Politica

Ricerca: trovate staminali pluripotenti nel liquido amniotico

Si risolverebbe così il dilemma etico sull'uso delle staminali embrionali

di Sara De Carli

Nel liquido amniotico si possono reperire cellule staminali pluripotenti, ovvero cellule indifferenziate capaci di differenziarsi, come quelle embrionali, in cellule di tessuti, muscoli, nervi e ossa. La scoperta – cui ha lavorato anche un ricercatore italiano,Paolo De Coppi, di 35 anni – si deve a scienziati dell’universita’ di Harvard e dell’Istituto di medicina dell’universita’ di Wake Forest, nel North Carolina, e rappresenta una grande speranza per la medicina. Le staminali del liquido amniotico infatti hanno potenzilità molto simili a quelle embrionali (quelle sono totipotenti, cioè possono differenziarsi in qualsiasi tessuto) e non presentano i dilemmi etici che invece presentano le staminali, er il cui approvvigionamento è necessario distruggere l’embrione. Se cellule altrettanto preziose saranno davvero reperibili nel liquido amniotico e nella placenta, la battaglia potrebbe presto finire.

“La nostra speranza e’ che queste cellule rappresentino una valida risorsa per la riparazione dei tessuti e anche per la creazione di nuovi organi”, ha spiegato Anthony Atala, direttore dell’istituto di medicina rigenerativa alla Wake Forest University. Lo studio che ha condotto e’ stato pubblicato dalla rivista ‘Nature Biotechnology’. Lo studio settennale e’ iniziato prelevando liquido amniotico a donne incinte. I medici gia’ sapevano che il liquido in cui cresce il feto contiene una grande quantita’ di cellule immature, ma non era chiaro se vi fossero anche staminali vere e proprie, vale a dire cellule indifferenziate capaci come le staminali embrionali di differenziarsi in cellule di diversi organi. Gli scienziati hanno appurato che circa l’11 per cento delle cellule immature del liquido amniotico e’ rappresentato da vere staminali. Nel giro di qualche anno queste cellule sono state fatte crescere e sono diventate muscoli, nervi, grasso e cellule di fegato. “Con quattro milioni di parti l’anno solo negli Stati Uniti, ha spiegato Atala, sara’ facile raccogliere abbastanza campioni di cellule fetali da accumulare una banca dati che soddisfi le necessita’ di trapianto dell’intera popolazione. “Se si arrivasse a una banca di centomila campioni, il 99 per cento della popolazione americana potrebbe trovarne uno geneticamente compatibile per un eventuale trapianto”.

Positivi tutti i commenti. Il cardinale Javier Lozano Barragan, Presidente del Pontificio Consiglio per la pastorale della salute in una intervista alla ”Stampa” di oggi dice: ”Questa scoperta e’ importante perche’ non interferisce negativamente con i temi della natura e della dignita’ della persona. Oggi è ancor piu’ evidente che fede e scienza non sono affatto in contrasto. Noi abbiamo sempre esortato gli scienziati ad applicare la loro intelligenza per arrivare a cellule staminali che non mettano in pericolo la vita del donatore e non minacciano l’embrione”. Ignazio Marino, presidente della Commissione Sanità del Senato, a Repubblica ribadisce la necessità di finanziare la scienza e la ricerca, perché “finanziandola sarà lei con i suoi progressi a risolvere problemi che al momento ci sembrano insormontabili”. La declina subito sul versante politico Liuigi Bobba, senatore della Margherita: “Ora Mussi dovrà rivedere la sua posizione sui fondi europei per la ricerca, impedendo l’uso di cellule staminali”.


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