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Riccardi: In Italia 103 siriani con il corridoio. Ora la risposta di altri Paesi europei

Con l'arrivo a Fiumicino di uomini, donne e bambini provenienti dai campi profughi libanesi dopo la fuga dalla guerra, raggiunta quota 207 sui mille previsti. "I corridoi umanitari sono la sintesi di legalità e sicurezza. Siamo di fronte a un modello che funziona: più che le istituzioni europee, è la società civile di ogni Stato che deve maturare il senso d'accoglienza necessario a replicare l'iniziativa"

di Daniele Biella

Le facce stanche ma piene di gioia: ce l’hanno fatta 103 persone di varie famiglie provenienti dalla Siria, ad arrivare sane e salve – ovvero senza finire in pasto ai trafficanti e nella roulette russa del mar Mediterraneo – in Italia, Europa. Con un aereo Alitalia che poche ore fa le ha fatte atterrare a Fiumicino (video), partite dal campo profughi di Beirut dove da parecchi mesi vivevano in condizioni di fragilità estrema, sebbene al sicuro dai bombardamenti del proprio paese d’origine.

Siamo a quota 207 dei mille arrivi previsti dal piano stabilito da Comunità di Sant’Egidio, Tavola Valdese, Comunità Papa Giovanni XXIII e ministero dell’Interno. Entro fine maggio ne arriveranno altri 60, mentre nei prossimi mesi stiamo mettendo a punto i primi viaggi per arrivi sicuri da Marocco ed Etiopia, anche in quei casi di persone in estrema difficoltà e bisognose di protezione internazionale”, sottolinea a Vita.it Andrea Riccardi, fondatore di Sant’Egidio ed ex ministro per la Cooperazione internazionale.


“La nostra iniziativa si sta rivelando un modello che funziona, e che quindi va aperto ad altre iniziative, in particolare in altri Paesi europei”, indica Riccardi. Qualcosa di concreto nell’aria c’è: “Ne abbiamo parlato con alcuni – Austria, Spagna, per esempio – c’è del movimento ma attendiamo passi concreti, spero a breve”. Nessuna azione corale dell’Unione europea? “No, ma io continuerei sulla strada intrapresa, ovvero nazione per nazione, perché è fondamentale che ogni società civile nazionale maturi quel senso di accoglienza necessario a capire l’importanza dei corridoi umanitari”, specifica il fondatore di Sant’Egidio.

L’esperienza in atto tra Libano e Italia relativa ai profughi siriani ha avuto risonanza in tutto il mondo, tanto che il movimento di chi chiede un safe passage (passaggio sicuro) per fuggire da guerre e persecuzioni è in continua espansione, come testimoniano le decine di migliaia di persone scese in piazza nelle capitali lo scorso 27 febbraio 2016, oggi riunitesi in gruppi associativi e informali che fanno pressione sui rispettivi governi. “I corridoi uniscono legalità, sicurezza e umanità: sono la risposta concreta al bisogno di chi non ha più niente e deve ricominciare una nuova vita altrove”, conclude Riccardi.

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