Anche gli italiani iniziano a guardare il turismo sociale con altri occhi. Segno che qualcosa sta cambiando nel modo di intendere la vacanza. Ne è convinta Renate Goergen, presidente del consorzio Le Mat. «Il rapporto dell’Isnarc ha solo confermato una sensazione che si aveva da tempo, certo ci stupisce questa partecipazione di massa degli italiani».
Questi risultati cambiano le vostre strategie?
No, però ci rendiamo conto della necessità di dover risolvere in fretta alcune problematiche, che oggi limitano il nostro sviluppo e ci rendono ancora poco concorrenziali rispetto al turismo tradizionale.
A cosa si riferisce?
La domanda è sempre più particolare e riguarda il grado di sostenibilità degli spostamenti e delle stesse strutture ricettive, nonché le reali capacità di far conoscere il territorio. Noi, purtroppo, non siamo ancora del tutto in grado di rispondere adeguatamente e quindi diventa necessario migliorare la qualità delle nostre strutture e investire di più sulle capacità di attivazione delle comunità locali. Dobbiamo pensare che il nostro sviluppo va di pari passo con quello del territorio di riferimento.
Il turismo sostenibile può essere una risposta alla crisi economica?
Se si legge la crisi come crisi culturale, questo tipo di turismo effettivamente può rappresentare una risposta convincente. Per il resto ho dei dubbi. Chi fa vacanze sostenibili non spende di meno, ma è consapevole di contribuire a costi “sociali” che ogni cooperativa deve sostenere. Arrivare a capire questo vuol dire fare un salto culturale imponente. Per fortuna tale cambiamento è ancora lento, perché oggi non siamo attrezzati per accogliere un turismo di massa».
www.lemat.it
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