’inutile rito del G8 alla Maddalena”».

“Alta tensione sul 5 per mille” è il titolo di pagina 7 del SOLE24ORE che dà conto delle proteste del terzo settore circa l’idea di Tremonti; oltre alle voci dei politici (Pd e Udc), si esprime perplessità soprattutto sui tempi dell’operazione, anche se si nota che i fondi potrebbero comunque servire alla ricostruzione. Sempre sul 5 per mille, si registra la rivolta della Lega nazionale dilettanti che contesta i criteri del ministero dell’Economia per accedere al 5 per mille, criteri che lascerebbero fuori le associazioni affiliate non al Coni ma alle federazioni sportive nazionali, e minaccia lo sciopero. Lo sciopero, per la cronaca, l’avevano già minacciato l’anno scorso e in effetti avevano ottenuto la riammissione delle sportive. Di spalla, parla Arrigo Sacchi che riconosce ai dilettanti la funzione sociale di avvicinare i giovani allo sport.

IL GIORNALE non riporta notizie sul 5per mille. Sull’Abruzzo posa i riflettori sulla “madre di tutte le inchieste” come titola a pag.8 che è quella relativa alla verifica dei materiali e delle tecniche di costruzione dei palazzi dell’Aquila. In otto punti IL GIORNALE riassume i casi aperti: Casa dello studente, solo sulla carta alcune case erano anti-sismiche, cemento e ferro scadenti, mappa sismica nazionale che ha declassato l’Aquila, faglie attive.

ITALIA OGGI a pag.5 spulcia nel bilancio della Regione e scopre che a bilancio ci sono ancora i fondi per il terremoto dell’84: «L’Abruzzo che va giù è lo stesso che ancora non si è del tutto tirato sulle gambe dal 1984. Per una ricostruzione che attende di partire ce n’è una che aspetta ancora di essere completata e per la quale lo stato fino a poco più di due anni fa ha continuato a racimolare e gestire fondi pubblici». Nella stessa pagina la storia di Emilio Domingo Iannarelli: «La struttura che guida è a dir poco strategica. Tecnicamente si chiama «Ufficio geologico per le attività di protezione civile-rischio sismico» della regione Abruzzo. Ad averne la responsabilità, da circa 13 anni, è Emilio Domingo Iannarelli, di professione geologo. Di carriera, però, precario, praticamente da sempre, nonostante si trovi a lavorare da una vita in un settore e in un’area estremamente sensibili, come è stato drammaticamente dimostrato dal terremoto. Eppure l’incarico di Iannarelli viene rinnovato di anno in anno, addirittura tacitamente, e sempre rimandando a un secondo momento l’individuazione della sua retribuzione di risultato».

Apertura di AVVENIRE dedicata all’Abruzzo. Il taglio è sempre quello del coinvolgimento della chiesa “Bagnasco: qui il meglio dell’Italia”. In vetrina la visita del presidente della Cei fra i terremotati, la commozione, e il rinnovo dell’impegno dei vescovi per sostenere la ricostruzione. Oltre ai 3 milioni già donati, dalla Cei ne arriveranno altri due attinti dall’8 per mille del 2009. Anche i piccoli centri arroccati sulle montagne chiedono di non essere dimenticati. E Confartigianato, che da domani riprenderà la sua attività al fianco degli imprenditori vittime del terremoto, ha messo in piedi un “ufficio mobile”, un camper attrezzato a ufficio per raggiungere tutti i centri. Pag. 5 è dedicata a un bilancio numerico: vittime, danni, 1.467 case esaminate, 53% di agibilità. AVVENIRE dà voce agli ingegneri della provincia colpita che criticano i media per l’immagine che viene data dell’edilizia locale: «Gli edifici costruiti con criteri antisismici, dopo il 96, hanno assorbito bene l’impatto del sisma. Ridicola la favola della sabbia di mare», questa la loro versione (“Crolli e polemiche, verità a confronto”). Fra i drammi, si ricorda comunque quello dei 18 bambini/adolescenti autistici, il cui centro provinciale è collassato: la fondazione Cireneo Onlus di Vasto ha aperto una raccolta fondi per la ricostruzione. A pag. 6 un’intervista ad Alberto Cisterna, sostituto  procuratore antimafia, che suggerisce di favorire i consorzi di aziende locali per la ricostruzione, per evitare di aprire la strada alle cosche e le infiltrazioni mafiose. Quindi, la proposta di eleggere un «commissario straordinario per i controlli sulle imprese». Un piede è dedicato al dibattito aperto sul modo in cui finanziare la ricostruzione: il volontariato è in rivolta per l’ipotesi di usare il 5 per mille: «rischia di scatenare una guerra tra poveri e di cancellare il principio di sussidiarietà», dice Andra Olivero, presidente delle Acli e portavoce del Forum del Terzo settore; «Politica miope», fa eco Sergio Marelli, presidente dell’Associazione delle Ong italiane. L’Udc illustra le sue proposte: 1. Una “una tantum” dell’1% in più di irpef sui redditi oltre 120mila euro (gettito di 500 milioni) a partire dai parlamentari. 2. Obbligazioni speciali: gli Abruzzo bond, emessi da ogni regione e sottoscritti dalla Cassa depositi e prestiti. Titoli rimborsabili in 30 anni a zero interessi. 3. “Scudo fiscale” per agevolare il rientro dei capitali dall’estero con una tassazione vantaggiosa (gettito di 1-1,5 miliardi). 4. Versamento dell’1% del loro patrimonio da parte delle fondazioni bancarie (gettito di 500 milioni). 5. Esclusione dell’Abruzzo dal patto di stabilità. 6. Sospensione delle rate dei mutui per due anni.

LA STAMPA tratta la questione del 5 per mille pro-terremoto all’interno di un primo piano sulla ricostruzione e le diverse proposte per reperire fondi. “Maroni, ricostruire costerà 12 miliardi” è il titolo del servizio con richiamo in prima pagina. Sulle modalità di finanziamento LA STAMPA riferisce che Giulio Tremonti ha messo a disposizione un fondo emergenze di poco più di cento milioni di euro, ha fatto scattare la richiesta di fondi europei e lavora a un nuovo scudo fiscale per i capitali evasi all’estero. Solo questa misura potrebbe garantire gettito per 8 miliardi. Ma di fondi, almeno per un miliardo, c’è bisogno molto rapidamente. In questo caso le soluzioni possibili sono diverse e in parte ancora al vaglio, scrive il quotidiano di Torino: l’utilizzo di quel che resta dei fondi dormienti (200 milioni di euro) o «il finanziamento attraverso il 5 per mille della dichiarazione dei redditi che potrebbe garantire, secondo la legge, 350 milioni di euro. Quest’ultima decisione, già resa operativa, ha mandato su tutte le furie il volontariato, che vede così erosa una fonte di sussistenza. In subbuglio è anche il mondo radicale, che vede nella scelta del governo un modo per aggirare il finanziamento della ricostruzione con un altro strumento di solidarietà, l’8 per mille, destinabile invece solo allo Stato e alle confessioni religiose». LA STAMPA illustra la proposta dei radicali: oggi il 60% degli italiani non sceglie a chi destinare l’8 per mille, «e ciò avvantaggia la Cei, la quale può così contare su quasi un miliardo grazie al meccanismo che avvantaggia chi riceve più gradimenti», quindi «basterebbe che lo Stato si impegnasse con una campagna a favore dell’8 per mille dell’Abruzzo» dice il radicale Mario Staderini. LA STAMPA dedica altre due pagine all’inchiesta sugli edifici crollati. Ieri a L’Aquila sono stati messi agli atti alcuni documenti della Provincia, tra cui le schede tecniche che riguardano il Palazzo della Prefettura, la Casa dello studente, la Biblioteca comunale. A L’Aquila intanto è nato un comitato per la ricostruzione al quale partecipano «i migliori architetti, geologi e ingegneri dell’Abruzzo».

 

E inoltre sui giornali di oggi:

 

RAZZISMO

CORRIERE DELLA SERA – Senegalese accecato a Roma perché viaggiava su un auto scassata. Agghiacciante la ricostruzione del giornale: «Prima lo hanno preso in giro perché viaggiava a Tor Bella Monaca, estrema periferia est, con una macchina scassata». Poi la furia del branco: «le mani non gli sono bastate a difendergli il volto dalle botte  e dalle bottigliate: adesso è in gravi condizioni in un ospedale, ha perso l’uso di un occhio». L’autore dell’aggressione è un giovane boss della zona di 20anni con numerosi precedenti penali alle spalle. I carabinieri lo hanno preso a casa con la maglietta ancora sporca di sangue. Denunciato anche un sedicenne. A Roma è la terza aggressione a sfondo razziale in un mese.

 

POVERI

LA REPUBBLICA – “Dobbiamo ridare dignità ai poveri”. Il segretario del Pd, Dario Franceschini, ricorda Don Primo Mazzolari, va a Bozzolo in provincia di Mantova per portare un fiore sulla sua tomba e per dire: «Se sapremo riportare la sfida sui valori saremo vincenti. La solidarietà, l’attenzione ai deboli, agli indifesi. La capacità di stare dalla parte dei poveri. Sì i poveri. Parola che troppo spesso pronunciamo con vergogna. Con paura. Eppure i poveri stanno crescendo. Impegnarsi. Credere nei valori forti. Saper tornare alle radici. Alla lezione dei nostri padri». Insomma dalla crisi si esce riscoprendo i valori della solidarietà.

 

ONLUS

ITALIA OGGI – Nella pagina Imposte e tasse a pag. 31 dedica spazio alla circolare dell’Agenzia delle entrate che intensifica i controlli sulle Onlus a caccia di “finti circoli ricreativi”, per scoprire chi approfitta del regime fiscale agevolato per pagare meno tasse. Il fisco userà banche dati, interrogazioni, registri e siti web. La circolare è pubblicata sul sito di Italia Oggi www.italiaoggi.it/documenti. Di taglio basso l’analisi  molto tecnica di un comma del decreto anticrisi sulle attività commerciali marginali delle organizzazioni di volontariato.

 

EXPO

LA STAMPA – “Un anno buttato, colpa di Letizia”, il quotidiano titola così un’intervista sull’Expo al presidente della Provincia di Milano Filippo Penati che dice del sindaco di Milano: «Dopo l’arrivo di Silvio Berlusconi a Palazzo Chigi pensava di essere autosufficiente», «ha spinto per mesi la candidatura di Paolo Glisenti» e invece «il governo amico le ha sbarrato la strada. E un anno se n’è andato inutilmente». Qualcuno sostiene che varrebbe la pena di riconsiderare la possibilità di fare l’Expo a Milano, incalza l’intervistatore. Secondo Penati «Milano ha bisogno di una manifestazione bandiera, di una vetrina internazionale come questa» ma «è molto preoccupante, lo ha detto anche il governatore Roberto Formigoni, che finora non si sia mai riunito il tavolo Milano sull’Expo». Sul rischio che l’Expo possa attrarre la ‘ndrangheta e capitali illeciti Penati risponde che il rischio c’è ma che è sicuro che «Milano ha l’energia per difendersi», «francamente mi preoccupano di più gli appalti e i cantieri che si faranno per costruire il Ponte di Messina».

 

USA

SOLE24ORE – Arrivano da Harvard i manager dal volto umano. Interessante inchiesta del SOLE sulla nuova tendenza delle università americane: visto che la crisi ha mostrato le pecche di Wall Street, anche le università si adeguano. L’Mba aggressivo, basato sulle teorie speculative, non va più di moda, adesso la Borsa cerca manager dal volto umano (…) preparati sui temi ambientali e sul rapporto industrie-risorse naturali. Insomma, matricole in fuga dai derivati.

IL MANIFESTO – “Da Obama iniezione di fiducia. Anche per Bernanke il peggio è passato. Ma la disoccupazione crescerà” sono titolo e catenaccio dell’articolo che ha come box un grande -1,0% “La caduta delle vendite al dettaglio in marzo è una gelata alle speranze (e alle previsioni) che l’economia Usa fosse sulla via della ripresa. Anche perché a cadere non sono solo gli acquisti di auto. Per Obama saranno necessarie scelte impopolari e dolorose e la disoccupazione è destinata a crescere”.

 

PIRATI

LA STAMPA – L’edizione di oggi apre con un primo piano su “la guerra del mare”, dopo il sequestro avvenuto ieri di altre due navi da parte dei pirati somali che controllano il Golfo di Aden. In quindici giorni sono state sequestrate ben 13 navi. Tra gli “effetti collaterali” LA STAMPA segnala il blocco degli aiuti alimentari internazionali. La nave Usa Maersk Alabama sequestrata qualche giorno fa trasportava cibo per gli sfollati di Mogadiscio, ha riferito l’Onu, che ha anche ricordato che il 90 per cento degli aiuti destinati al tormentato Paese del Corno D’Africa arriva via mare.

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