Cultura
Retroscena. Agesci in Vaticano. Comè andata. Il Papa disse: finisco io
Un Giovanni Paolo II in grande forma ha accolto 50mila scout in udienza. Regalando loro parecchi strappi al cerimoniale.
«Il Papa aveva appena finito di leggere, faticosamente, la prima pagina del suo intervento e il segretario si è avvicinato per proseguire la lettura, ma lui lo ha allontanato, dicendo: ?No, voglio finire tutto io!?. Penso che sia questa sua incredibile determinazione ad affascinare i giovani». Lino Lacagnina, presidente dell?Agesci, spiega la ?magia? della grande festa che il 23 ottobre ha coinvolto il Santo Padre e gli scout italiani. È cominciato tutto con un messaggio pubblicato ad agosto sul sito dell?Agesci. Un breve annuncio che invitava gli scout a partecipare a un?udienza privata, in Vaticano. «Nel giro di tre settimane c?erano già 12mila iscritti», dice Lacagnina. Quello che era nato come un incontro discreto, sollecitato dal doppio anniversario dei 50 anni del Movimento adulti scout cattolici italiani-Masci e dei 30 anni dell?Associazione guide e scout cattolici italiani-Agesci, si è trasformato in un bagno di folla in piazza San Pietro. «Le stime parlavano di 50mila persone, è stato straordinario», prosegue. «Evidentemente gli scout avevano bisogno di un momento di incontro. E il Santo Padre esercita un fascino straordinario».
Un Papa malato con l?animo gagliardo. Per stare con gli scout ha scelto anche un fuori programma che ha spiazzato tutti: «Un lungo giro sulla sua jeep per salutare da vicino i ragazzi che erano nella piazza», racconta il presidente dell?Agesci. «Noi adulti abbiamo rinunciato al lungo cerimoniale del baciamano, proprio per dargli modo di stare con i giovani. E mentre li salutava e li accarezzava, gli brillavano gli occhi». Agesci e Masci hanno invitato le migliaia di scout a rinnovare la promessa di fronte al Santo Padre. «È faticoso andare controcorrente come ci esorta lui», prosegue Lacagnina. «Perciò è stato bello vedere di non essere soli, di avere la possibilità di ritrovarsi negli stessi valori e nello stesso percorso umano e cristiano». Un sentimento di coraggio rinnovato anche dall?anziano Wojtyla. La voce tremula, lo sguardo fermo, il pugno battuto sul bracciolo della sedia, ha chiuso il suo discorso dicendo: «Il futuro del mondo e della Chiesa dipende anche dalla vostra passione educativa». (B. Ve.)
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.