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Renzi: «Recupereremo quel barcone perché il mondo veda»

Il presidente del Consiglio annuncia il recupero del barcone affondato circa un mese fa nel Mediterraneo tra Libia e Malta con centinaia di immigrati a bordo. Il simbolo del dramma dei profughi. «L'Italia deve portare con sé i secoli di civiltà che ha. Noi siamo umani»

di Lorenzo Maria Alvaro

«Noi siamo umani. Lì (in fondo al mare ndr) ci sono 500 o 600 persone. Abbiamo mandato dei robot, hanno fatto foto raccapriccianti. Ci sono bambini chiusi a chiave nella stiva. Morti in questo modo».

Così Matteo Renzi ha esordito parlando del tema delle migrazioni e delle trattative in sede europea negli studi di “Porta a Porta” da Bruno Vespa. Per l'occasione ha annunciato un'operazione cui il premier dice di tenere molto.

«L'Italia deve portare con sé i secoli di civiltà che ha. Noi andremo in fondo al mare a recuperare quel barcone. Lo riporteremo a galla. Costerà circa 15 o 20 milioni di euro. Spero li paghi l'Europa, altrimenti li pagherà l'Italia».

Un'operazione di cui sia il conduttore, Vespa, ma anche l'ospite Belpietro, si chiedono il senso. Immediata la risposta del Premier.

«Perché è giusto che tutto il mondo veda quello che è successo», spiega Renzi, «Ci vorranno quattro mesi di lavoro. Ma è necessario perché è inaccettabile continuare a dire come fa qualcuno “occhio non vede, cuore non duole”. Lì sono morte delle persone perché c'è stata la disattenzione della comunità internazionale e l'Italia non può fare tutto da sola». 

Naturalmente in molti hanno storto il naso puntando il dito sul fatto che «come al solito sarà l'Italia a pagare». Ma sembra che mettere l'Europa davanti all'evidenza e alla drammaticità di quello che succede nel Mar Mediterraneo ogni giorno da anni sia l'unico modo per obbligarla a prendere delle decisioni. Questo Renzi lo ha capito molto bene.

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