Persone
Riccardo Bonacina: 30 anni di pensiero sociale e Terzo settore politico
Un instant book raccoglie 60 editoriali firmati fra il 1994 e il 2024 dal fondatore di VITA, scomparso lo scorso dicembre. Un pezzo di storia e di cultura politica del sociale e del Terzo settore che merita di essere conosciuta. La pubblicazione è scaricabile gratuitamente

Una selezione di 60 editoriali firmati da Riccardo Bonacina che ripercorrono non solo la storia della nostra testata, ma la storia del nostro Paese, letta con gli occhi e la sensibilità di un acuto giornalista e attivista sociale. La prefazione dell’instant book (scaricabile gratuitamente in coda a questa news) è firmata dal professor Stefano Zamagni. Che in un passaggio scrive: «Cosa resta e resterà dell’esemplare figura di Riccardo? Tanto, davvero. Anzitutto, il ricordo di una persona buona e mite, capace di decidere con autorevolezza e non solamente di scegliere. Quello di Riccardo è un esempio preclaro di intellettuale della società civile nel senso del cardinale John Newman, di una persona, cioè, che pone la propria esperienza e conoscenza al servizio di una causa ultrapersonale, nel caso presente quella di reclamare per la categoria di bene comune lo stesso spazio pubblico (almeno) di quello che riceve la categoria di bene totale».

Riccardo Bonacina, fondatore di VITA scomparso lo scorso 11 dicembre, è stato indissolubilmente entrambe le cose: un animatore sociale e un acuto narratore di un pezzo di società, quello del Terzo settore, del volontariato e delle organizzazioni della società civile, che prima del 27 ottobre 1994, giorno in cui in edicola e nella casella della posta degli abbonati compare VITA, non aveva dignità di parola di fronte all’opinione pubblica del nostro Paese. Lo ha fatto creando uno stile giornalistico originale e inquieto che affonda le sue radici nel tessuto sociale del Paese attraverso l’invenzione di un organo di partecipazione alla costruzione della linea editoriale di VITA, il Comitato Editoriale, aperto alle realtà del Terzo settore e della cittadinanza attiva.
Questa carrellata di articoli pubblicati sul magazine fra il 1994 e il 2024 costituiscono dunque un patrimonio di battaglie civili e di storia che è fondamentale conoscere perché danno piena coscienza del fatto che il Terzo settore, non è un “settore”, ma un sistema di valori con cui guardare e stare al mondo. È questo sguardo, l’eredità più importante che ci consegna Riccardo.
In conclusione abbiamo ripreso alcuni ricordi che amici e colleghi hanno pubblicato nei giorni successivi alla sua scomparsa. A loro (Lucio Brunelli, Luigi Bobba, Aldo Bonomi, Massimo Calvi, Maurizio Carrara, Maurizio Crippa, Luca Doninelli, Giuseppe Frangi, Giancarlo Giojelli, Monica Mondo, Angelo Moretti, Chiara Saraceno ed Elisabetta Soglio) va il nostro grazie.
A cui si aggiunge quello a Marianella Sclavi che firma un bellissimo ritratto del Bonacina “pacificatore” che apre il numero di VITA magazine di febbraio in distribuzione nei primi giorni del prossimo mese. Buona lettura.
Ascolta anche il podcast Da che vita nasce VITA, conversazioni con Riccardo Bonacina: il racconto delle origini del giornale, dopo la brusca fine de Il coraggio di vivere. Tratto dalle conversazioni del fondatore di VITA col collega Giampaolo Cerri, col quale dovevano scrivere, a quattro mani, una libra sulla storia del giornale,
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.