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Ricerca: scoperta firmata Telethon sulle cellule staminali

La scoperta firmata Telethon-San Raffaele: nel cervello un nuovo tipo di cellule staminali adulte, più facili da ottenere e dotate di un particolare “talento” riparatore

di Redazione

Le cellule staminali nervose, le cellule ?bambine? su cui si fondano le speranze per la cura di tante malattie neurodegenerative, contrariamente a quanto ritenuto fino ad oggi sono di più tipi e non esistono solo nelle profondità del cervello come si credeva finora, ma anche in una zona dell’ encefalo facilmente accessibile, proprio dietro al naso. È quanto dimostrato da un gruppo di ricercatori finanziati da Telethon e guidati da Angela Gritti e Angelo Vescovi, condirettore dell?Istituto Cellule Staminali del San Raffaele di Milano, in un lavoro appena pubblicato sull?importante rivista scientifica The Journal of Neuroscience*, la rivista ufficiale della Società Americana di Neuroscienze.
Le cellule appena scoperte potrebbero rappresentare una fonte importante di cellule ?di ricambio? per la cura di malattie del sistema nervoso cone l?Alzheimer, il morbo di Parkinson o la sclerosi multipla.
Nei mammiferi, come nell?uomo, l?unica fonte di cellule staminali nervose adulte era finora rappresentata da quelle che si trovano nelle pareti dei ventricoli cerebrali, una zona difficilmente accessibile. Le cellule scoperte dai ricercatori italiani sono invece localizzate sia nei bulbi olfattivi, le due piccole ?antenne? del cervello poste proprio sopra il naso e collegate alla mucosa olfattiva, sia nei peduncoli che mettono in contatto i bulbi col cervello.
“Ero io il primo a non credere ai risultati degli esperimenti, ma mi sono dovuto arrendere all?evidenza”, afferma Vescovi. “Dapprima abbiamo pensato che le cellule staminali del bulbo fossero le stesse che si trovano nei ventricoli, invece abbiamo scoperto che si tratta di una popolazione propria e di tipo diverso da quella già conosciuta”.
I tre tipi di cellule staminali (quelle del ventricolo, dei bulbi olfattivi e dei peduncoli) condividono caratteristiche fondamentali quali la capacità di proliferare senza tregua e la pluripotenza, cioè la capacità di trasformarsi (differenziarsi) nei tre tipi cellulari che formano il sistema nervoso: i neuroni, gli astrociti e gli oligodendrociti.
“La sorpresa è arrivata quando abbiamo isolato le cellule staminali e le abbiamo indotte a differenziarsi” – racconta Vescovi – “La proporzione tra neuroni, astrociti e oligodendrociti era diversa a seconda della provenienza delle cellule. In particolare, quelle isolate dai peduncoli olfattivi hanno prodotto una quantità di oligodendrociti da due a tre volte maggiore rispetto alle altre”.
Gli oligodendrociti sono un po? gli elettricisti del sistema nervoso centrale: provvedono infatti a costruire la mielina, il rivestimento isolante che avvolge i nervi. In alcune malattie, come la sclerosi multipla, la mielina scarseggia, causando una perdita del segnale nervoso, come in un cavo difettoso. I bulbi e i peduncoli olfattivi sono centri nervosi facilmente accessibili e non indispensabili per la vita, tanto che vengono rimossi chirurgicamente durante l?asportazione di alcuni tumori. Potrebbero quindi rappresentare una fonte potenzialmente inesauribile di cellule staminali adulte che un giorno sarà forse possibile auto-trapiantare per la cura delle malattie neurodegenerative.
Inoltre, data la loro propensione a diventare ?cellule elettriciste?, le cellule staminali dei peduncoli potrebbero essere particolarmente utili a combattere le malattie demielinizzanti. “Da esperimenti preliminari abbiamo verificato che queste cellule sono in grado di differenziare e produrre una quantità di mielina molto superiore a quella delle cellule staminali finora conosciute quando le trapiantiamo in animali” -aggiunge Vescovi – “Si tratta evidentemente di prospettive che richiederanno diversi anni di lavoro, ma è comunque una strada nuova e promettente”.

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