Non profit

Ricambio slot machine, è conto alla rovescia

In quattro anni dovranno essere sostituite 380 mila slot machine con investimenti per centinaia di milioni di eruo. Ecco tutto quello che c'è da sapere

di Redazione

Quattro anni di tempo per sostituire circa 380 mila slot machine, un piano che costerà investimenti per centinaia di milioni di euro ai concessionari, a partire dal primo gennaio 2014 fino a dicembre 2017: è questa la tempistica contenuta nella bozza di decreto attuativo che l'Agenzia delle Dogane e dei monopoli ha inviato agli operatori del settore. Dalla data di pubblicazione del decreto, prevista nelle prossime settimane, scadrà quindi la possibilità di chiedere nuovi certificati di conformità per le schede che fanno funzionare le macchine dell'attuale rete, mentre dal primo gennaio 2015 sarà dato lo stop ai nulla osta di distribuzione per le slot che non sono conformi alla nuova normativa.

In ogni caso entro il 31 dicembre 2017 i nulla osta con le carattersitiche delle vecchie slot non saranno più attivi, rispettando i quattro anni necessari per il ricambio. Le nuove macchine, come prevede il decreto con le regole tecniche, avranno il lettore di tessera per verificare l'età dei giocatori, come avviene per i distributori automatici di tabacchi, ma il dispositivo potrebbe essere “congelato” in un periodo necessario per testare la nuova rete.

Una prima fase che dovrebbe terminare entro ottobre del prossimo anno, con una ventina di prototipi collocati in punti vendita: le prime macchine, secondo quanto riporta Agipronews, potrebbero iniziare la raccolta effettiva entro la fine del 2014.

Slot machine sotto i riflettori anche in parlamento, per l'audizione di direttore e vicedirettore generale dell'Agenzia delle dogane nelle commissioni riunite finanze e bilancio. Commentando la vicenda dlla transazione sulle maxi-penali (2,4 miliardi di euro) inflitte dalla Corte dei conti ai concessionari (circa 600 milioni di euro destinati a finanziare lo stop al pagamento del'Imu) Luigi Magistro, capo dell'Area Monopoli, ha riferito che «non c'è mai stata una questione di eventuale danno o di omesso versamento dei tributi: i 98 miliardi iniziali erano una posta di natura patrimoniale e non tributaria. Nel 2004 si partì rapidamente per mettere in piedi un sistema estremamente complesso: probabilmente mancava qualche condizione per realizzarlo perfettamente».    
 
da Italia Oggi di Nicola Tani


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