Cultura

Reporters sans Frontières (Francia) scrive a Ciampi

RSF ha scritto al Presidente della Repubblica per avere rassicurazioni sul rispetto del pluralismo e dell'indipendenza dell'informazione in Italia

di Redazione

Signor Presidente,

voglio esprimerLe con la presente la profonda preoccupazione di Reporters sans Frontières – organizzazione internazionale per la difesa della libertà di stampa – per le possibili nefaste conseguenze sul pluralismo dell’informazione alla luce dei risultati delle elezioni politiche del 13 maggio scorso. Lungi dal voler esprimere giudizi e valutazioni sulla figura del signor Silvio Berlusconi e senza entrare in alcun modo nel merito della libera scelta del popolo sovrano, ci permettiamo di considerare con il massimo allarme la prospettiva che il leader della coalizione Casa delle Libertà assuma la carica di Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica italiana. Non esiste, a nostro avviso, piena libertà in un paese nel quale sia consentito a una sola persona di detenere il controllo, diretto o indiretto, della totalità – o della quasi totalità – dell’informazione televisiva, ovvero dello strumento mediatico che, in questo momento storico, è capace di influenzare più di ogni altro le scelte e la formazione dell’opinione pubblica.

Il fatto che, già da anni, Silvio Berlusconi avesse avuto la possibilità di concentrare nelle proprie mani la proprietà delle tre maggiori reti televisive private italiane costituiva un elemento a nostro avviso preoccupante. Inaccettabile è, invece, la prospettiva che un’eventuale nomina alla Presidenza del Consiglio dei ministri fornisca al signor Silvio Berlusconi gli strumenti giuridici e legali per intervenire anche nel controllo e la gestione dell’informazione delle tre reti televisive pubbliche della Rai. Ben sappiamo che, in questo caso, a differenza delle tre reti Mediaset, la gestione dell’ente è affidata a un Consiglio di Amministrazione nella cui designazione intervengono le presidenze delle due Camere del Parlamento. Ben sappiamo che l’operato e la politica informativa della Rai sono sotto il costante controllo di una Commissione parlamentare di vigilanza. Ciò non toglie però che – e quanto avviene da decenni ce lo conferma – il partito o i partiti al governo esercitano uno stretto controllo sulla politica informativa delle reti televisive (e radiofoniche) pubbliche.

Nonostante le promesse, il conflitto di interessi che riguarda la doppia figura di imprenditore e politico del signor Berlusconi resta irrisolto, i progetti del proprietario del gruppo Fininvest a questo riguardo restano avvolti nel mistero e, comunque, il solo fatto che il problema venga affrontato solo a elezioni già avvenute costituisce un’ulteriore anomalia preoccupante.

Abbiamo letto in queste settimane, Signor Presidente, dichiarazioni del signor Berlusconi che ci lasciano inorriditi: nel rispondere alla libera espressione di opinioni da parte dei più prestigiosi giornali d’Europa e del mondo, il leader della Casa delle Libertà si è sentito in diritto di ipotizzare oscuri complotti del “comunismo internazionale” e di definire “spazzatura” qualunque articolo critico nei suoi confronti.
Ci auguriamo semplicemente che si tratti di eccessi verbali – sempre inaccettabili – ma frutto del clima animato di una campagna elettorale. Mi permetterò di citare, a questo proposito, il commento di un grande italiano, Umberto Eco: “Ci sono paesi dove, se i giornali esteri parlano male del loro governo ne bloccano la vendita e i giornali locali censurano ogni riferimento alle accuse. Ma si chiamano paesi sotto dittatura”.

I critici stranieri del signor Berlusconi sono stati spesso curiosamente accusati, negli ultimi tempi, di “ingerenza”: come se chiunque di noi, cittadino di qualsiasi paese del mondo, non fosse libero di opinare su politici, governi o regimi. Anche noi, Signor Presidente, rivendichiamo il nostro diritto di ingerenza, in piena coerenza con l’azione che Reporters sans Frontières ha sviluppato nei suoi sedici anni di attività in qualunque area del mondo in cui la nostra presenza si rendesse necessaria, indipendentemente dal colore politico di personaggi o governi di cui ci siamo occupati.

Facciamo appello al Suo alto compito di garante della libertà e dei diritti dei cittadini nella speranza che l’Italia trovi al più presto la maniera più consona per superare questa situazione di preoccupante incertezza.
Voglia gradire, Signor Presidente, i sensi della mia più profonda stima.

Robert Ménard
Segretario generale di RSF

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