Salute
Rete Cap, non più solo creme e aspirine: «Le farmacie sono il ponte fra casa e ospedale»
Una delle best practice sul numero del Magazine in distribuzione per raccontare chi dà risposte concrete a bisogni sanitari che fino ad oggi sono in larga misura rimasti orfani. Una rete di farmacie consorziate che, insieme ad altri operatori sanitari e ai loro coordinamenti, riescono a portare a casa del paziente un ventaglio di servizi medici, specialistici, diagnostici e riabilitativi a costi sociali
«La farmacia non è un negozio come gli altri, e il farmacista non è un commesso che deve solo vendere. Chi entra in farmacia esprime un bisogno, e a questo noi dobbiamo rispondere», la dottoressa Maria Grazia Mediati, titolare di farmacia a Roma e presidente della rete Cap-Consorzio per l’Assistenza Primaria, ha le idee chiare. I cartellini con i prezzi scontati o il 3×2 sugli integratori vanno bene, vendere creme o shampoo pure, ma una farmacia non può certo contare su economia di scala da ipermercato.
Parte da questa osservazione elementare e dalla conseguente domanda («che si può fare?») un’iniziativa che un pochi anni ha portato a creare una rete di farmacie consorziate che, insieme ad altri operatori sanitari e ai loro coordinamenti, riescono a portare a casa del paziente un ventaglio di servizi medici, specialistici, diagnostici e riabilitativi a costi sociali e garantendo efficienza e tempistiche ridotte.
Un miracolo? No, un risultato possibile grazie alla grande famiglia di Confcooperative, che nel 2010 dà vita al coordinamento FederazioneSanità proprio per realizzare una rete tra i soggetti cooperativi attivi in ambito sanitario e offrire al cittadino le risposte che altrove non ci sono. Cooperative di medici di medicina generale, di farmacisti e fisioterapisti, realtà che gestiscono centri specialistici iniziano allora a parlarsi, finché nel 2013 si arriva a un’altra tappa fondamentale: la nascita, nel Lazio, del Consorzio per l’Assistenza Primaria (Cap), progetto pilota che inizia a coinvolgere decine di farmacie a Roma e dintorni (oggi sono un centinaio, circa 1 su 10 nell’area urbana) e mette radici anche in altre regioni: le realtà consortili attive in Sicilia, Calabria, Campania, Puglia e Abruzzo stanno infatti già lavorando per replicare il modello nei loro territori.
Alla fine del mese i conti devono tornare, tanto più che il cliente che varca la soglia non è solo a caccia di un buon affare: «Magari ha un genitore invalido, un parente malato cronico, o che ha subito un intervento, o ancora un figlio disabile. Le sue esigenze non finiscono certo quando esce di qui con un flacone di medicinale in tasca».
Un sistema che viene definito dai promotori di «assistenza primaria», anche a domicilio, che fornisce una cura complessiva e integrata, oltre che l’importantissima continuità assistenziale tra l’ospedale e il territorio. «Sì, riusciamo a realizzare la presa in carico dell’assistito», specifica la dottoressa Mediati.
«Andando oltre il nostro ruolo tradizionale di distribuzione del farmaco, e dando piena attuazione a quanto previsto dalla legge 69 del 2009 e relativi decreti attuativi, che hanno cambiato il volto delle farmacie, almeno dal punto di vista delle loro potenzialità».
Una normativa fondamentale, a cui va dato il merito di aver definito le nuove funzioni assistenziali (in tutto sei) che questi presidi sanitari possono e devono assumere: assistenza domiciliare integrata, monitoraggio sul corretto utilizzo dei medicinali prescritti, erogazione di servizi di primo e secondo livello, esami del sangue e altre analisi, prenotazioni di prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale e ritiro dei referti. Un programma che la rete Cap ha preso alla lettera: «Siamo diventati dei punti di riferimento a 360 gradi», continua la presidente, «anche se ovviamente non siamo noi farmacisti ad agire in prima persona: a noi spetta però una decisiva funzione di accoglienza, orientamento, coordinamento e controllo. Siamo aperti 12 ore al giorno, il cittadino lo sa e si rivolge a noi con fiducia».
Quello che trova, però, non di rado è una sorpresa. Le prestazioni disponibili sono moltissime, e arrivano come un’inattesa manna dal cielo soprattutto per quelle famiglie (e sono sempre di più) alle prese con un anziano invalido o un malato cronico, che magari ha bisogno di essere sottoposto a esami diagnostici ma non è in grado di muoversi facilmente.
Rivolgendosi a una farmacia Cap fare una radiografia, un elettrocardiogramma, un prelievo o una flebo non è più un problema: tecnico e specialista arrivano a casa con tutte le apparecchiature, e le analisi son fatte.
Non basta: tra i tanti servizi accessibili rientrano anche, per esempio, la riabilitazione neuromotoria, la rimozione di punti di sutura, la laserterapia e tutte le visite specialistiche più comuni, da quelle cardiologiche a quelle neurologiche, geriatriche e fino ai trattamenti per allergici e le prestazioni di tipo logopedico. Non manca l’assistenza infermieristica diurna e notturna, il trasporto di un paziente in carrozzina con autista e assistente e tutti i tipi di riabilitazione e fisioterapia, ma è possibile anche ottenere, sempre a domicilio, la stesura di un piano assistenziale completo da parte di un infermiere. «Il tutto reso possibile dall’integrazione delle varie figure professionali nelle cooperative, e delle cooperative nel soggetto consortile regionale», continua la dottoressa Mediati. «Il segreto è nella rete, che garantisce ai pazienti alti livelli qualitativi delle prestazioni, e allo stesso tempo offre ai professionisti e alle strutture una riduzione dei rischi degli investimenti, aiutandoli nel confronto con la concorrenza».
Di qui le tariffe sociali, ben al di sotto degli standard proposti dalla sanità privata profit. Ma non è tutto. Dallo scorso dicembre sono state attivate, a Roma e a Frosinone, alcune convenzioni con strutture ospedaliere (tra cui il Fatebenefratelli), laboratori di analisi e poliambulatori medici, dove i pazienti delle farmacie Cap possono richiedere ed essere sottoposti a un ventaglio pressoché completo di prestazioni sanitarie (dalla Tac agli interventi chirurgici, dalle ecografie alla psicoterapia), sempre a costi contenuti e con tempi rapidissimi: un giorno per gli esami e le radiografie, due per le visite specialistiche.
Non c’è da stupirsi che l’anno scorso la rete delle farmacie aderenti, nei soli territori di Roma e Frosinone, abbia visto la prenotazione di oltre 3mila visite ed esami e la presa in carico di 400 pazienti. Un’assistenza globale che poche persone si aspetterebbero di trovare varcando semplicemente la soglia di una farmacia.
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