Non profit
Ricostruzione, la grande incertezza
Tremonti rassicura sul 5 per mille, ma dai giornali emergono i dubbi del Governo sulle misure da prendere
Difficile trovare la “quadra” sui meccanismi di reperimento dei fondi necessari per finanziare la prima ricostruzione in Abruzzo. Il no all’election day comprendente il referendum rende più visibile il contrasto politico e incerta la piattaforma degli interventi governativi. Sul cinque per mille oggi ampio spazio sui quotidiani.
Oggi la rassegna stampa si occupa anche di:
Il CORRIERE DELLA SERA nel titolo di apertura “No all’election day, gelo di Fini” mette in rilievo la contrarietà del numero uno della Camera rispetto all’intesa Pdl-Lega contro l’accorpamento fra referendum elettorale ed elezioni europee. Dice Fini: «Un peccato rinunciare a risparmiare centinaia di milioni di euro». Intanto Palazzo Chigi pensa alla tassa sui ricchi per finanziare il piano sulla ricostruzione. Ieri infatti è circolata la voce di un’addizionale irpef del 2/4% sui redditi superiori ai 120/140mila euro. Un’ipotesi poi smentita dallo stesso Palazzo Chigi. A Berlusconi – spiega il CORRIERE – «questa tassa non piace…e sarebbe anche poco giustificabile…dopo la rinuncia ai risparmi che potevano derivare dall’accorpamento di elezioni europee e referendum». L’unica cosa certa per ora rimane quindi la destinazione del 5 per mille dell’Irpef. Intanto si aggiornano le cifre dei costi: «solo il ripristino degli immobili pubblici è già salito da 50 a 80 milioni di euro, senza contare le scuole». Il quadro definitivo il 23 aprile nel cdm che si terrà all’Aquila. Bertolaso intanto annuncia: «20mila persone non torneranno a casa per problemi di agibilità negli edifici». Fiorenza Sarzanini e Marco Imarisio firmano il pezzo sul dossier dimenticato redatto nel 1999 dall’allora sottosegretario alla Protezione civile Franco Barberi. Nella mappa del rischio c’erano tutti i palazzi crollati. A pag. 9 il CORRIERE torna sul malcontento di Fini che Anna Finocchiaro del Pd giudica di buon senso: «Sono parole che smascherano il patto politico, il gioco di potere e il prezzo che il pdl deve pagare alla Lega».
“Terremoto, spunta l’una tantum”: l’apertura di LA REPUBBLICA suggerisce l’incertezza del governo che deve trovare i fondi per la ricostruzione in Abruzzo, ma pare non sapere che strada prendere. Fra le ipotesi, come riferisce Roberto Petrini, una tassa per i redditi medio-alti (oltre 80mila euro), l’aumento della benzina e il ricorso al 5 per mille («in questo caso verrà elevato anche il tetto per evitare di sottrarre le risorse indirizzate al non profit»). Con una nota Palazzo Chigi ha fatto sapere che «nessuna decisione è stata presa in merito ad una tassa sui ricchi». Tremonti che non vuole imporre nuove tasse preferirebbe usare il 5 per mille. Ieri al Tg5 ha assicurato che «nulla sarà tolto al volontariato. Non c’è ragione di preoccuparsi». Contrari a questa ipotesi il Pd, Lupi e Gasparri (Intergruppo della sussidiarietà). LA REPUBBLICA riferisce ampiamente sulla situazione e aggiorna la sua inchiesta sul sisma. In particolare Giuseppe Caporale riferisce di un vertice, svoltosi su richiesta di Bertolaso, prima del dramma: si sarebbe svolto il 31 marzo – cinque giorni prima del terremoto – e la conclusione sarebbe stata che la popolazione poteva stare tranquilla. La comunità scientifica avrebbe assicurato che non c’era pericolo, lo scarico continuo di energia avrebbe evitato il botto… Da segnalare l’editoriale di Chiara Saraceno, “La trappola del 5 per mille” (dalla prima a pagina 31). Parte dal ritardo con cui è stato distribuito e propone una lettura della proposta di Tremonti: non avrebbe indicato l’8 per mille (che pure prevedere tra le finalità le calamità naturali) per non intaccare un meccanismo che di fatto a suo dire è a vantaggio della chiesa.
Su IL GIORNALE a pag. 9 si legge «Tremonti getta acqua sul fuoco della polemica alimentata dalle associazioni di volontariato destinatarie del 5permille, che parlano di guerra fra poveri». Spiega il ministro: «Lo spirito del 5permille è di destinare qualcosa a una buona causa e a noi è sembrato che il terremoto dell’Aquila fosse una causa giusta. La maggioranza degli italiani vuole questo. Ma non si toglie nulla al volontariato. Non è un fatto quantitativo, ma simbolico».
“Nessuno scippo sul 5 per mille” è il titolo del SOLE24ORE che riporta le «rassicurazioni» di Tremonti: ci sarebbe infatti una «lista» di provvedimenti e nessuna penalizzazione per il volontariato. Nella lista figurerebbero aumenti sulle accise dei carburanti, dei tabacchi e una tassa sui giochi online. Niente una tantum sui redditi alti (anche perché sono pochissimi), e quanto al 5 per mille si ripete ciò che Tremonti ha detto ieri al tg5, facendo cenno a soldi in più da destinare alla misura fiscale. Altro non è dato sapere. Segnaliamo poi l’iniziativa senza precedenti dei lavoratori del gruppo SOLE24ORE che sabato prossimo saranno in piazza personalmente per raccogliere fondi che saranno poi dati alla Croce Rossa Italiana a favore dei terremotati.
ITALIA OGGI cerca di fare un po’ di chiarezza sulla polemica scoppiata sul 5 per 1000 e riporta come Tremonti non voglia togliere risorse al terzo settore, bensì dare soldi aggiuntivi ai terremoti. Da quello che si è capito, cita il pezzo di ITALIA OGGI, Tremonti avrebbe in mente una sorta di 5 per 1000 aggiuntivo che chi vuole può dedicare all’Abruzzo. Ma bisognerà vedere tecnicamente come l’operazione sarà articolata. E su questo punto, il pezzo di Italia Oggi non fornisce nessuna anticipazione. Molto chiara invece, è la posizione di ITALIA OGGI sulla tassa addizionale Irpef sul sisma. Il titolo dell’editoriale di Franco Bechis, “E’ una Tassa che fa danni” non lascia dubbi sulla posizione in merito all’eventuale tassazione Irpef sui redditi oltre 120 euro destinati a pagare i danni del terremoto. Scrive Bechis:«Visto che per gli interessi di pochi si brinda a champagne con i soldi di tutti pur in un momento storico tragico come l’attuale, non si comprende come ci possa permettere l’introduzione di una nuova tassa per giunta ipocritamente spacciata per tassa di solidarietà». Mentre Marco Bertoncini nel commento a pagina 5 scrive:« La solidarietà può essere solo spontanea e volontaria, non obbligata. E’ un modo sgradevole di vestire una vessazione».
“La Asl sapeva: lavori in economia per l’ospedale” è il richiamo in basso nella prima pagina de IL MANIFESTO che sul terremoto parla della lettera del direttore dei lavori che «denunciava le ditte: recuperano i risparmi sulle ristrutturazioni nella fornitura delle apparecchiature mediche». Nel servizio, corredato dalle foto scattate all’interno dell’ospedale. Nell’articolo si legge che questa degli accordi sull’appalto «potrebbe essere una delle tante storie di appalti e affari finite chiuse in qualche armadio, con tutti gli scheletri, se non fosse venuto il terremoto a scardinare le colonne di cemento armato e a rendere inutilizzabili le sale operatorie conosciute in tutta Italia come polo d’eccellenza (…)». Nelle altre pagine si affrontano gli altri problemi aperti e in particolare si parla del sequestro delle macerie deciso dal procuratore: «potrebbero rubarle», sigilli sulla casa dello studente e sul tribunale.
Ennesima apertura per AVVENIRE sull’Abruzzo: “L’Aquila ha voglia di ricominciare”. Ripartono le scuole, si fotografa il ritorno tra i banchi: in funzione quelle di «campo», la visita della Gelmini e la promessa che nessuno dei ragazzi perderà l’anno. Il primo piano di pagina 4 sulle misure messe in campo per recuperare i soldi per la ricostruzione e in particolare sull’ipotesi di Tremonti e del 5 per mille. «Non si toglie nulla al volontariato, sennò il 5 per mille non lo avrei pensato tanti anni fa», assicura il ministro. «Si dà in più, una causale in più e soldi in più. Non soldi in meno per il volontariato, ma soldi in più per il terremoto». Si parla dunque della possibilità che arrivi un ulteriore 5 per mille, che non intacchi le quote già oggi destinate al terzo settore. In precedenza tuttavia, un appello bipartisan di Maurizio Lupi, Ugo Sposetti, Vannino Chiti, e Maurizio Gasparri, aveva definito «particolarmente insidiosa» l’ipotesi di «integrare» il meccanismo di sostegno al volontariato con una specifica destinazione all’Abruzzo. Una mossa definita anche da Gianluca Lioni, responsabile terzo settore e associazionismo del Pd, «gioco delle tre carte», e le parole di Tremonti insufficienti a fugare i timori. C’è poi il solito focus sulle attività della Caritas (le diocesi scendono in campo: partono i primi gemellaggi) e un’attenzione particolare anche ai piccoli comuni di montagna che cercano di salvare il loro patrimonio turistico.
“Allo studio tassa sui ricchi” è il titolo con cui apre la prima pagina LA STAMPA. Da Roma Stefano Lepri precisa che la tassa “una tantum” sull’Irpef per redditi oltre i 120 mila euro (obiettivo: finanziare l’intervento in Abruzzo) in mattinata di ieri sembrava cosa fatta, poi però alla sera il governo aveva già deciso di frenare. L’una tantum frutterebbe 500 milioni. LA STAMPA in una infografica fa l’elenco di tutte le misure pensate fino ad ora per reperire risorse: un nuovo scudo fiscale, l’una tantum sui redditi alti, una voce nel 5 per mille per i terremotati, una lotteria ad hoc, un gratta e vinci ad hoc, aumento del prelievo fiscale nelle slot, 800 euro prelevati ad artigiani e commercianti, aumento del costo delle sigarette, aumento accisa sulla benzina. In un retroscena LA STAMPA parla della decisione presa ieri dal governo di rinunciare a tenere il referendum il 7 giugno, accontentando così la Lega e suscitando la disapprovazione di Fini e la componente di An. La decisione di rinunciare all’election day e di moltiplicare le domeniche in cui i cittadini dovranno andare a votare costerà allo Stato centinaia di milioni in più, proprio nel momento in cui si stanno cercando risorse per l’emergenza Abruzzo. Lo hanno fatto notare Fini, Franceschini, Di Pietro che ha parlato di «peculato politico».
E inoltre sui giornali di oggi:
REFERENDUM
IL MANIFESTO – “A mare il referendum” è il titolo dell’editoriale di Gianni Ferrara che scrive: «Capita di tutto. A me di dubitare di me stesso constatando che l’onorevole Calderoli condivida un giudizio drasticamente negativo che su questo giornale motivai sugli effetti dei referendum concernenti le leggi elettorali delle due Camere in caso di accoglimento dei quesiti che ne esaltano già la plateale incostituzionalità. Ma il degrado istituzionale nel quale è precipitato questo paese non si arresta innanzi alle dimensioni di quella “porcata” (…) Il golpismo referendario ricorrente ha già prodotto una mutazione perversa del regime politico (…) Fortunatamente (grazie anche al solito Calderoli) il progetto incostituzionale di accorpare il voto sul referendum con quello delle elezioni europee è saltato (…) Berlusconi ha dovuto cedere, ma proprio per questo più forte deve essere la nostra opposizione al referendum. Si diserta il 14 e si rifiuta la scheda il 21».
SCUOLA
CORRIERE DELLA SERA – Il Focus di oggi dà i numeri sui tagli regione per regione: dal circuito usciranno 42mila docenti. La riduzione del personale farà risparmiare allo Stato 1.600 milioni nel 2009/2010. In pensione 32mila insegnanti. Il ministro Gelmini: «La riorganizzazione della spesa ci consentirà di avere più risorse per i laboraratori, per le strutture, per aumentare il tempo pieno». I sindacati: «È tutto da vedere». I genitori di Retescuole: ricorerremo al Tar.
VAURO E ANNOZERO
LA REPUBBLICA – Ampio spazio (due pagine) alla vicenda legata a Santoro: sospensione per Vauro, il vignettista di Annozero; puntata di risarcimento per il giornalista. Santoro si difende: «è una censura grave che produce una grave ferita per il nostro pubblico e per l’immagine della Rai». In appoggio intervista a Sabina Guzzanti, molto favorevole a Santoro e che parla di una «vicenda vergognosa, lurida, servile». Insomma, una sporca vendetta… In una breve si annunciano polemiche anche per Report: la puntata in cui ha intervistato Tremonti (sulla social card) non sarebbe piaciuta al ministro (che quindi avrebbe chiesto al dg Masi di sottoporre al Comitato etico dell’azienda la puntata)…
IL MANIFESTO – La copertina è dedicata a una vignetta di Vauro in cui si vede Santoro con in mano la cornetta del telefono che dice “Mi hai mandato la via crucis? Vauro guarda che la settimana della passione è passata!” E dalla cornetta esce un fumetto “A Miché per i precari dura tutto l’anno!”. Alla cacciata del vignettista del MANIFESTO da “Anno zero” è dedicato anche il commento di Norma Rangeri “Siamo tutti censurati” e due pagine all’interno con i contributi in vignetta di altri disegnatori. Scrive Rangeri: «(…) La ragione di una pressione così sproporzionata è semplice. Un regime mediatico, connotato da una strutturale, panoptica rappresentazione della realtà, nutrito dalla sovraesposizione tra istituzioni e audience, si può difendere solo annullando ogni elemento dissonante. Anche una piccola crepa diventa una voragine se, come in questo caso, attraversa il piccolo schermo parlando a milioni di persone, a quella stessa platea che si vorrebbe assopita e ormai neutralizzata dalla cultura del regimetto (…)». Questa sera la puntata riparatrice ancora sul terremoto.
LA STAMPA – “Dalla parte delle vignette” è il titolo di un fondo di Massimo Gramellini che comincia in prima pagina e prosegue all’interno. Gramellini scrive che la puntata di AnnoZero sul terremoto «ha indignato molti, compreso chi scrive, perché ha voluto processare lo Stato a macerie ancora calde, dando prova non di cattivo giornalismo ma di cattivo gusto». Eppure delle due sanzioni della Rai (Vauro sospeso e Santoro “riequilibrato”) «l’una lascia esterrefatti e l’altra suscita perplessità». La perplessità riguarda Santoro: cosa vuol dire “riequilibrarlo”? E su Vauro Gramellini fa notare che il suo non era un articolo di fondo, ma una vignetta. E ricorda che quando gli estremisti islamici si sentirono offesi da quelle su Maometto «molti di coloro che oggi plaudono alla sospensione di Vauro erano in prima fila, addirittura in tv canotta sguainata, nel difendere la libertà di espressione». «Le vignette sono un porto franco. Non possono soggiacere ad alcun vincolo, nemmeno a quello del buon gusto». «Il guaio è che, come insegna l’11 settembre, le catastrofi provocano sempre di riflesso, un irrigidimento del potere». In questi momenti «bisogna difendersi dalla prosopopea e dalla retorica. E quindi difendere anche il diritto alle battute di dubbio gusto, chiunque sia a pronunciarle: un presidente del Consiglio come un vignettista del Manifesto».
STRANIERI
AVVENIRE – «Immigrazione, la mia legge va ritoccata», sono le parole di Gianfranco Fini, che pur reputando valido l’impianto della norma che il suo e il nome di Bossi, ammette: è assurdo chiedere all’immigrato di tornare al suo paese per rinnovare il contratto di lavoro. La lega storce il naso: «La Bossi-Fini andrebbe cambiata, ma in senso restrittivo», commenta il responsabile giustizia, Matteo Brigandì.
TESTAMENTO BIOLOGICO
CORRIERE DELLA SERA – L’associazione dei medici cattolici di Milano fuori dal coro sull’obbligo di nutrire e idratare artificialmente sempre e comunque i pazienti in stato vegetativo: «Questi interventi a volte non ottengono il fine per cui sono stati instaurati o sono troppo gravosi per il paziente», scrivono in un documento presentato ieri all’ospedale Policlinico alla presenza del politologo don Antonio Lattuada.
RAPIMENTI
AVVENIRE – Molta attenzione alle vicende dei rapimenti in Nigeria, nelle Filippine e al largo delle coste kenyote. E, se l’artigiano bergamasco Giuseppe Canova, rapito il 6 aprile ad Abakalili, è in buone condizioni e riesce a sfuggire ai rapitori, nelle Filippine invece si consumano ore cruciali nelle trattative per liberare l’operatore della Croce Rossa internazionale Eugenio Vagni, che ha bisogno di un’operazione all’ernia. Mentre ieri il mercantile Liberty Sun, battente bandiera americana e diretto a Mombasa, è riuscito per un pelo a scampare all’ennesimo assalto dei pirati.
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