Medio Oriente

Riaprite Rafah ora!

Lo chiede ActionAid, mentre cresce il timore che la situazione umanitaria stia per peggiorare, chiede alla comunità internazionale di agire. In una nota le testimonianze del direttore della Rete delle ong palestinesi e partner di ActionAid Palestina e della coordinatrice per l’advocacy e la comunicazione di ActionAid Palestina

di Redazione

ActionAid denuncia come a causa dell’intensificarsi dei bombardamenti aerei su Rafah e dell’interruzione della distribuzione degli aiuti la popolazione è terrorizzata e in preda al panico. 

«Migliaia di persone – tra cui alcuni dei nostri colleghi e partner – stanno fuggendo dopo che lunedì è stato emesso l’ordine di evacuazione per la parte orientale della città, ma non c’è nessun posto sicuro dove andare, né le aree che sono state designate come “zone sicure” hanno le infrastrutture o la capacità di accoglierle» si legge in una nota della ong.  

Cresce il timore che la situazione umanitaria, già disastrosa, stia per peggiorare notevolmente, poiché la consegna e la distribuzione degli aiuti sono interrotte dall’attività militare in corso. Secondo una nota congiunta delle ong, martedì 7 maggio, non è entrato alcun aiuto attraverso i due valichi chiave di Gaza e, mentre l’esercito israeliano ha dichiarato la riapertura del valico di Kerem Shalom, quello di Rafah rimane chiuso.


Con gran parte della popolazione che si trova ad affrontare livelli catastrofici di fame, qualsiasi riduzione degli aiuti rischia di spingere ulteriormente la popolazione verso la carestia. «Chiediamo la riapertura immediata del valico di Rafah» è l’appello di ActionAid.   

In un messaggio vocale Amjad Al Shawa, direttore della Rete delle ong palestinesi e partner di ActionAid Palestina che si trova a Rafah ha raccontato ad ActionAid i suoi timori per la situazione: «Abbiamo serie preoccupazioni riguardo all’operazione militare di terra a Rafah e al controllo israeliano del valico di Rafah. La carenza di medicinali, di generi alimentari e di altri articoli necessari porterà a un ulteriore aggravamento della catastrofe umanitaria a Gaza, soprattutto per i pazienti e i feriti che hanno un estremo bisogno di cure mediche al di fuori della Striscia di Gaza, poiché questo porterà al deterioramento delle loro condizioni di salute».

«Se l’esercito israeliano continuerà con un’invasione di terra su larga scala a Rafah, sarà un vero e proprio disastro», dichiara Riham Jafari, coordinatrice per l’advocacy e la comunicazione di ActionAid Palestina. «Non c’è dubbio che morirà un numero impensabile di uomini, donne e bambini. Chiediamo alle autorità israeliane di abbandonare questo piano catastrofico e chiediamo che tutti gli Stati facciano tutto il possibile per impedire un assalto militare a Rafah. La comunità internazionale ha ripetutamente avvertito che non si può permettere che ciò avvenga. Ora è il momento di agire».

In apertura nell’immagine di Associated Press / LaPresse un palestinese verifica la distruzione di una zona residenziale di Rafah

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