Cultura

Rete Lilliput su Riforma Ministero Affari esteri

La Rete Lilliput e la Campagna per la Riforma della Banca mondiale esprimono tutti i loro dubbi sulla riforma del Ministero degli Affari Esteri, presentata oggi dal governo

di A. Capannini

Sebbene Lilliput e CRBM guardino con interesse all?intenzione del governo di portare ordine nel controverso e segreto sistema di internazionalizzazione del sistema Italia, rimangono forti timori che tutto questo purtroppo non avverrà. Anzi il DPEF reso pubblico negli ultimi giorni ha lanciato segnali a dir poco allarmanti al riguardo.
Il DPEF per il periodo 2003-2006, infatti, dice chiaramente che la cancellazione del debito estero sarà contabilizzata come aumento dell?aiuto pubblico allo sviluppo dallo 0,13 allo 0,33 in tre anni (primo anno 0,19).

?Finalmente abbiamo capito perché Berlusconi dice che si può anche dare l?1% per l?aiuto pubblico allo sviluppo costituito da crediti di aiuto concessi sui fondi della legge per la cooperazione allo sviluppo e dai crediti che la SACE ha acquisito avendo indennizzato le imprese esportatrici che non avevano visto i loro affari (privati) andare a buon fine? ha dichiarato Alberto Castagnola, economista che lavora per la Rete Lilliput. ?Nei due casi si tratta di finanziamenti concessi ma che i paesi debitori non sono in grado di pagare. Si tratta quindi di crediti inesigibili la cui perdita per lo Stato italiano si è già verificata! Per una banca privata, come è successo per l?Argentina, il loro valore di bilancio doveva semplicemente essere azzerato, cioè registrato come perdita non recuperabile? ha continuato Castagnola. ?Invece si ragiona come se i paesi fossero in teoria in grado di pagare e quindi la cancellazione equivarrebbe a lasciare nelle loro mani i fondi non erogati e di conseguenza li si considera come un nuovo finanziamento. Con vergognosi trucchi di bilancio come questo allora vale la pena impegnarsi per il 2% del reddito nazionale dell?Italia! In realtà i paesi più poveri e più fortemente indebitati non hanno a disposizione le cifre per pagare capitali e interessi. L?obiettivo ?storico?, perché deciso negli anni ?60 e sempre disatteso, dello 0.7 % va raggiunto con cifre addizionali rispetto ad altre operazioni? ha concluso Castagnola.
La razionalizzazione del sistema per l?internazionalizzazione prevede lo spostamento di SACE e SIMEST, le Agenzia di Credito all?Esportazione italiane che hanno gestito 10 miliardi di euro nel 2001, sotto la Farnesina. Tutto questo in mancanza di chiare linee guida ambientali e sociali che prevedano trasparenza per l?operato del credito all?export.
?La cosiddetta diplomazia economica del governo da precedenza, tanto per cambiare, all?informazione per le imprese e non per i cittadini? ha affermato Antonio Tricarico della Campagna per la Riforma della Banca mondiale. ?Se oggi andate in SACE, vi negheranno l?accesso a qualsiasi informazione sui progetti in via di decisione perché esiste una confidenzialità commerciale su ogni tipo di documento, incluse le valutazioni di impatto ambientale. La vera razionalizzazione dovrebbe armonizzare le regole per gli aiuti ufficiali allo sviluppo con quelli della cooperazione commerciale, introducendo chiari standard per questa? ha concluso Tricarico.
L?attuale impianto del governo sfocerà nel DDL di delega di riordino e nel Testo unico per il commercio estero. Il timore è che ancora una volta l?aiuto commerciale aumenterà e quello pubblico allo sviluppo vero riceverà solo briciole. Questa è una vera e propria privatizzazione degli interventi per lo sviluppo, in barba a qualsiasi impegno internazionale per aumentare l?efficacia, la trasparenza e la coerenza dei programmi bilaterali e multilaterali.

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