Sostenibilità

Riciclo: il rifiuto si fa bello

La raccolta differenziata stenta a crescere in Italia. Il comune di Roma ha lanciato una campagna ad effetto per incoraggiare i cittadini.

di Ida Cappiello

Se volete farvi sul serio un?idea dell?impatto ambientale dei rifiuti, fate un esperimento: per una settimana, solo una settimana, tenete tutto in casa. Potete fare un?eccezione per l?umido, specie se abitate in città, ma tenete la plastica, la carta, il vetro, le lattine e i rifiuti vari, magari sul balcone. Assisterete, giorno per giorno, alla crescita di una montagna inaspettata e minacciosa… Tradotta nei freddi termini della statistica, questa montagna è la mezza tonnellata pro capite di rifiuti prodotta ogni anno in Italia, complessivamente 30 milioni di tonnellate. E ogni anno le quantità aumentano. Lo dice l?Osservatorio nazionale rifiuti, istituito presso il ministero dell?Ambiente. Dal 1995 al 2000, l?ultimo anno per il quale sono disponibili dati ufficiali, la produzione di rifiuti urbani è cresciuta del 2,4% all?anno, trainata dal Nord Italia, anche se Roma ?primeggia? nell?incremento, addirittura il 12% in un anno. La palma degli scarti va a Firenze, con 650 chili pro capite, mentre una nota di merito va a Milano che è riuscita a ridurre la produzione di rifiuti del 3,5%. Il tema è bollente e ha tenuto banco alla fiera Ecomondo di Rimini (ex Ricicla), conclusa il 25 ottobre dopo tre giorni fitti di convegni dedicati ai percorsi verso gli obiettivi ambientali stabiliti dall?Unione europea e recepiti nel decreto Ronchi del ?97, che rimane il punto di riferimento fondamentale. Cattiva organizzazione «La raccolta differenziata in Italia fatica a decollare, siamo intorno al 15%, anche se con punte di eccellenza in numerose città, dunque ancora lontani dall?obiettivo del 35% fissato dal decreto Ronchi. E il Sud deve ancora cominciare», dice Massimo Ferlini, presidente dell?Osservatorio nazionale rifiuti. «Non si tratta di incultura dei cittadini, come sostengono in molti, ma di cattiva organizzazione del servizio da parte degli amministratori locali. I contenitori non si possono collocare dove capita: bisogna studiare il luogo, la quantità in rapporto alla popolazione, i sistemi di raccolta più adatti al territorio e più efficienti sul piano dei costi». La conferma che la raccolta differenziata sia l?anello debole della catena arriva dai dati sul riciclo degli imballaggi usati, che costituiscono la stragrande maggioranza dei rifiuti totali. «Siamo arrivati a riciclare oltre la metà degli imballaggi immessi al consumo, superando gli obiettivi di legge», spiega Gianfranco Faina, presidente del Conai – Consorzio nazionale imballaggi. Però la maggior parte del materiale arriva dalle imprese, che utilizzano un sistema di conferimento efficace, su piattaforme territoriali che presto saranno disponibili in ciascuna provincia. Sul fronte famiglie invece siamo indietro, bisogna spingere i Comuni a organizzarsi meglio: è questo l?obiettivo principale della nuova direttiva europea sul riciclo, che dovrebbe entrare in vigore a fine novembre. Occorre sensibilizzare i cittadini. A Roma è partita da pochi giorni una campagna di informazione per migliorare i livelli di raccolta differenziata, che non arriva al 6%». Il legislatore italiano comunque non è stato fermo: in agosto è entrato in vigoreun decreto del ministero dell?Ambiente che impone agli enti e aziende pubbliche di coprire almeno il 30% del fabbisogno di manufatti con prodotti derivati dal riciclo. Una legge molto dettagliata: ad esempio, una percentuale superiore al 30% in una categoria merceologica non compensa il mancato raggiungimento in altre categorie, insomma par condicio per tutti i materiali. «In effetti ci si aspetta molto da questa norma, anche come volano per diffondere nella pubblica amministrazione la cultura della sostenibilità», commenta Lucia Venturi, esperta di Legambiente. «Amministratori più attenti dovrebbero gestire meglio anche la raccolta domiciliare. Troppi Comuni, soprattutto i grandi centri, sono fermi al sistema dei cassonetti su strada, che non coinvolgono le persone e in più deturpano l?ambiente. Funziona meglio il sistema della raccolta porta a porta: il successo dei Comuni che hanno fatto questa scelta, come Monza, lo dimostra». Anche le imprese, infine, devono fare la loro parte, realizzando imballaggi adatti al riuso. L?Istituto italiano imballaggio e il Conai hanno dedicato all?ambiente l?edizione di quest?anno dell?Oscar, un riconoscimento prestigioso per le aziende del settore: dalle scatole di surgelati alle bottiglie di profumi, i campioni di sostenibilità saranno premiati a maggio 2004.


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