Formazione

Restano le tende e i volontari

moduli abitativi restano per molti ancora una promessa e quelli già installati fanno acqua o sono a rischio gas.

di Gabriella Meroni

«Ammiriamo la dignità e la compostezza delle vostre reazioni di fronte ai gravissimi danni, vogliamo mettere in risalto la vostra pazienza nel sopportare le tribolazioni della permanenza in ricoveri inadatti ai rigori del freddo e all?impetuosità del vento». Questo messaggio, a metà tra il compiaciuto e il preoccupato, è stato inviato il 5 novembre dai vescovi umbri alla popolazione colpita dal terremoto. Una lode alla pazienza dei terremotati che cadeva proprio nei giorni in cui tra il maltempo, i ritardi nella consegna dei moduli abitativi, i rebus dell?elettricità e degli impianti a gas, a chi aveva perso la casa non restava altro che confidare nella virtù dei forti. E in un?altra pazienza: quella dei volontari, l?altra faccia dell?emergenza, che in questi due mesi non hanno mai abbandonato i campi degli sfollati, fornendo loro l?aiuto e l?assistenza necessari per continuare a vivere. E anche se in molte tendopoli le presenze si sono ridotte dall?inizio del sisma (nel comprensorio di Foligno, ad esempio, si è passati da 15 mila assistiti a 8 mila), l?opera delle migliaia di volontari non si è mai interrotta. Un esempio? In ottobre l?ospedale da campo dell?Associazione nazionale alpini, ad Assisi, ha erogato 973 prestazioni sanitarie. In media, più di 30 al giorno. Sempre in ottobre, i soccorritori nelle strutture sanitarie da campo sono stati 3.700, i medici (volontari) 266.
Ma il lavoro dei volontari ha dovuto anche aggiornarsi, per venire incontro alle nuove esigenze della popolazione. Il problema più urgente, infatti, è ora quello della sistemazione nei moduli abitativi. È qui che si registrano i maggiori ritardi. Basti pensare che a fronte di un fabbisogno stimato in circa 4.000 container, tra Umbria e Marche soltanto 300 famiglie hanno ricevuto fino ad oggi (lunedì 17 novembre) le chiavi del proprio modulo abitativo. Ma molti di questi ?fortunati? hanno dovuto fare i conti con le cattive condizioni in cui i container sono stati loro consegnati. Come a Sellano, comune di montagna ferito due volte (il campanile della chiesa parrocchiale, rimasto in piedi dopo il 26 settembre, è crollato per la scossa del 9 novembre), a cui sono arrivati 40 container in condizioni invivibili. «Meno male che ci sono i volontari», dice il geometra Pietro Forti, responsabile per il Comune dei lavori di urbanizzazione. «Senza di loro non saremmo mai riusciti a riparare i moduli che ci sono arrivati: erano rotti, ci pioveva dentro, le stufe erano difettose… si è realizzata un?ottima collaborazione tra noi e le squadre degli alpini che sono arrivate fin quassù per darci una mano. In attesa degli altri 150 moduli che abbiamo chiesto». Il lavoro richiesto ai membri delle associazioni mobilitate in Umbria e Marche, però, non è soltanto manuale. «La gente è più rassegnata che arrabbiata», osserva Luciano Calligaris dell?Anpas, in trincea dall?inizio del sisma nel campo di Nocera Umbra. «E si rivolge a noi non soltanto per un piatto di minestra, ma anche per riempire il vuoto delle giornate nelle tendopoli. Purtroppo finché la terra continuerà a tremare non si potrà pensare che è tutto finito. Tutti nei prefabbricati entro Natale? Speriamo, ma ormai sono in pochi a crederci». A Nocera, infatti, nessuna famiglia ha ancora ricevuto le chiavi del container. A Serravalle di Chienti si sta ancora lavorando all?urbanizzazione delle aree. A Taverne i container sono arrivati, ma non si è ancora provveduto alla loro assegnazione. A Visso i moduli sono sul posto, ma senza mobilio: si attendono i risultati dell?appalto per arredarli, bandito da poco dalla Protezione civile. A Camerino, dopo la beffa dei container arrivati e rispediti indietro perché di tipologia diversa da quella indicata, si attendono i moduli nuovi.
Ma mentre Protezione civile e sindaci si rimpallano lentezze e responsabilità, chi ha scelto di darsi da fare non molla. Così nei campi sono nati spontaneamente i cosiddetti ?bollettini del terremoto?: fogli redatti dai volontari e funzionari dei Com (Centri operativi misti) o dalla Caritas, in cui sono segnalate informazioni utili ai terremotati (contributi governativi, agevolazioni fiscali, ma anche norme igieniche per evitare epidemie nei campi… ), notizie sui lavori di urbanizzazione, testimonianze e curiosità. Come gli ultimi nati dopo il terremoto, le partite della squadra locale, il campo in cui si farà festa sabato sera. Non solo. Dal volontariato arrivano anche indicazioni alle autorità sulle possibili soluzioni dell?emergenza. «I lavori vanno a rilento perché si è scelto di accentrare i container», dice Giocondo Leonardi, direttore della Caritas di Assisi. «Noi proponiamo invece di mettere un modulo vicino a ogni casa. L?abbiamo scritto in una lettera aperta ai sindaci: la logica della nostra campagna è il frazionamento, i casolari sparsi. Ogni casa poi ha il suo scarico e i suoi allacciamenti, sarebbe stato facile piazzare i moduli. La Regione ci ha dato ascolto, stabilendo che almeno le aziende agricole possano avere vicino il loro container. Ma bisogna fare in fretta. Qui basta che un ingranaggio si inceppi e si inceppa tutto. Da questo punto di vista noi volontari possiamo insegnare molto ai funzionari dello Stato: fare qualcosa in più del proprio dovere, a volte, è l?unica soluzione».

Diario del terremoto:I giorni della disfatta
Sono passati quasi due mesi dall?inizio del terremoto in Umbria e nelle Marche, ma ogni giorno sembra iniziare una nuova emergenza. L?ultima in ordine di tempo riguarda i moduli abitativi, che dovrebbero ospitare i terremotati per la ?fase due? del dopo-sisma. Abbiamo provato a capire, scorrendo le agenzie stampa degli ultimi giorni, quanti sono, come sono, dove sono stati piazzati. Ma senza esito. Se qualche lettore, leggendo queste righe, ritiene di esserci riuscito, ci chiami allo 02/795423. Grazie.
9 novembre In Umbria e Marche si registra una scossa molto forte (del sesto-settimo grado), che unita al vento e alla pioggia fa volare tende e scoperchiare container. Si rovesciano le tende nel campo di Foligno. La maggior parte della gente – riferisce un?Ansa in giornata – decide di usufruire del contributo statale per affittare una casa.
10 novembre A Sellano crolla il campanile di Santa Maria Assunta, edifici già lesionati crollano a Corone e Roccanolfi, frazioni di Preci. Qui il sindaco chiede altre 10 roulotte perché i container di cui dispone il Comune, lasciati in eredità dal sisma del 1979, sono inagibili. Il presidente del Consiglio, Romano Prodi, rimanda la visita alle zone terremotate, causa il maltempo. In compenso, vola a Genova a festeggiare il milionesimo container (!) transitato dal porto della città.
11 novembre La Protezione civile indice un secondo bando di gara per la fornitura di altri 1.000 container. L?8 ottobre ne era stato indetto uno per reperire 2.000 moduli. Nella sua relazione al Parlamento del 28 ottobre, Barberi aveva dichiarato che il fabbisogno totale di container era di 3800 pezzi, e che la Protezione Civile ne aveva a disposizione 1800. La Protezione civile informa: in Umbria ne sono arrivati 1471.
12 novembre Continua a piovere. A Colfiorito le tende sono coperte con teloni di plastica e fissate a terra con tiranti per impedire che volino via. Si cerca di combattere il fango con camion carichi di ghiaia. Un camion che trasporta un container destinato a un campo di sfollati va a sbattere contro i fili dell?alta tensione.
13 novembre Nei campi di Annifo e Verchiano piove nei container. Secondo Massimo Simonelli, tecnico della Protezione civile, «le infiltrazioni sono dovute a piccole intercapedini che si sono create quando i moduli sono stati trasportati dai depositi». Intanto, però, la Protezione civile lancia un bando di gara per la fornitura di 4700 tettini fissi da sistemare su ciascun container. Nei giorni precedenti, con un altro bando la Protezione Civile aveva ordinato anche l?arredamento dei moduli, arrivati per la maggior parte vuoti. La Protezione civile informa: in Umbria ne sono arrivati 1050 (ma non erano 1471?).
14 novembre A dieci giorni dall?arrivo dei primi moduli abitativi, si scopre che gli stessi non sono in regola con le norme di sicurezza degli impianti a gas. Si dovrà quindi procedere alla messa a regime, praticando un foro nel pavimento per far entrare l?aria e un altro per far passare il tubo aspirante coperto da una griglia esterna. La Protezione civile informa: i moduli arrivati tornano a essere 1500.
16 novembre A Fabriano salta l?energia elettrica nelle roulotte: l?Enel ha assegnato a ciascuna un?energia di 1,5 kw, che si rivela però insufficiente quando si accendono due elettrodomestici insieme (ad esempio, due stufette in contemporanea).

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