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Resta il dilemma sul “caso privacy”

Organizzazioni non profit : possono contattare i potenziali sostenitori utilizzando i nominativi dei nuovi elenchi telefonici?

di Benedetta Verrini

Liste elettorali sì, elenchi telefonici chissà. Resta ancora un dilemma, per le organizzazioni non profit, la ?questione privacy? dei potenziali sostenitori, che fino ad ora venivano contattati attraverso le forme del più tradizionale marketing diretto (cioè l?invio di pubblicazioni a mezzo posta, newsletter, telefonate). L?entrata in vigore del Codice della privacy, si sa, ha cambiato tutto, limitando enormemente l?utilizzo di elenchi pubblici per fare sensibilizzazione e raccolta fondi. Un piccolo riscontro positivo, per la verità, il 16 maggio è giunto da un breve articolo del Garante della privacy, Francesco Pizzetti, che rispondendo sul Sole 24Ore a un quesito dell?Unicef, ha chiarito la possibilità di utilizzare almeno le liste elettorali (l?art. 177 del Codice della privacy, infatti, ha previsto che gli elenchi elettorali possano essere utilizzati da chi persegue un interesse collettivo o diffuso). Tutto a posto, dunque? Mica tanto: a parte la (blanda) ufficialità di una risposta su un giornale, gran parte delle organizzazioni non avranno grandi possibilità di utilizzare le liste elettorali, se non a costo di un grave, forse impossibile, certamente irrazionale dispendio di energie. Per creare un database utile dalle liste elettorali, infatti, sarà necessario chiedere gli elenchi a ciascun Comune. Inoltre, visto che gli elenchi contengono i nominativi e le residenze di tutti i maggiorenni, ciascun ente rischia di inviare la stessa pubblicazione, allo stesso indirizzo, a tutti i componenti di una stessa famiglia. «Attualmente non siamo attrezzati per recuperare e riordinare questi database», commenta Luigi Pasini, responsabile della raccolta fondi dell?Unicef. «Per noi la vera questione in sospeso è la possibilità di utilizzare, senza incorrere in sanzioni, i nominativi dei nuovi elenchi telefonici». Come è noto, infatti, la redazione dei nuovi elenchi telefonici prevede che accanto a ciascun nominativo di abbonato ci sia anche l?indicazione sulla sua disponibilità a ricevere o meno messaggi pubblicitari. «Noi non vendiamo nulla», prosegue Pasini. «Ogni anno Unicef effettua dai 3 ai 4 milioni di nuovi contatti per sensibilizzare le persone alla nostra causa. Se rispondono di non essere interessate o di sostenere già altre associazioni, chiaramente non vengono disturbate oltre». Il tempo stringe: gran parte delle organizzazioni non profit italiane sta effettuando una programmazione delle strategie di comunicazione e delle campagne del prossimo autunno. In quali direzioni potranno muoversi? Potranno programmare attività di telemarketing oppure no? O saranno costrette ad effettuare solo invii di posta, premunendosi di acquisire database ?razionalizzati?? Il problema è molto serio e rischia di far contrarre il flusso di donazioni che arrivano attraverso questo tipo di contatti. «In linea teorica», commenta Paolo Giganti, responsabile del Coordinamento marketing e promozione soci del WWF, «non essendo realtà commerciali e non inviando nessun genere di pubblicità, noi potremmo utilizzare anche i nominativi degli abbonati che hanno chiesto di non essere contattati. Però è chiaro che non possiamo muoverci senza prima aver avuto una pronuncia ufficiale dal Garante». La vicenda viene seguita con grande attenzione anche da Postel: «Una squadra di assistenza tecnica sta elaborando un documento di best practice per assistere il non profit», dice Alberto Bolchi, dell?Ufficio direct marketing e non profit. «Ma di certo, visto che la legge sulla privacy ha anche risvolti penali, per le organizzazioni della solidarietà è quanto mai importante che tutti questi dubbi possano essere definitivamente chiariti». Il punto Il Garante della privacy non ha ancora chiarito alle organizzazioni non profit se per contattare i potenziali sostenitori si potranno utilizzare i nominativi dei nuovi elenchi telefonici. Anche quelli di coloro che non vogliono ricevere pubblicità. «Noi non vendiamo nulla», spiegano gli enti. La raccolta fondi è a rischio. A che punto é Ddl prostituzione, ripreso esame La commissione Giustizia della Camera ha ripreso l?esame del disegno di legge C.3826 del governo recante disposizioni in materia di prostituzione. www.camera.it Contributo a Unione ciechi Si è concluso in commissione Affari sociali della Camera l?esame del provvedimento C.5198, già approvato dalla XII commissione del Senato, su «Contributo all?Unione italiana ciechi» (rel. Carla Castellani – AN) con mandato al relatore a riferire in Aula. www.camera.it Lotta all?antisemitismo L?assemblea del Senato ha approvato all?unanimità la mozione n. 339 (primo firmatario il sen. Luigi Compagna – Udc), sui recenti episodi di antisemitismo nelle università. Nella discussione è intervenuta Letizia Moratti, ministro dell?Istruzione e dell?università. Il documento approvato impegna, tra l?altro, il governo a «a sollecitare da parte dei massimi organi della nostra autonomia universitaria (Consiglio universitario nazionale e Conferenza dei rettori) una considerazione meno superficiale delle vicende riconducibili ad antisemitismo e a ogni tipo di discriminazione o interdizione». www.senato.it Ok a investimenti difesa La commissione Difesa del Senato, riunita in sede consultiva su atti del governo, ha concluso l?esame sulla «Relazione concernente l?individuazione della destinazione delle disponibilità del Fondo per gli investimenti del ministero della Difesa, per l?anno 2005» (486). è stata approvata a maggioranza la proposta di parere favorevole formulata dal relatore. www.senato.it


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