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Religioni e pace: un incontro a Lecco

Lo organizza Les Cultures, lunedì 10 dicembre 2001, alle 20.45, presso la sala conferenze dell'Unione Industriali, via Caprera 4

di Gabriella Meroni

E’ Gianni Borsa, direttore dello storico settimanale lecchese Il Resegone, il moderatore dell’importante incontro promosso da Les Cultures «La colomba ferita. Il contributo delle religioni alla costruzione della pace», che si terrà a Lecco, lunedì 10 dicembre 2001, alle 20.45, presso la sala conferenze dell’Unione Industriali, via Caprera 4. L’ingresso è libero.

Dopo l’introduzione alla serata di Anna Anghileri, presidente della multietnica, interverranno in qualità di relatori: monsignor Roberto Busti, prevosto di Lecco; Ali Abu Schwaima, Centro Islamico di Milano; un esponente della comunità ebraica di Milano.

Dichiarazione di Anna Anghileri, presidente di Les Cultures: «Il momento storico che stiamo attraversando impone una seria e attenta riflessione sul tema della pace. Nei dibattiti occupa uno spazio di primissimo rilievo il tema della religione, le guerre presenti e passate in suo nome sono generosamente evocate, qualche volta a sproposito e con puro intento provocatorio. Papa Giovanni Paolo II nel messaggio per l?80esima Giornata del migrante e del rifugiato, presentato lo scorso 18 ottobre 2001 in Vaticano, scrive che non sempre il dialogo interreligioso è facile, ma i cristiani devono sempre perseguirlo restando aperti e accoglienti verso quanti professano altre religioni. Il Pontefice ha inoltre espresso l?auspicio che tale solidale convivenza possa avverarsi anche nei Paesi in cui la maggioranza professa una religione diversa da quella cristiana. Ha inoltre aggiunto che il dialogo tra le religioni e l?accoglienza dei migranti resta l?unica via per alimentare la speranza di allontanare lo spettro delle guerre di religione che hanno rigato di sangue tanti periodi della storia dell?umanità e hanno forzato non di rado tante persone ad abbandonare i propri Paesi. E? urgente, secondo Papa Giovanni Paolo II, operare affinché il nome dell?unico Dio diventi, quale è, sempre di più un nome di pace e un imperativo di pace».

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