Politica

Ricerca: Mussi apre a ricerca su staminali. E’ polemica

Fabio Mussi a Bruxelles nella sua prima visita da ministro per l'Università e la Ricerca scientifica apre il caso, imponendo un brusco cambiamento di rotta sulla delicata questione della ricerca sull

di Redazione

Fabio Mussi arriva a Bruxelles nella sua prima visita da ministro per l’Universita’ e la Ricerca scientifica e gia’ apre un caso, imponendo all’Italia un brusco cambiamento di rotta sulla delicatissima questione della ricerca sulle cellule staminali embrionali. E’ una chiara apertura, con il ritiro della firma dell’Italia da una dichiarazione etica siglata lo scorso 29 novembre oltre che dall’Italia, dalla Germania, dall’Austria, dalla Slovacchia e dalla Polonia e Malta. Non solo. Pur se con una certa prudenza, il ministro ha fatto capire di essere personalmente favorevole a un ammorbidimento della normativa italiana al momento molto restrittiva. Ma intanto in Italia scoppia la polemica con dure critiche da parte soprattutto del centro-destra. La Commissione Europea ha proposto lo scorso anno di finanziare con fondi del programma quadro di ricerca Ue 2007-2013 proprio la ricerca sulle cellule embrionali, sia pure sotto precise condizioni. Ed e’ proprio questa proposta che i firmatari della dichiarazione chiedono di cassare, lasciando la scelta esclusivamente agli stati nazionali. Una posizione fortemente apprezzata e incoraggiata dal Vaticano e sostenuta dal governo di Silvio Berlusconi. Il nuovo esecutivo di centro-sinistra, o almeno il nuovo ministro competente, la pensa diversamente. ”Il 29 novembre -ha spiegato Mussi a margine del Consiglio competitivita’ a Bruxelles – l’Italia aveva aderito ad una dichiarazione etica sulle cellule staminali, cioe’ una pregiudiziale contraria, e io ho annunciato il ritiro italiano a questa dichiarazione. L’Italia ha una legislazione restrittiva. Io penso che occorre almeno parzialmente modificarla. E non credo giusto che l’Italia divenga un ostacolo alla ricerca in sede europea”. Il ministro e’ convinto che ”l’Italia debba essere corretta non deve cercare di esportare la propria legislazione interna ma rispettare quella degli altri paesi e cogliere l’opportunita’ di una ricerca controllata sulle staminali”. Quanto alla legislazione interna Mussi si e’ detto personalmente ”favorevole alla legge nazionale, e’ possibile un’apertura alla ricerca sulle cellule staminali, sono in molti a chiederlo”, e ha espresso la speranza di ”spiragli” per modificare la normativa. Immediate le reazioni. ”Mussi ha fatto bene. Lo dico a titolo personale”, ha dichiarato il ministro al Commercio estero e alle politiche comunitarie Emma Bonino, anche lei a Bruxelles per il Consiglio competitivita’. Un plauso giunge anche da quattro eurodeputati di centrosinistra, Luigi Berlinguer (Uniti nell’Ulivo) , Pasqualina Napolitano (Ds), Roberto Musacchio (Rifondazione) e Marco Cappato (Lista Bonino). ”Ci rallegriamo – si legge in una nota- della posizione del ministro”. Ma intanto da Roma cominciano ad arrivare le prime critiche a quanto deciso da Mussi a Bruxelles. Cosi’ e’ gia’ pronta un’interrogazione parlamentare per il question time di domani al presidente del Consiglio, preparata dal capogruppo Udc alla Camera Luca Volonte’. ”Le dichiarazioni rilasciate dal ministro dell’Universita’ – chiedera’ Volonte’ a Prodi – non si pongono in aperto contrasto con lo schiacciante esito del referendum sulla legge 40? E’ questo l’orientamento del Governo o l’opinione personale del ministro, che si pone in aperto contrasto con quella della maggioranza dei cittadini su questo argomento cosi’ delicato?”. Duro anche Domenico Di Virgilio, responsabile del Dipartimento di Bioetica di Forza Italia. ”Il centro-sinistra, o meglio la sinistra-centro, ha gettato finalmente la maschera. Ritengo che la decisione del ministro Mussi sia eticamente un atto grave e contrario ad una legge dello Stato”. Di ”grave errore”, ha infine parlato Riccardo Pedrizzi, presidente nazionale della Consulta etico-religiosa di An. Mussi ha poi riconvocato i cronisti per alcune precisazioni. ”Non e’ che ho proposto di violare la legge in Italia – ha dichiarato – ho semplicemente detto che non mi pareva il caso di esportarla perche’ questo non e’ richiesto da nessuno, tanto meno dal programma dell’Unione. L’idea di alzare i vincoli anche per altri paesi in modo un po’ autoritario mi sembra un po’ esagerata”. Ma e’ davvero la posizione di tutto il nuovo governo italiano, che conta anche cattolici a cominciare dallo stesso Romano Prodi? ”La firma e’ la mia”, ha tagliato corto il titolare della Ricerca.


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