Cultura
Responsabilità imprese: Impronta etica si presenta
A Bologna, si presenta l'associazione che vuol promuore la cultura della corporate social responsibility in Italia. Ne fanno parte i big dell'economia emiliana
Si è presentata oggi al pubblico Impronta Etica, associazione non profit fondata con l?intento di promuovere la cultura della responsabilità sociale tra le imprese.
Cornice di questa prima uscita pubblica è stato il convegno Eticamente Competitivi che si è svolto stamattina nella sede della Regione Emilia-Romagna a Bologna.
Società e Impresa, si devono confrontare? I temi sociali influenzano le scelte di mercato? È competitivo per l?azienda scegliere di includere i principi di responsabilità sociale nelle proprie decisioni strategiche? «Sono questi i temi a cui ha cercato di dare risposta il tavolo di discussione che ha visto coinvolti tra i massimi esponenti dell?imprenditoria e della finanza emiliana e nazionale».
Ad introdurre la giornata è stato Flavio Delbono, assessore alle Finanze della Regionea cui ha fatto seguito un significativo intervento di Angelo Tantazzi, presidente della Borsa Italiana Spa, che ha sottolineato «?la stretta relazione tra performance aziendale e comportamento etico. La reputazione delle imprese ha un riflesso importante sull?andamento economico e finanziario. Sia in campo nazionale che in campo internazionale una ?buona reputazione? viene premiata perché -ha proseguito Tantazzi ? sotto il cielo non c?è soltanto la finanza».
La significativa contrapposizione tra profitto come accaparramento e profitto come prodotto dell?impresa ha stimolato la tavola rotonda che è seguita.
Le opinioni che ne sono scaturite sono state riassunte da Luciano Sita, presidente di Impronta Etica e di Granarolo che ha concluso: «Crediamo sia non solo possibile, ma addirittura vantaggioso, per le imprese coniugare trasparenza e strategie di sviluppo, valori e conquista dei mercati, protagonismo sociale e generazione di profitti. In concreto orientarsi verso uno sviluppo sostenibile significa creare valore insieme, attraverso la responsabilizzazione di ciascun soggetto: istituzioni, imprese, operatori del non profit, media, mondo della cultura».
Le imprese italiane sono fra quelle che pongono più attenzione al rapporto con lavoratori, consumatori e stakeholder.
Nel mondo esistono 150 aziende certificate SA8000, lo standard internazionale di certificazione del rispetto dei diritti dei lavoratori, e ben 25 sono in Italia.
Il Bilancio socio-ambientale e quello di sostenibilità sono tra gli strumenti più utilizzati dalle aziende. In tutto il mondo il 45% delle 250 più grandi aziende produce il Bilancio sociale e in Europa la tendenza è ancora più diffusa, è il 68% delle grandi aziende che lo redige.
In Italia, in particolare, la rendicontazione socio-ambientale sta coinvolgendo anche i Comuni: ha cominciato Bologna nel 1997 con il bilancio sociale, ed oggi è un vero e proprio boom che interessa oltre 30 comuni in tutta Italia.
Il 75% delle aziende italiane, ha realizzato un?operazione di Marketing Sociale, ovvero un?operazione di partnership con un?organizzazione non profit, per promuovere un proprio prodotto o servizio e, contemporaneamente, una causa di utilità sociale.
Impronta Etica è un?associazione senza scopo di lucro costituitasi nel 2001 per la responsabilità sociale d?impresa. Scopo dell’associazione è promuovere lo sviluppo sostenibile, creando un network tra imprese e organizzazioni che intendono l?impegno sociale come parte essenziale della propria missione. Impronta Etica è National Partner Organisation del CSR Europe, network europeo nato nel 1996 che, in partnership con altri soggetti, opera come punto di riferimento in Europa sulla tematica della responsabilità sociale d?impresa non solo per il mondo degli affari, ma anche per attori sociali, organizzazioni non profit e studiosi.
Sito www.improntaetica.it/home/home.htm
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.