Non profit
«Ricostruire insieme la comunità Italia»
Si è svolta l'assemblea di Federcasse
Si è svolta a Roma l’assemblea annuale della Federazione Italiana delle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali (Federcasse) dal titolo “Cantiere Futuro. Costruire insieme la rinascita della comunità Italia”. Fra i partecipanti, il ministro Maurizio Sacconi, il presidente dell’Abi, Giuseppe Mussari, e Luigi Marino presidente di Confcooperative.
La relazione del presidente Azzi
I lavori sono stati aperti dalla relazione del presidente di Federcasse, Alessandro Azzi. Che anzitutto ha fornito un bilancio sul sistema delle banche di credito cooperativo, una delle «eccellenze italiane», «lontana dalle origini della crisi per la loro vocazione a sostenere l’economia reale», le piccole e medie imprese, le famiglie.
Al 30 giugno 2010, Federcasse conta 421 aziende con 4.300 sportelli (il 12,8% degli sportelli bancari italiani), una presenza diretta in 2.672 comuni e 101 province. I soci, cresciuti in un anno del 5 per cento, sono ora prossimi ad un milione e centomila, i clienti oltre 5,6 milioni (+1,8%).La raccolta diretta complessiva è stata di 151,2 miliardi, cresciuta in un anno del 6,8% a fronte del 2,6 del resto del sistema bancario. Particolarmente interessante la dinamica degli impieghi: le BCC hanno confermato la loro vocazione anticiclica di banche “prossime” alle esigenze dell’economia reale, certificando 131,7 miliardi di prestiti, con una crescita dell’ 8.8 % contro il +6% del resto del sistema bancario. Il patrimonio è di 19,2 miliardi di euro (+3,9%). In particolare, i finanziamenti erogati alle famiglie consumatrici sono cresciuti del 14% su base annua e costituiscono ad oggi quasi il 31% del totale dei finanziamenti erogati dal Credito Cooperativo. I finanziamenti alle famiglie produttrici sono cresciuti dell’8,3% su base d’anno (contro il +5% dell’industria bancaria complessiva). I finanziamenti alla clientela imprese, pari a giugno 2010 a oltre 87,3 miliardi di euro, presentano una crescita annua del 6,1% a fronte della sostanziale stazionarietà registrata nel resto dell’industria bancaria.
Il prezzo della coerenza
«Negli ultimi trenta mesi» – ha ricordato Azzi – «le comunità economiche e sociali servite dalle Bcc e dalle Casse Rurali hanno potuto fare affidamento su tre straordinari punti di forza offerti dal sistema del Credito Cooperativo: liquidità, patrimonio, sviluppo degli impieghi. Per quanto riguarda il patrimonio, l’aggregato ”capitale e riserve” ammontava al giugno scorso per le Bcc a 19,2 miliardi di euro, con un tasso di crescita annuo del 3,9 per cento, e con un valore di tier 1 ratio medio pari al 14,2%». «Tutto questo si è tradotto» – ha sottolineato il presidente – «nella capacità di assumere consapevolmente un maggior grado di rischio proprio nel momento maggiormente rischioso: i nostri “banchieri sociali” hanno dimostrato coraggio e anima, oltre che competenza tecnica». In pratica le Bcc hanno assunto più rischi proprio perché hanno scelto responsabilmente di continuare a sostenere i territori: «hanno consapevolmente gestito una maggior pressione del credito in sofferenza» (e in effetti il rapporto sofferenze/impieghi è stato pari al 3,9%, in crescita di 7 decimi di punto percentuale rispetto allo stesso periodo del 2009». «Nel sistema bancario complessivo il rapporto sofferenze/impieghi, al netto dei processi di cartolarizzazione, non realizzati dal Credito cooperativo, è pari a giugno 2010 al 3,6%, in crescita di 9 decimi di punto nel corso degli ultimi dodici mesi». «Questo si può identificare come “il prezzo della coerenza”», ha concluso Azzi.
Le Bcc contro la crisi
«Dallo scoppio della crisi», ha proseguito il presidente di Federcasse, «sono state più di 250 le iniziative mirate a favore delle famiglie, delle micro-piccole e medie imprese. La maggior parte frutto di alleanze con enti locali, organizzazioni imprenditoriali e sindacali, diocesi e soggetti pubblici come Inps e Camere di commercio. Sono il frutto di una logica cooperativa diffusa e di un approccio che punta a fare coalizione nei territori, modalità moderna e tipica della sussidiarietà praticata». Un impegno che ha dato risposta alle circa 21mila domande giunte alle Bcc, l’80% delle quali sono state accolte.
Guardare avanti
Nella seconda parte del suo intervento, Azzi ha poi delineato alcune linee di sviluppo futuro: il rafforzamento della cultura e dei presidi della mutualità; l’elaborazione di nuove strategie di sviluppo territoriale; l’individuazione di nuovi strumenti di governance della rete (accelerando la costituzione del Fondo di Garanzia Istituzionale); la definizione di processi di rafforzamento patrimoniale delle singole BCC; l’elaborazione di una strategia immediata per gestire il deterioramento della qualità dei crediti. Soprattutto ha lanciato sette idee per la rinascita della comunità Italia. Ecco i sette punti:
1.Liberare l’intrapresa (ridurre gli oneri indiretti sull’impresa, alleggerire il peso fiscale, incentivare investimenti ed innovazione);
2.Rendere equa la fiscalità (ragionando sull’introduzione del quoziente familiare):
3.Costruire un’efficiente rete di servizi (riducendo la burocrazia ed incentivando l’auto organizzazione in una logica di sussidiarietà);
4.Coltivare l’educazione;
5.Favorire l’inclusione sociale (che richiede strategia, politica, azione, rigore);
6.Premiare il merito: soprattutto a vantaggio dei giovani;
7.Rimettere al centro il bene comune (da conseguire attraverso anche la formazione di una classe dirigente di valore ed attenta ai valori).
La Banca del Mezzogiorno
Ovviamente, nella giornata in cui il governo ha approvato il Piano per il Sud, l’argomento Banca del Mezzogiorno è stato toccato sia dal presidente di Federcasse («Siamo impegnati in stretta collaborazione con Iccrea Holding ed in costante raccordo con Confcooperative, in questa difficile impresa») che dal ministro Sacconi, il quale dopo aver sottolineato che «le Bcc sono un patrimonio straordinario del Paese», ha ricordato come questo strumento sia davvero in grado – con uno sforzo congiunto tra soggetti privati ed il “pubblico” – di aiutare la ripresa dei territori del Sud, in una logica di nuova ed autentica sussidiarietà.
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