Famiglia

Richiedenti asilo: da via Lecco all’emergenza Malpensa

Sui rifugiati politici e i richiedenti asilo la Caritas Ambrosiana sottolinea la necessità di risposte strutturali e un tavolo di consultazione permanente

di Antonietta Nembri

Parte dall’analisi degli ultimi fatti di cronaca la riflessione di Caritas Ambrosiana sulla situazione dei rifiugiati politici. Alcuni fatti di cronaca accaduti tra la fine del 2005 e l?inizio del 2006 testimoniano il sensibile aumento del numero di persone richiedenti asilo politico che si dirigono verso Milano e la sua area metropolitana. Si tratta di uomini e donne che provengono da paesi in guerra, o teatro di gravi violazioni dei diritti umani: giunti in Italia, sono spesso costretti ad armarsi di un?incrollabile pazienza e ad accettare forme di accoglienza inadeguate. Le vicende di via Lecco, e più recentemente dell’aeroporto di Malpensa, dove alcune decine di rifugiati hanno dovuto bivaccare per giorni all?interno dell?area aeroportuale, hanno portato il tema all?attenzione dei media e dell?opinione pubblica. Ma soprattutto segnalano, oltre l?emergenza del momento, l?irrobustirsi dei flussi di arrivo di persone che chiedono asilo politico, o alle quali viene riconosciuto il diritto temporaneo di permanenza nel territorio italiano per motivi di protezione umanitaria. «Ormai ? afferma don Roberto Davanzo, direttore della Caritas Ambrosiana ? siamo di fronte a una questione strutturale, rispetto alla quale gli strumenti fin qui utilizzati non sono più adeguati. Lo dimostra la recente impennata di arrivi, lo dimostrano i numeri dei nuovi flussi, lo dimostra il fatto che persone sbarcate anche in parti d?Italia molto distanti da Milano vengono indirizzate verso la nostra città. Non possiamo più nasconderci la serietà della questione. Anzi, occorre pensare a nuovi e più adeguati strumenti normativi: sarà un compito importante, in un paese che ancora non dispone di una compiuta legge sull?asilo, per il nuovo parlamento che uscirà dalle elezioni di primavera. Ma anche in ambito territoriale ci si deve dotare di nuove e più adeguate strategie di accoglienza, che permettano di avere disponibilità immediate, agili. E soprattutto si deve avviare un tavolo regionale permanente di consultazione e confronto, convocato dagli enti amministrativi territoriali e aperto al contributo degli organismi del volontariato e della società civile. Tutto ciò per evitare di finire, come è successo nel caso di via Lecco, sul piano dello scontro politico. O dell?accoglienza in ritardo e approssimativa, come accaduto a Malpensa». Nell?aeroporto internazionale della brughiera da tempo la Caritas è impegnata a gestire insieme al Cir (Consiglio italiano rifugiati) uno sportello per l?orientamento socio-giuridico e l’assistenza agli stranieri richiedenti asilo. Ma in tutto il territorio della diocesi di Milano, soprattutto nelle zone di Varese e Milano, Caritas e le cooperative a essa legate gestiscono strutture di accoglienza, spesso sulla base di convenzioni con enti locali e impiegando operatori sociali, volontari, disponibilità economiche. Sull’emergenza rifugiati di Malpensa Caritas Ambrosian presenta un aggiornamento della situazione: mentre all’aeroporto il flusso di arrivi è solo leggermente diminuito (venerdì altre quattro persone, ma ancora otto stamattina), la situazione dei richiedenti asilo bloccati al Terminal 1 non è ancora risolta, nonostante le numerosi riunioni svoltesi nei giorni scorsi e l?impegno mostrato da vari soggetti, istituzionali e non. Gli alloggi reperiti nelle vicinanze dello scalo per le persone richiedenti asilo sono dignitosi, ma molto insicuri (nessun custode, nessun telefono) e logisticamente scomodi, sia per loro (che ogni giorno attraversano i campi dell?area aeroportuale per recarsi a mangiare), sia per il personale dello Sportello rifugiati Caritas-Cir, che hanno ancora in carico la loro assistenza. Le famiglie con minori sono state sistemate, anche a carico di Caritas, in alloggi nel territorio meno disagevoli. Soprattutto, però, è urgente chiudere le pratiche di verbalizzazione della domanda d?asilo, senza la quale non parte la procedura di assegnazione dei soggetti al territorio; il rischio è che alcune persone restino a Malpensa ancora per giorni. Inoltre è necessario che si sblocchino al più presto posti di pronta accoglienza per affrontare l?emergenza. Caritas continua a gestire lo Sportello rifugiati, la pronta accoglienza e i servizi del Sistema nazionale sul territorio, ma chiede coordinamento regionale a partire dall?esperienza dei soggetti coinvolti nel Servizio protezione rifugiati e richiedenti asilo. A Milano negli ultimi anni, prima del recente irrobustirsi dei flussi, si sono registrate circa 1000 richieste di asilo all?anno. L?accoglienza è gestita in parte dal comune; parte della prima e seconda accoglienza gravita attorno a Caritas Ambrosiana e al consorzio Farsi Prossimo. Queste le strutture presenti nel territorio di Milano gestite o sostenute da Caritas e dal consorzio: Grangia Monluè, 20 posti per uomini adulti Casa Bethania, 11 posti per uomini adulti Rete appartamenti, 9 appartamenti sparsi per la città, in grado di ospitare diversi nuclei familiari (fino a 45 persone). Centro di via Fulvio Testi, per la seconda accoglienza di circa 60 rifugiati reduci dall?occupazione di via Lecco Nell?area di Varese-Malpensa, lo Sportello rifugiati (gestito da Caritas e Cir su convenzione con la Prefettura di Varese), ha registrato dalla sua apertura (luglio 2001) circa 1500 richieste d?asilo. Nel territorio di Varese i servizi di Caritas Ambrosiana sono gestiti o sostenuti attraverso la cooperativa ?Le querce di Mamre?; alcuni sono di titolarità comunale, gli altri vedono la collaborazione di soggetti e parrocchie del territorio: Progetto ?Varese, città accogliente?, a Varese (18 uomini) Progetto ?Famiglie al Centro? a Caronno Pertusella (25 persone appartenenti a famiglie) Progetto ?Solidarietà e diritto?, rete di appartamenti a Sesto Calende (15 persone appartenenti a famiglie) ?Rete appartamenti e rifugiati Varese?, spazi di vita autonomi e adeguati agli ospiti costretti a una permanenza per lunghi periodi (30 persone); Istituto dell?Addolorata, appartamenti di prima e seconda accoglienza per donne singole (o con minori a carico, 12 posti), a Varese; Centro di pronta accoglienza di Varese Casbeno (12 uomini adulti). Infine in provincia di Lecco i servizi di Caritas Ambrosiana sono sostenuti attraverso le cooperative ?L?Arcobaleno? e ?La Grande Casa?, che gestiscono il progetto ?Lecco: una provincia accogliente?. Esso prevede 15 posti per singoli e nuclei familiari; gli ospiti accolti però superano il numero previsto dal progetto. Le strutture e gli appartamenti coinvolti nel progetto sono collocati in diversi centri della provincia (Lecco, Casargo, Monticello Brianza, Olginate, Olgiate Molgora, Viganò Brianza, Castello Brianza, Galbiate). Accanto alla prima e seconda accoglienza, i servizi Caritas prevedono progetti di integrazione per i richiedenti asilo: corsi di lingue, corsi di formazione professionale (alcuni con borse lavoro che garantiscono una sia pur minima entrata economica), progetti di avvio all?integrazione alloggiativa sul territorio, assistenza legale durante l?iter burocratico, anche nei casi di respingimento della domanda.


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