Non profit

Retromarcia alla pugliese

Una spa che vale 368 milioni

di Redazione

La Giunta Vendola si impegna a ripubblicizzare l’Acquedotto. Ci riuscirà?Da società per azioni a soggetto di diritto pubblico.Inversione a U nella gestione della rete idrica pugliese, la più estesa d’Europa con i suoi 20mila chilometri di lunghezza. La Regione, proprietaria del pacchetto azionario dell’Acquedotto pugliese spa, punta a ripubblicizzare la società che porta acqua a 4 milioni di abitanti di 261 comuni. La Giunta guidata da Nichi Vendola ha licenziato infatti una delibera con cui annuncia la volontà di approvare una legge regionale che regolamenti il servizio idrico integrato come «privo di rilevanza economica» e trasformi appunto la veste giuridica dell’Acquedotto. La società, attualmente guidata dal manager Ivo Monteforte, ha registrato nel 2007 un fatturato di 368 milioni. La Puglia, inoltre, intende impugnare il decreto 135/2009 del governo Berlusconi sulla privatizzazione del settore in quanto ritiene che violi la competenza esclusiva regionale sui servizi pubblici essenziali di interesse generale. L’acqua, si legge nel preambolo della delibera, è «un bene comune, un diritto umano universale non assoggettabile a meccanismi di mercato». Quindi «la proprietà e la gestione del servizio idrico devono essere pubbliche e improntante a criteri di equità, solidarietà (anche in rapporto alle generazioni future) e rispetto degli equilibri ecologici». Una delibera, insomma, che torna al progetto di Riccardo Petrella, l’ex presidente dell’Acquedotto nominato da Vendola nel 2005 e dimessosi a fine 2006 (vedi intervista sotto).

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