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RICERCA. Su Nature il bando che esclude le staminali embrionali

Arriva sulle pagine della prestigiosa rivista il ricorso al Tar di tre ricercatrici italiane

di Redazione

La ricerca italiana arriva su Nature. Non per i suoi meriti, purtroppo, almeno non questa volta. Nature infatti ha pubblicato un articolo in cui dà conto dei travagli legati al recente bando ministeriale che ha assegnato 8 milioni di euro a progetti di ricerca sulle staminali. Escludendo però dal bando e quindi dai finanziamenti, le staminali embrionali. Un’esclusione arrivata a sorpresa, nell’ultima versione del bando. Il dettaglio a febbraio aveva fatto infuriare tre ricercatrici – Elisabetta Cerbai, farmacologa dell’universita’ di Firenze; Elena Cattaneo, direttore del Centro interdipartimentale di ricerca sulle cellule staminali dell’universita’ Statale di Milano, e Silvia Garagna, biologa all’universita’ di Pavia – che ora hanno fatto ricorso al Tar. Il ricorso e’ stato presentato il 24 giugno dall’avvocato Vittorio Angiolini, già celebre per essere stato il legale della famiglia Englaro.

Al bando ha lavorato, l’anno scorso, una Commissione di esperti nominata dal viceministro Ferruccio Fazio, allora sottosegretario alla Salute, per emanare un bando trasparente. Nel testo formulato dagli scienziati non ci sarebbero distinzioni fra i diversi tipi di staminali, ma quando il bando viene reso pubblico, dopo la Conferenza Stato-Regioni del 26 febbraio, si scopre che esclude i progetti di ricerca sulle cellule embrionali. Nature ricostruisce i retroscena: Fazio afferma che la modifica e’ stata voluta e aggiunta dalle Regioni, ma l’assessore alla Salute della Toscana, coordinatore degli assessori regionali alla Sanita’, Enrico Rossi, obietta che nessuna aggiunta e’ stata fatta o chiesta dalle Regioni.

“La ricerca sulla staminali embrionali in Italia non e’ fuorilegge (infatti acquistiamo dall’estero linee di staminali embrionali, ndr). La legge 40 vieta la manipolazione dell’embrione, cosa che nessuno di noi si sogna di fare. Ma escludere gli studi sulle embrionali dalla partecipazione al bando in modo aprioristico, ci sembra una pesante interferenza alla liberta’ di ricerca” ha detto Elisabetta Cerbai. “Chiediamo di poter presentare i progetti. Poi possono essere scartati se non ritenuti interessanti, ma prima vanno valutati”.


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