Formazione

Responsabilità sociale: Nerio Nesi: “L’etica? Salvata dalle fondazioni”.

di Ettore Colombo

Nerio Nesi, deputato «della sinistra e basta» come si definisce lui stesso da quando ha rotto con il suo partito, il Pdci di Cossutta e Diliberto, è quello che si dice ?un gran signore?. Ha frequentato a lungo – diversamente da molti suoi colleghi della sinistra sia moderata che radicale – banche e banchieri, industrie e industriali. Direttore finanziario della mitica Olivetti di Adriano Olivetti, presidente della Bnl, consigliere ascoltato di molte personalità che contano, è stato spesso profeta inascoltato.
E&F: Onorevole Nesi, coniugare etica e impresa è un ossimoro o un programma minimo?
Nesi: L?etica e l?industria possono e debbono trovare un modus vivendi. Non solo l?esperienza eccezionale di Adriano Olivetti è lì a testimoniarlo ma anche molte altre grandi e nobili figure di industriali tuttora viventi. Pietro Barilla a Parma, ad esempio, ma anche Michele Ferrero a Torino sono lì a dimostrarlo. Soprattutto la Barilla è stata ed è un vero valore aggiunto, per la sua città, e non solo – come è logico e normale che sia – in termini di posti di lavoro, di occupazione.
E&F: E per quanto riguarda il rapporto tra etica e finanza?
E&F: Mi sono sempre posto il problema dell?etica come fondamentale ma oggi non vedo, nel sistema bancario italiano, uguale attenzione e sensibilità. Le banche dovrebbero porsi molto di più di quanto non facciano oggi a servizio della produzione e della ricerca scientifica.
E&F: Che giudizio ha delle Fondazioni bancarie?
Nesi: Hanno perseguito e in gran parte ottenuto un grande obiettivo, quello di preservare proprio la finalità etica del sistema bancario. Ho appoggiato, anche in Parlamento, la battaglia a difesa della loro autonomia.
E&F: La politica cosa ha fatto, per ovviare a questi guasti di sistema?
Nesi: Poco, anzi direi praticamente nulla. Privatizzare tutto e in modo sregolato è stato un errore. Guardi oggi i risultati. Un disastro.

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